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Nulla si crea e nulla si distrugge…

La finitezza umana sta nel fatto che siamo esseri razionali, incapaci di rivoluzionare le leggi e i percorsi delle storie di ogni giorno. Per noi tutto deve avere un inizio e una fine, tutto deve essere giustificato secondo leggi matematiche certe verificabili, concretizzabili. A stravolgere questa visione è stato nel 1775 un importante chimico francese Lavoisier e la sua legge della conservazione della massa.

Nulla si crea e nulla si distrugge ma tutto si trasforma. Tutti avrete sentito almeno per una volta questa frase, non è un proverbio, né una frase storica di qualche antico saggio, è una legge indiscutibile, verificabile ma in grado di non porre dei limiti, di sfondare i confini del conoscibile. La società moderna per continuare a sopravvivere ha bisogno di adattare il suo stile di vita sfruttando i suggerimenti sottili che la legge propone.

L’ uomo ha usato e abusato di ogni forma di energia, tra un po’ si ridurrà ai limiti della sopravvivenza se non inizia a rispettare, a centellinare le risorse che il pianeta in cui vive gli offre. C’è chi dice che un giorno ci ritroveremo sommersi da accumuli di rifiuti e che l’uomo quando avrà finito le sue risorse si metterà a mangiare i suoi stessi scarti. Macabra come immagine ma non la vedo tanto fantascientifica.
Finalmente un po’ di buon senso da parte di chi ha le briglie, da parte di chi ci governa e ordina gli spazi in cui viviamo.

Proprio per non perdere di vista la legge di Lavoisier, la giunta regionale ha deliberato l’adozione del programma di riduzione dei rifiuti dei rifiuti biodegradabili da smaltire in discarica. Lo rende noto l’assessore all’Ambiente e Territorio Erminio Restaino Il provvedimento è realizzato, ai sensi del decreto legislativo n. 36/2003, quale adeguamento del Piano regionale di gestione dei rifiuti.

Si tratta di un documento concordato tra le regioni e costituisce una guida per la stesura dei programmi regionali per la riduzione dei rifiuti biodegradabili in discarica. Il programma è stato redatto in conformità ai contenuti del documento approvato dalla Conferenza dei Presidenti delle Regioni del 4 marzo 2004 e in coerenza con i principi e gli obiettivi contenuti nella disciplina comunitaria sul recupero di materia e di energia dai rifiuti.

Il decreto legislativo n. 36/2003, oltre all’approvazione del programma per la riduzione dei rifiuti biodegradabili da collocare in discarica, indica, dalla sua data di entrata in vigore. Il programma prevede, per il raggiungimento di tali obiettivi, il trattamento dei rifiuti e, in particolare, il riciclaggio, il trattamento aerobico o anaerobico, il recupero di materiali o energia.

L’approccio più semplice è quello di considerare che tutte le frazioni biodegradabili si decomporranno nella medesima misura. Ciò vorrebbe dire che sarà necessaria una riduzione della quantità totale di questi materiali che vanno in discarica senza preoccuparsi della loro composizione.
Appare evidente che la riduzione complessiva dei rifiuti – ed in particolare dei rifiuti biodegradabili – da conferire in discarica prevista nel medio-lungo termine deve essere conciliata nel medio periodo con l’esigenza di conferire in discarica rifiuti trattati, e con i tempi indispensabili per la realizzazione dei termovalorizzatori fondamentali per consentire il recupero energetico dei rifiuti.

Pertanto la collocazione in discarica di rifiuto trattato, biostabilizzato, deve essere considerata una soluzione non definitiva, necessaria per conseguire gli obiettivi complessivi di recupero dei rifiuti in termini di materia e di energia. Il programma regionale di riduzione dovrà riguardare l’intero universo dei rifiuti biodegradabili, nonostante non siano fissati obiettivi temporali di riduzione per il rifiuto biodegradabile in genere ma solo per il rifiuto urbano biodegradabile.

La direttiva sulla messa in discarica regolamenta in maniera severa la quantità di materie biodegradabili che potrà essere accettata in discarica per l’avvenire. Riduzioni significative delle quantità di rifiuti urbani prodotti non potranno essere ottenute che mediante misure legislative radicali.