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In ricordo di Giuliana Brescia

Il contributo letterario della scrittrice alla tradizione culturale italiana è fondamentale; la nostra terra è ricca di menti autentiche ed originali che spesso passano inosservate ma ci sono, esistono ed è quindi nostro dovere scoprirle, studiarle, scandagliarle a fondo dando loro un?adeguata dignità letteraria. Spesso sono le voci più nascoste quelle che continuano a farsi sentire nel corso dei tempi.

La biografia della poetessa è legata a quella di una donna lucana del ?500 tuttora poco definita nonostante i numerosi studi fatti agli inizi del Novecento: Isabella di Morra. La distanza cronologica che intercorre tra le due donne è notevole ma i tratti comuni sono tanti: la breve esistenza, la prigionia, l?isolamento, il desiderio di evasione, la pulsione misticheggiante verso Cristo, la poesia avente come sfondo una natura carica di valori tragici ed elegiaci. Il percorso culturale e letterario seguito però è differente.

?Poesie del dubbio e della fede? rappresentano una raccolta originale nella quale si rincorrono infiniti dubbi, tormenti, paure, silenzi, illusioni e sogni; non manca il tema dell?amore sacrale per i genitori (anche Isabella di Morra, consapevole di dover morire a breve, dedicherà un sonetto al padre lontano, non riuscendolo più a riabbracciare e affida al fiume Sinni, unica fedele voce possibile, il compito di annunciare al caro genitore l?infelice sorte della figlia).

Un?aura petrarchesca aleggia sulla nostra scrittrice Giuliana Brescia, una Saffo lucana che s?interroga costantemente sul senso e sulla problematicità dell?esistenza umana. Quale significato dare alla propria vita?Che cosa fare per coglierne interamente la complessità e la profondità?Sono interrogativi che da sempre l?umanità si pone ma difficilmente riesce a trovare risposte soddisfacenti. La sua poesia è un tenero impasto di forza e dolcezza, delicatezza e saggezza. Sia nella Di Morra che nella Brescia è forte il desiderio di evadere, di esplorare nuovi luoghi, vedere ed osservare volti insoliti, non solo per dimenticare il passato ma principalmente per vivere meglio il presente, per conoscere a fondo e scrutare la propria anima rivedendosi con occhi diversi.Sì, è proprio vero, la frettolosa quotidianità spesso ci condiziona e ci dà poco tempo per vederci ma non per guardarci.Il linguaggio semplice e puro dona agli scritti una seducente armonia e coinvolgente musicalità; i sogni sono infiniti ma l?impatto con la realtà è duro e nello scontro il tutto s?infrange.Ricostruire i pezzi è difficile e una lucida consapevolezza ci pone dinanzi ad una realtà già data che va soltanto accettata:

?I miei sogni si sono persi
nel deserto desolato della realtà?

?Le mal de vivre?, anima del Novecento italiano, rappresenta il filo conduttore della scrittrice lucana.La poesia diventa strumento di catarsi e liberazione, appiglio sicuro dinanzi allo sconforto esistenziale. Tuttavia nei suoi versi traspare un delicato velo di speranza; in ?Parole gradite?, infatti, la positività è riscontrabile sin dal titolo.

?Avere parole,
parole da riempire tutta la mia camera buia
e sentirle alitarmi
sul viso che son vive.
Vederle laggiù e colorate,
morbide, tenere come drappeggi di velluto
che coprono lo squallore bianco
dei muri?.

Nella poetica della Brescia è evidente il richiamo alla liricità propria del neorealismo pavesiano; una mescolanza tra Realismo e Decadentismo.Lo scrittore si sforza di uscire dalla solitudine servendosi della scrittura ma, alla fine, prevale un sentimento cupo e disperato che lo porta al suicidio. Pavese è condannato all?incomunicabilità dal mito dell?infanzia perduta e dalla voglia di rientrarvi disperatamente dopo le deludenti esperienze fatte da adulto.La sua liricità si risolve in un soggettivismo solipsistico di tipo decadente e nel dramma del disadattamento alla vita. La rievocazione dell?infanzia, nello scrittore, a differenza della scrittrice lucana, non si risolve in abbandono e conforto ma tragicamente. Il crollo dei miti dell?infanzia e la lucida consapevolezza dell?irrimediabile solitudine esistenziale è preludio di morte.