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Questa demolizione ‘nun sadda fare’!

L’ex dispensario di Matera è stato valutato inutilizzabile, e per questo motivo il Comune ha presentato una delibera che prevede la demolizione dell’edificio sanitario, tecnicamente definita “demolizione di volumetrie di edilizia sanitaria”. La notizia è stata annunciata dal direttore generale della ASL n.4 Domenico Maroscia.

Attualmente il dispensario si trova all’ospedale Madonna delle Grazie e corrisponde al reparto di pneumatologia, ma si sa bene come vanno le cose in Basilicata, si sa bene come vanno le cose un po’ ovunque.

Sarebbe interessante capire come mai il Comune di Matera non abbia pensato di sfruttare la struttura, restaurandola o destinandola ad altre funzionalità, in genere è molto più facile demolire che costruire; sarebbe interessante capire da dove è partita la necessità di smantellare l’edificio, antico ma ancora in grado di offrire spazi utili. Il Sistema Sanitario in Italia è considerato uno dei peggiori in Europa e l’attuale Governo, negli ultimi mesi, non ha fatto altro che aggravare la situazione.

Facile ricordare le ultime proteste del corpo ospedaliero, dovute ai sempre più scarsi finanziamenti riservati al settore e ai contratti al personale non rinnovati da mesi. Adesso i periodi di ricovero sono ridotti al minimo, i medicinali che lo Stato paga agli ospedali è ridotto alla metà rispetto agli anni passati. Il malato, nella maggior parte dei casi, viene dimesso con anticipo, rispetto ai tempi che gli spetterebbero: le strutture sono sovraffollate e quindi necessitano continuamente di posti nuovi per i ricoveri, le strutture ospedaliere, causa fondi non possono più permettersi la distribuzione di farmaci se non mirata e tale distribuzione è limitata alle, come già accennato, scarse disponibilità.
Scandaloso! Ricoverarsi è diventato un lusso, tanto più ammalarsi.

Non solo il malato – per usare una provocazione – viene cacciato in anticipo rispetto ai tempi di degenza che gli spetterebbero, ma è addirittura costretto a pagare le medicine e l’assistenza domiciliare, che in teoria, l’amministrazione dovrebbe assicurare al cittadino. Amministrazione che deve fare i conti con i tagli alla sanità attuati dal Governo che, prima ancora di decidere quali sono le tasse che il cittadino deve regalare – rettifico – che deve pagare allo stato, dovrebbe garantire l’accesso alle strutture e alla salute.
Le strutture sono sovraffollate, non sempre in regola con le ordinarie norme di sicurezza e, paradossalmente, d’igiene.
Senza fare troppa provocazione spicciola, in tutta questa storia, a quanto pare, qualcuno ha provveduto a mettersi una mano sulla coscienza: sarebbe risultato sfacciatamente inopportuno assecondare un provvedimento simile.
Coscienzioso del fatto che in Basilicata mancano le strutture, lo stesso Presidente della Regione Bubbico ha sostenuto che gli edifici andrebbero ristrutturati e restituiti al più presto alle funzioni sanitarie.

Questa richiesta è stata avanzata direttamente al direttore generale della Asl 4 Domenico Maroscia, che, da subito, ha incaricato l’avvocato amministrativista Francesco Calculli di presentare ricorso al Tribunale amministrativo regionale della Basilicata. “L’ atto- ha detto il legale – consiste nell’ impugnazione di un deliberato dell’ Amministrazione comunale di Matera che intende candidare a finanziamento un contratto di quartiere per l’area di Via Gattini-via Rosselli e che prevede, con la “delimitazione d’ ambito d’intervento ”, la dichiarazione d’incompatibilità ambientale dell’ ex dispensario con la possibile conseguente demolizione di volumetrie di edilizia sanitaria.

Il ricorso al TAR per bloccare questa decisione è stato fatto per stimolare gli amministratori comunali a capire quanto sia inopportuna la demolizione di un complesso di edilizia sanitaria, che, oltre a rappresentare sul piano sociale e architettonico un pezzo della memoria storica della realtà materana e meridionale, potrebbe essere utilizzato a vantaggio del servizio pubblico. La struttura era stata chiusa un anno fa dopo il trasferimento momentaneo, per problemi tecnico-organizzativi, di alcuni servizi di medicina preventiva (senologia, pneumologia ecc) presso l’ Ospedale Madonna delle Grazie e, a quanto pare, il ricorso è servito perché sono già stati annunciati i primi piani di recupero dell’area dell’ ex dispensario di Via Laura Battista.

Le prime previsioni lasciano intuire che la struttura sarà destinata ad ospitare le molteplici attività del Dipartimento di salute mentale della Asl attualmente dislocate in varie zone della città. Come sempre in queste situazioni, il cittadino non può far altro che fidarsi. Per una volta è bastato un semplice ricorso per traghettare verso altre soluzioni una decisione che, sicuramente, è stata da principio valutata superficialmente. E’ difficile amministrare, tanto più gestire la sanità pubblica, un vero e proprio “campo minato”, fatto di tanti buchi neri che mettono a questo punto in crisi la veridicità di manifesti elettorali.

La prospettiva è di quelle allarmanti, basti guardare quali potrebbero essere le alternative di una situazione sociale indefinibile in questo momento, viste le incertezze economico-politiche. Dovere morale, di ogni sistema pubblico, di ogni sistema dotato di potere decisionale, è pensare prima di tutto al cittadino, unica reale vittima del contesto in cui vive. La politica non è fatta di comunicazione sensazionale, dove un leader si traveste per un giorno da presidente operaio. Basta con le carnevalate, silenzio coscienzioso e decisioni più concrete!