Sabato 19 giugno, alle ore 15.00 presso la ?Sala degli Scheletri? del Museo Civico di Zoologia di Roma, si terrà un incontro per la presentazione dell?ultimo lavoro del Prof. Renato Spicciarelli, docente incaricato della Facoltà di Agraria dell?Università della Basilicata e della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell?Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma.
La pubblicazione, intitolata in modo evocativo ?La psiche del frassino? è una monografia dedicata alla Bramea del Vulture (Acanthobrahmaea europaea), una falena rara che in Europa è presente solo in Basilicata, e che sopravvive in una ristretta area situata a poca distanza dai laghi di Monticchio, in prossimità dei quali fu rinvenuta nel 1963. La sua scoperta fu un?inaspettata testimonianza della esistenza in vita di quello che dagli entomologi è oggi considerato un ?relitto miocenico?, che si riteneva estinto in Europa da centinaia di migliaia di anni, ed è diffuso, in specie affini, solo in Asia ed Africa nord occidentale.
Il testo, redatto in uno stile accessibile anche ai non specialisti in materia, è organizzato in capitoli che sviscerano le vicende della Bramea nei suoi vari elementi, catturando l?attenzione del lettore anche attraverso immagini insolite. Ci si ritrova coinvolti nell?avventura della sua scoperta e nel racconto della vita, desueta, del suo scopritore, emozionati nell?assistere agli originali esperimenti di allevamento condotti dall?autore nell?intento di esplorare aspetti ancora poco conosciuti del delicato ciclo vitale del lepidottero.
La Bramea del Vulture, come tutte le specie minacciate di estinzione,è estremamente sensibile alle alterazioni dell?ecosistema in cui vive. Attualmente la principale attività rivolta alla sua tutela è l?istituzione, avvenuta nel 1971 da parte dell?Azienda di Stato per le Foreste Demaniali, della riserva naturale orientata ?Grotticelle?, un sito di poco più di 200 ettari all?interno della foresta demaniale di Monticchio. Benché questa misura di protezione sia risultata determinante ai fini della sua sopravvivenza,non può essere l?unica deputata a fronteggiare il pericolo dell?estinzione.
Su questa considerazione l?autore apre ampi spazi di riflessione affrontando questioni quali il degrado degli ecosistemi in seguito ai processi di trasformazione ed utilizzo del territorio; l?importanza, anche etica ed estetica, oltre che utilitaristica, di mantenere il patrimonio naturale che ci è stato ?consegnato?; la necessità di promuovere la ricerca scientifica verso le specie a rischio in modo da ampliare le conoscenze in nostro possesso e rendere più incisive le misure di salvaguardia; la rilevanza della diffusione, a tutti i livelli, delle informazioni in materia di tutela delle biodiversità .
Troppi fattori concorrono a restringere il cerchio attorno agli ecosistemi fragili ed alle ricchezze in essi contenute .Un approccio di tipo globale è più efficace, rispetto a isolate azioni di tutela, nel cogliere gli aspetti essenziali di tutti i processi naturali ed antropici che, impattando sugli habitat delle specie più sensibili ne mettono a repentaglio la sopravvivenza.
Per queste ragioni la pubblicazione non guarda esclusivamente al mondo accademico e scientifico, ma si rivolge a tutti coloro che hanno a cuore la natura nelle sue molteplici manifestazioni, e maggiormente coloro che, avendo potere decisionale, possono contribuire significativamente alla salvaguardia o alla scomparsa di una specie .
?Dopo che una specie si è estinta nulla e nessuno può riportarla in vita?