ADERISCI ALL?APPELLO ?SEPPELLIAMO I RESTI DI PASSANNANTE? SUL SITO INTERNET: http://www.uldericopesce.com/seppelliamo.html

Nell?epoca di ?Amici?, dove tutti si è ?Grandi fratelli?, nei giorni delle ?veline? e delle ?Riforme Costituzionali? ridotte a barzelletta, non c?è spazio, forse, per questa storia non conclusa, atroce e paradossale. A volerla raccontare non è né Taricone né Costantino, è un quarantenne, Ulderico Pesce, che vive a due passi dal luogo dove è nato il protagonista di questa storia: Giovanni Passannante. Il suo paese si chiamava Salvia e Passannante non era bello come Costantino, era alto un metro e sessanta, malnutrito, ingobbito e sdentato. Giovanni Passannante, cuoco lucano nato a Salvia (PZ), nel Sud dell?Italia, in Lucania, nel 1849, da genitori analfabeti e nullatenenti.

Da ragazzo non poté andare a scuola, già imperava la riforma Moratti, la scuola era privata e lui, piccolo, brutto come la peste, con le pezze al culo, si diede alla terra, alla campagna. Uno zio che aveva idee repubblicane gli insegnò l?alfabeto e per farlo spratichire nella lettura gli diede da leggere libri scritti da Mazzini e Garibaldi. A otto anni aveva imparato a leggere ma era anche un pericoloso rivoluzionario. A 22 anni, quando l?Italia era già unita, si dichiarò anarchico e cominciò a combattere per sostituire la monarchia con la repubblica. Nello stesso tempo, aprì una trattoria a Salerno dove faceva mangiare gratis. L?esperimento durò una settimana. Senza soldi e senza mestiere si guardò intorno, non trovando set televisivi dove rinchiudersi per mesi a mangiare gratis, cominciò a vivere sotto un ponte a Napoli.

La mattina del 17 novembre 1878, a Napoli, pioveva leggero leggero, e tutti aspettavano l?arrivo del re Umberto I di Savoia. Passannante aveva solo una giacca. La cedette ad un commerciante di ferri vecchi in cambio di un coltellino con una lama lunga quattro dita e, salito miracolosamente sulla carrozza del re, gli ferì una coscia. Apriti cielo, il re e il governo si incazzano e lo condannano a morte dopo un processo sommario. La madre e le sorelle vennero rinchiuse dentro il manicomio di Aversa e il paese dove era nato l?anarchico venne ribattezzato: Savoia di Lucania. Giovanni Pascoli per protestare contro questa violenza scrisse una poesia: ?Ode a Passannante?. I governanti arrestarono anche Pascoli. Per cinque mesi se ne stette in gabbia, e gli fecero distruggere la poesia.

Il re, capito che il popolo italiano sarebbe insorto se avesse fatto uccidere Passannante, convertì la condanna a morte in ergastolo. La punizione fu però esemplare. L?anarchico lucano venne rinchiuso nel penitenziario di Portoferraio, sull?isola d?Elba, in una torre che da allora si chiama: ?Torre Passannante?. Le condizioni di prigionia furono disumane: fu rinchiuso in una cella sotto il livello del mare, nel buio totale, fu incatenato ad una catena di 18 kg. cementata nel muro che gli permetteva di fare un solo passo, in quella cella, fu torturato per dodici lunghi anni, costretto a cibarsi dei propri escrementi. Nessuna televisione però lo intervistò.

Dopo dodici anni di isolamento totale fu dichiarato ?pazzo?. Ti credo. Venne condotto di notte e in gran segreto, nel manicomio criminale di Montelupo Fiorentino dove morì nel 1910. Dopo la morte, Passannante venne decapitato, il cranio e il cervello esposti nel Museo Criminologico di Roma in base alle folli idee del Lombroso. Lombroso per sopprimere gli oppositori politici inventò la storiella della ?fossetta occipitale mediana? nel cranio: chi aveva questa fossetta era nato delinquente. Criminalità congenita. Con questa favoletta il re riuscì a sterminare migliaia di repubblicani e oppositori politici. Ad essere dotati di questa fossetta, guarda caso, siamo noi meridionali e gli africani. E? un fatto congenito. Se sei africano o dell?Italia meridionale hai questa fossetta. A fine Ottocento eri fottuto a inizio duemila sei sfottuto ugale, ma un po? meno. Il Lombroso pensò di esporre il cranio e il cervello di Passannante nel Museo Criminologico di Roma dove ancora oggi possono essere ?ammirati? versando due euro.

Nel 1998 la Regione Basilicata chiese al Ministro di Grazia e Giustizia la restituzione dei resti dell?anarchico per essere sepolti. Una circolare dello stesso Ministero del 1999, firmata dall?ex ministro Diliberto, riconobbe l?errore dello Stato Italiano nel trattamento inflitto a Passannante in vita e in morte e autorizzò la rimozione dei resti per una degna sepoltura. A distanza di quattro anni nulla è ancora accaduto in tal senso. Molti si chiedono il perché. Forse perché a Savoia di Lucania, dove nel frattempo è nato un comitato che vuole riportare il nome del paese a quello originale: Salvia, non è stato predisposto un loculo che dovrebbe accogliere i resti di Passannante? Forse perché parte minoritaria della popolazione non vuole nel proprio cimitero i resti di un ?criminale?? Noi ci limitiamo a sollecitare la sepoltura. Chiediamo l?intervento anche di Monsignor Superbo, Vescovo di Potenza, perché Passannante fu battezzato quindi, secondo il dettame della religione cattolica, va sepolto.

Lo spettacolo teatrale diretto e rappresentato più volte dall’attore lucano Ulderico Pesce mira a sensibilizzare e informare sui terribili fatti avvenuti e non conclusi. Si sollecita la sepoltura dei resti di Passannante nella sua terra d?origine.

Sul sito http://www.uldericopesce.com/seppelliamo.html si raccolgono adesioni e commenti da inviare al Ministro della Giustizia Castelli, al governatore della Basilicata Bubbico, al sindaco di Savoia di Lucania e all?arcivescovo di Potenza monsignor Superbo.

Alla petizione hanno già aderito da tutte le parti del mondo: Grecia, Egitto, Brasile, Costarica. Moltissime adesioni sono arrivate anche dal mondo dello spettacolo e della cultura come Fausto Leali, Rita Forte, Corrado Tedeschi, Giovanni Russo, Rocco Papaleo, Ugo Gregoretti.

Dai anche tu il fondamentale contributo di dare una degna sepoltura al nostro Passannante

 


 

 

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