Anche quest’ anno si è svolta la XVIII edizione dell’ operazione “Bandiere Blu” che ha coinvolto 86 località. La regione con un maggior numero di spiagge pulite e attrezzate è l’ Abruzzo premiata 11 bandiere blu. Fra le prime posizioni troviamo anche Liguria, Marche e Toscana con 10 bandiere blu seguite da Emilia Romagna con 8, Campania 7, Calabria 6, Puglia 5, Lazio 4, Sardegna e Sicilia 3, Friuli Venezia Giulia, Molise e Veneto 2, Basilicata 1, Lombardia e Piemonte non avendo coste hanno ottenuto due premi lacustri.
Già lo scorso anno la situazione per la Basilicata non era rosea: “Goletta Verde” assegnò le bandiere nere “Pirati della Costa” alle amministrazioni comunali di Scanzano Ionico e Policoro per la realizzazione dei Villaggi Turistici Marinagri e Cit Holding, due progetti ad alto impatto ambientale su un tratto di costa ancora oggi poco antropizzato.
E’ da premettere che lungo il litorale ionico lucano sono stati individuati cinque siti di importanza comunitaria (SIC): Bosco Pandano di Policoro, Foce dell’ Agri, Foce del Cavone, Foce del Basento, Foce del Bradano. Mentre l’ Europa ha rivalutato le nostre coste, noi lucani abbiamo deciso di distruggerle in modo irrimediabile. Evidentemente coinvolti dalla “febbre nazionale” che vede il proliferare di porticcioli turistici a “macchia d’ olio” si cerca di copiare modelli già esistenti su molte coste italiane del centro- nord e di recente anche nel sud. Come risultato finale c’ è poco da discutere. Ai comuni Scanzano Ionico nel 2002 e a Policoro nel 2003 è stata tolta la Bandiera Blu per la costruzione di queste opere ad elevato impatto ambientale su un delicato ecosistema costiero. Riferendoci al termine metaforico, “Serie B”, come per un campionato di calcio in questa competizione ambientale la Basilicata classificatasi ultima si è dimostrata da “Serie B” rispetto alle regioni concorrenti del centro-nord. “Serie B” come degrado e pulizia delle spiaggie, “Serie B” per i progetti futuri e organizzazione turistica.
Negli ultimi anni, più volte mi è capitato di scambiare opinioni sulla costruzione dei porticcioli turistici. Molti sono contrari, altri sono favorevoli a questa forma di turismo aggrappandosi in modo insistente al famoso modello “Rimini”. Complessivamente, però, c’ è molta discordanza e confusione in merito. Nessuno è ben informato sulle disastrose conseguenze ambientali che può causare la costruzione dei porti. Si parla del modello “Rimini” senza conoscere il turismo e la storia di quella città, dell’ entroterra romagnolo e il turismo delle regioni limitrife alla Basilicata.
Chiaramente nessuno può prevedere o indovinare se in futuro i porti siano una forma di turismo indovinata, neanche il sottoscitto ma è doveroso da parte dei cittadini conoscere tutti gli avvenimenti che segnano la storia della propria terra soprattutto quanto riguarda la costruzione di un megaprogetto del genere. Nessun amministratore e politico può pensare che costruire un porto sulla costa ionica sia un fatto da poco conto o che basti qualche semplice consulenza tecnica per dare il via ai lavori. Se si commette l’ errore di costruire in fretta, con la presunzione di sottovalutare anche pochi aspetti o pensare di agire sicuramente bene, nel corso degli anni si potrebbero pagare le conseguenze ambientali, turistiche, economiche, conseguenze a lungo termine o a brevissimo termine.
Il compito principale della nostra testata gionalistica è proprio quello informare, scambiare idee e opinioni apoliticamente su tutti gli avvenimenti che accadono in Lucania, nell’ interesse dei cittadini e della nostra terra.
A tal proposito, nei prossimi articoli forniremo una nutrita spiegazione sullo stato della costa ionica, sui porticcioli e sulle le motivazioni naturalistiche, idrogeologiche e turistiche che ci spingono ad essere cauti sulla costruzione dei porti turistici. Ci auguriamo di dare un contrubuto efficace e positivo impegnandoci a fornire un supporto tecnico- scientifico ai politici e gli amministratori in modo tale da gestire nel modo migliore i finanziamenti disponibili per il settore turistico cercando di far comprendere loro la verità.
E’ doveroso concludere che nessuno si senta accusato di eventuali colpe ma dopo aver fornito tutte le informazioni e indicazioni da un punto di vista tecnico ambientale, i politici e gli amministratori si assumano le proprie responsabilità senza aggrapparsi a ulteriori alibi. Mi auguro, almeno che grazie al nostro contributo i cittadini lucani siano più informati sulla vicenda costa ionica come su tutte le problematiche da noi affrontate.