Il Museo Nazionale dell’Alta Val d’Agri sorge adiacente al parco archeologico della città romana e con i suoi reperti rinvenuti negli scavi e diverso materiale, illustra la più antica storia di questo territorio. Dall’alto della collina domina la pianura circostante, quasi a sottolineare la continuità tra il glorioso passato e il presente di questo comune in provincia di Potenza.
Il museo fu costruito negli anni Ottanta su progetto di R.Proietti e C.Suri e fu inaugurato nel dicembre 1995. L’esposizione è articolata su due livelli: il primo, alla quota di ingresso, è dedicato all’archeologia preromana dell’alta Val d’Agri, a sua volta suddivisa in una sezione dedicata alla Pre-protostoria, con reperti ossei fossili e ceramiche risalenti all’Età del Bronzo, ed in una dedicata al mondo indigeno tra Età Arcaica ed Età Ellenistica.
La realtà della città antica è illustrata attraverso i monumenti pubblici e privati, i culti che si svolgevano nei Templi, la vita quotidiana e le attività produttive e commerciali, la necropoli e le epigrafe commemorative. Tutto ciò trova riscontro nella selezione di reperti esposti e nelle ricostruzioni grafiche e plastiche che consentono di seguire la vita della città nelle varie fasi dello sviluppo, fino alla decadenza e definitivo abbandono. La sezione preromana comprende un nucleo paleontologico di zanne e molari di elefanti con frammenti di ceramica a decorazione geometrica e a bande punteggiate. Di epoca arcaica le testimonianze di popolazioni indigene con le caratteristiche lunghe armille a spirale, ma anche di contatti con i greci (coppe ioniche). L?epoca classica ed ellenistica restituisce ricchi corredi con grandi quantità di vasi di grandi dimensioni a vernice nera (crateri a campana, pelikes, guttus a disco con foglia di fico in rilievo e croce di sant?Andrea sotto il becco) e servizi bronzei. Caratteristici i frutti (fichi, noci) in terracotta nei corredi femminili e risultano di epoca ellenistica i crateri a calice e le pelikes in stile di Gnathia.
Nel seminterrato si trova la sala dedicata all’archeologia romana, al centro della quale spicca una splendida testa-ritratto di Livia, moglie dell’Imperatore Augusto. Lo spazio è interamente dedicato alle testimonianze date dalla città di Grumentum, distinte nelle vetrine. a seconda dei vari aspetti che esse illustrano (la scultura. l’artigianato artistico, i culti, la vita pubblica e privata ed il mondo funerario). Nella medesima sezione trova posto una ricca raccolta epigrafica e numismatica, nonché la documentazione sulle ultime fasi di vita della città, tra il Tardoantico e l’Alto Medioevo. Detta sezione presenta sei nuclei tipologici e topografici diversi, iniziando con alcuni reperti lapidei della città romana, fra i quali una stele funeraria con coppia di coniugi e un frammento di pisside in avorio intagliato a bassorilievo, raffigurante un simposio dionisiaco. Segue un nucleo di reperti concernente i materiali dai quattro templi della città: spicca, tra frammenti d?intonaco, matrici fittili e campanellini bronzei, un torso di Arpocrate che testimonia la presenza di culti egiziani tra il I e il II sec. d.C.
Il nucleo della “Casa dei Mosaici” (edificio privato contraddistinto dalla pavimentazione musiva policroma) mostra gocciolatoi, frammenti d?intonaco e numerose tegole bollate, risalenti al I-III sec. d.C. Esposti anche calici in ceramica sigillata aretina e comune. Alle produzione ceramiche locali e importate è dedicato un altro nucleo di oggetti provenienti dalla Casa dei Mosaici e da altri edifici pubblici cittadini. Il nucleo riservato alle necropoli romane contiene in prevalenza olle cinerarie e risalgono principalmente ad un periodo compreso tra il II secolo a.C. e il III secolo d.C. Seguono epigrafi latine, fra le quali una lastra onoraria di Tiberio e una di Adriano, cippi funerari lucani, e una collezione numismatica delle monete rinvenute nell?area urbana, di conio magnogreco (dal IV sec. a.C.) e romano (fino al V sec. d.C.)