PER FARE SPAZIO AI PALAZZI SI TAGLIANO GLI ALBERI. MACCHIA ROMANA: ATTO FINALE!

Macchia Romana: una vicenda aperta. Tanto aperta da essere anche oggetto di dibattito per la campagna elettorale. Si credeva che in questa fase di campagna elettorale la vicenda sarebbe rimasta “congelata”, almeno questo è quello che si credeva fino a quando qualche giorno fa, seminascosta tra i vari atti esposti all’albo pretorio del comune, compare un’innocua determinazione dirigenziale dell’Ufficio Foreste e Tutela del Territorio della Regione Basilicata, con cui si autorizza il taglio di 500 mq del boschetto di Macchia Romana, con l’obbligo di effettuare il rimboschimento compensativo su una superficie non inferiore a mq 1000. Il primo passo verso la famigerata concessione.

E se il cittadino non ne sa nulla è semplicemente perché ha la colpa di non vivere accampato presso il municipio a vigilare sugli atti ufficiali, sotterranei o notturni. Probabilmente, non ci saremmo neanche accorti dell’inizio lavori, vista la consuetudine consolidata di non esporre i cartelli che la legge imporrebbe (ne è prova l’edificio del lotto 9, su cui sarebbe il caso che l’ufficio tecnico comunale effettuasse alcuni controlli). Forse gli alberi sarebbero stati tagliati di notte. O forse no, tanta è la forza e l’arroganza dei costruttori e degli uffici preposti alla “tutela del territorio”.

E dire che, nel corso dell’ultimo anno, in cui si è dibattuto in tutte le sedi del famigerato pentagono, dello sviluppo del quartiere e della possibilità di intervenire sui piani esistenti è stata accuratamente occultata la necessità di superare alcuni vincoli ai fini della concessione. Mentre in tanti ricordavano i diritti del costruttore, nessuno ricordava il vincolo idrogeologico, il vincolo paesaggistico ambientale, il vincolo boschivo. Tutti garantivano sull’integrità e l’inviolabilità del Bosco. L’assessore Graziadei ne sapeva qualcosa?
Ricordiamo che nei diversi incontri tra amministrazione comunale, cittadini ed associazioni in cui sono state analizzate diverse proposte di variante ai piani (ci sono infatti due piani per un quartiere, tanto per facilitare la comprensione), il dirigente del comune di Potenza, geom. Guglielmi, ha sempre sottolineato l’imminenza del rilascio della concessione, essendo questa da considerarsi un atto dovuto una volta assolti alcuni “adempimenti formali” da parte degli uffici regionali. Ci interessa capire se lo “svincolo idrogeologico” (così si dice in gergo) sarebbe uno di questi atti formali.

E l’autorizzazione allo svincolo è stata ottenuta dalla Regione, a firma della dott.ssa Rosa Maria Pietragalla, dirigente dell’Ufficio Tutela del Territorio, che continua a negarci perfino il rilascio della copia della relazione istruttoria dell’Ufficio Foreste e Tutela del Territorio redatta in data 2 aprile 2004, che esprime parere favorevole al taglio di parte del bosco, nonostante il parere negativo espresso dal Corpo Forestale dello Stato.

A tal proposito ci interessa capire quali sarebbero le cause di forza maggiore o i vantaggi per la collettività in base a cui è stato considerato tollerabile il danno oggettivo derivante dalla trasformazione definitiva di 500 mq di superficie boschiva soggetta a vincoli di varia natura.

Non sarebbe stato comunque più semplice progettare le opere senza dover intaccare aree sottoposte a vincolo, o si pensava di procedere senza autorizzazioni, visto che la vicenda della costruzione del pentagono si trascina da tempo ma solo ora sono state richieste le autorizzazioni allo svincolo?
E ci permettiamo, a questo punto, di porre una domanda. Così come vengono rimossi i vincoli ritenuti superflui, non andrebbero introdotti vincoli idrogeologici su altre aree palesemente instabili del quartiere dove invece si vuole costruire a tutti i costi ricorrendo ad improbabili quanto costose opere di stabilizzazione e di drenaggio? E’ evidente che la logica sia una sola e sempre la stessa: “costruite dove vi pare, tanto i vincoli vengono tolti o semplicemente omessi, a seconda del bisogno”.

Ritorniamo a chiedere con decisione che in questa fase di campagna elettorale, non vengano compiuti atti e determinazioni sulla questione fintanto che la politica non torni ad occuparsene, a pieno titolo, per trovare soluzioni che siano utili e condivise.

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