Ancora speranze per il mantenimento del carcere di Lagonegro? L’amministrazione si sta movendo al fine di recuperare l’immobile – allo stato attuale semi sommerso dalle erbacce – e con esso parte del prestigio e dell’utilità istituzionale, nonché occupazionale, che ne deriva. Il sindaco Francesco Costanza, accompagnato dal consigliere Franco Picardi, è stato ricevuto a Roma da alcuni alti Dirigenti del Ministero ai quali ha ripresentato il problema della casa circondariale di Lagonegro. E’ stato assicurato, da parte degli stessi rappresentanti del Ministero, che, nell’ambito del programma ministeriale che prevede l’ampliamento e l’ammodernamento delle strutture penitenziarie su tutto il territorio nazionale, la struttura di Lagonegro sarà tenuta in giusta e propizia considerazione.
A dire la verità, non è la prima volta che il Comune di Lagonegro abbia formulato esplicita e ufficiale richiesta al Ministero per il ripristino del carcere. Già negli anni scorsi è stata trasmessa più volte la richiesta di ottenere agevolazioni finanziarie al fine di recuperare l’oramai rudere. Presentati, addirittura, dei progetti di recupero da parte di alcuni professionisti della stessa città di Monnalisa. Si ricorda perfino la visita, anni fa, della Commissione Ispettiva sulle Carceri del Senato, presieduta dal senatore Leonzio Borea, durante la quale si evidenziarono elementi aggiuntivi di valutazione con l’obiettivo di ottimizzare l’intervento di ripristino. A seguito della visita fu inviato al Ministero un nuovo studio per il ripristino del carcere che avrebbe compreso anche un ampliamento al fine di consentire alla struttura di raggiungere in condizioni di assoluta sicurezza circa 80 posti di detenzione. Si ricordano le promesse provenienti dalla giunta regionale in merito ad un eventuale intervento di consolidamento. E ancora….niente!
A sentire gli amministratori comunali la struttura di Lagonegro – costruita nel lontano 1910 – destinata alla chiusura perché inserita nelle carceri da dismettere per decisione dell’allora Ministro Piero Fassino, è stata ritenuta potenzialmente idonea con adeguate operazioni di ristrutturazione e potenziamento a riprendere la funzione per la quale fu costruita a presidio del circondario di Lagonegro. E’ da tener presente come la stessa casa circondariale sia stata interessata da diversi interventi di ristrutturazione poi interrotti, per diversi motivi, nel 1998 e mai più ripresi.
Il problema è di ordine finanziario e sotto tale profilo, entro l’anno in corso, sarà possibile avere elementi di valutazione sicuramente più attendibili. L’Amministrazione comunale, d’altra parte, fa sapere che continuerà a tenere i contatti esprimendo fiducia circa l’evoluzione positiva del problema. Nell’incontro romano al Ministero della Giustizia gli amministratori lagonegresi hanno ribadito la necessità che la casa circondariale di Lagonegro venga riattivata perché rappresenta presidio fondamentale dell’amministrazione giustizia nel lagonegrese, perché la sua attività rafforza la funzionalità del tribunale mettendolo al riparo da ipotesi di ridimensionamento, perché inoltre la sua attività consentirebbe a molti operatori della giustizia costretti a lavorare fuori regione di poter rientrare nella loro sede naturale, favorendo cosi il rafforzamento del tessuto sociale ed economico di Lagonegro e del suo circondario.
Comunque vada, l’intento di riqualificare la strutturale carceraria prima e di renderla funzionale poi, è da ritenere valido e opportuno. Si consideri, però, che parecchie volte tali sedi sono state convertite in luoghi aventi scopi decisamente diversi. Si pensi ad alberghi, musei, strutture polifunzionali, centri ricreativi e di aggregazione per giovani. Del resto, sarebbe preferibile alla vecchia destinazione d’uso….almeno per i visitatori.