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Il Ponte sul Basento

Il Ponte sul Basento fu progettato nel 1969 dagli architetti Dotti e Musmeci, su commessa del Consorzio per l?Area industriale di Potenza. L?opera mette in comunicazione la zona industriale e la strada del fondovalle alla città. Essa costituisce, con la sua ardita struttura, una magnifica scultura moderna: i pilastri infatti, sono sostituiti da un?unica volta a foglia accartocciata, dello spessore di 30 centimetri, che sorregge la campata. La plasticità della forma fa dell?opera un gigantesco e raffinato oggetto d?arte a scala urbana.

La realizzazione del ponte ha suscitato molte discussioni, e non sono mancati ostacoli alla sua costruzione, necessaria in un contesto urbano in grande evoluzione. Nel corso degli anni ?60, il rapido sviluppo della zona industriale sorta lungo le rive del Basento e la presenza di numerose aziende, che occupavano oltre cinquemila addetti, avevano modificato radicalmente l?assetto della città che assunse i caratteri di un polo industriale. Il collegamento tra il capoluogo e il nuovo insediamento dell?area industriale era però ostacolato dalla presenza della linea ferroviaria Napoli-Potenza-Taranto, utilizzata per il transito dei treni di linea, lo smistamento dei carri merci e la movimentazione delle locomotive. Erano pertanto frequenti lunghe soste obbligatorie in prossimità dei passaggi a livello che impedivano di svolgere in maniera celere tutti i servizi e congestionavano notevolmente il traffico.

Sulla base di queste motivazioni, il presidente del Consorzio Industriale, Gino Viggiani, dirigente del Ministero Agricoltura e Foreste, si fece promotore dell?iniziativa di costruire un ponte che, sorpassando il Basento e la linea ferroviaria, mettesse in collegamento diretto l?area industriale con la città. Viggiani fu saldamente convinto nel sostenere l?innalzamento di una struttura importante non solo sotto il profilo funzionale, ma che fosse anche di per sé significativa e capace di qualificare l?accesso alla città. Per cui, sotto la sua presidenza il consorzio, realizzò l?opera che si può senz?altro considerare tra le più rappresentative della cultura architettonica del XX secolo e che sarebbe diventata un esempio da manuale per molti studenti.

E? noto che l?inserimento dei ponti nel paesaggio richiede attenta sensibilità. Sulla base di questo presupposto ed in contrasto con la diffusa tendenza ad adottare forme sempre più semplici, nel campo delle costruzioni in generale e dei ponti in particolare, Sergio Musmeci tentò una strada alternativa. L?architetto volle contribuire in modo determinante alla soluzione del problema statico privilegiando la forma stessa della struttura.

L?opera realizzata a Potenza prescinde, quindi, dai consueti canoni progettuali e dimostra come la forma, pensata per aumentare il rendimento del materiale impiegato, possa essere il risultato di un processo volto a ottimizzare il regime statico. Il risultato progettuale è una figura continua, organica e moderna in quanto rappresenta la soluzione di forze e di equilibri in un?unica struttura in grado di mettere in evidenza le sue peculiarità di opera significativa sotto il profilo architettonico, strutturale e dell?inserimento ambientale.

Nei primi anni ?70 l?opera era già realizzata. Il progetto originario prevedeva anche opere di sistemazione dell?area sottostante e la realizzazione di un percorso pedonale di collegamento tra le due sponde del Basento che doveva svilupparsi sulla volta sinusoidale, al disotto dell?impalcato. Tali iniziative di completamento e di sistemazione paesaggistica, mirate a migliorare e completare la fruibilità dell?opera di Musmeci, però, non sono state tradotte in realtà.

Nel frattempo, nell?area sottostante al ponte e in tutta la zona circostante, sono stati costruiti edifici ed infrastrutture eterogenei e poco qualificati. Allo stato attuale, quindi, sarebbe opportuno un nuovo dibattito su ciò che è ancora possibile fare per la sistemazione generale dell?area e per la valorizzazione del ponte, che oggi costituisce l?accesso principale alla città.