Il Museo Archeologico Provinciale di Potenza si articola in due sezioni. La prima raffigura, tramite preziose monografie e studi compiuti nei secoli XVIII-XIX, la storia dell’archeologia in Basilicata. La seconda sezione espone i reperti rinvenuti negli scavi di Metaponto, Serra e Rossano di Vaglio. Il patrimonio culturale è davvero vasto. Accanto ai reperti del metapontino ed a quelli donati dai privati nel corso degli anni, i reperti storici sono stati spesso rinvenuti casualmente: nell?espositore si possono visualizzare cimeli provenienti non solo dalla provincia di Potenza, ma da tutta l?antica Lucania. In età imperiale romana, il territorio si estendeva verso il mar Ionio, comprendendo anche Metaponto ed il suo entroterra, sino al fiume Coscile che ad occidente lambisce le coste tirreniche. Sono presenti inoltre documenti del periodo barbarico e medioevale.
È possibile, con la fantasia, ripercorrere a ritroso il cammino della storia dell?uomo,in una regione che ha dimostrato sin dal paleolitico una corposa presenza antropologica.
?Ai confini della realtà – Archeologia fantastica in Basilicata? è la novità del museo Archeologico, inaugurata il 27 maggio e persistente fino al 30 settembre. “L’esposizione – spiega il soprintendente archeologico Maria Luisa Nava – propone un viaggio nel tempo e nello spazio attraverso la puntuale documentazione, su reperti archeologici, di figure fantastiche che hanno popolato l’immaginario delle genti insediate nell’antichità in Basilicata.?
Archeologia fantastica in Basilicata
Mostri, dall?aspetto più vario, popolano anche l?immaginario delle genti insediate nell?antichità in Basilicata.
In questa regione le prime attestazioni di queste figure fantastiche, che personificano le paure dell?uomo, sono successive alla fondazione di insediamenti greci sulla costa ionica (VII secolo a.C.). La Chimera (Chìmaira) è un animale mostruoso della mitologia greca, che ha testa di leone, un serpente al posto della coda e una testa di capra che emerge dal dorso. Una delle testimonianze più significative proviene dall?insediamento greco esplorato in località Incoronata di Pisticci, nel territorio di Metaponto.
Pegaso (Pegasos) era il cavallo alato di Bellerofonte. Nato dal corpo decapitato della Gorgone e figlio di Posidone, Pegaso fu domato da Bellerofonte. Nella Basilicata interna, l?immagine di Pegaso, collegata all?episodio di Belleronte che uccide la Chimera, è particolarmente attestata, nel IV secolo a.C., su ceramiche a figure rosse prodotte in Italia meridionale. La Gorgone (Gorgòn) porta un nome che corrisponde all’aggettivo gorgòs, “terribile”, “spaventoso”. Nella mitologia greca le Gorgoni erano tre, Stenò, Euriale e Medusa, la più tremenda. Antefisse a testa di Gorgone sono documentate in Basilicata, tra VI e V secolo a.C., sia nelle colonie greche, che nei centri indigeni dell?entroterra. L?episodio di Perseo che recide la testa della Gorgoni è raffigurato su alcuni crateri a figure rosse di fine VI-V secolo a.C. rinvenuti nell?entroterra di Metaponto.
Scilla (Skylla) è il mostro marino, ricordato nel XII libro dell’Odissea. Scilla, le Sirene e altri mostri marini vengono raffigurati, anche in Basilicata in particolare nel corso del IV secolo a.C., su ceramiche figurate, deposte nelle sepolture, a richiamare l?idea del viaggio in un mare pieno di pericoli, verso l?oltretomba ubicato al di là del Grande Oceano.
Il grifone (gryps, griphus) è un essere mitologico dotato di corpo leonino, ali e testa di uccello rapace. E? presente un aryballos scoperto nel centro greco dell?Incoronata di Pisticci, nell?entroterra di Metaponto, risalente al VII sec. a.C. In età ellenistica, sempre in Basilicata, appliques a forma di grifi costituiscono elementi decorativi di letti funebri.