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Avremo un altro caso Rapolla?

L’inquinamento elettromagnetico è, nell’opinione comune, uno tra i temi maggiormente avvertiti, che crea ansia e preoccupazione. E’ cronaca recente la grande mobilitazione popolare in merito alla costituzione dell’elettrodotto Matera-S.Sofia, in seguito della quale vi è stata la giusta modifica del tracciato che rischiava di sorvolare sulle teste di molti cittadini.

E’ la stessa intangibilità e invisibilità dell’inquinamento elettromagnetico che rende ancor più preoccupante il problema. La pensano in questo modo anche gli abitanti di Lagonegro che vedono concretizzarsi la possibile creazione di un elettrodotto che, partendo da Padula, dovrebbe raggiungere la città di Monnalisa per poi arrivare a Lauria. L’elettrodotto 150 KW Lauria-Padula, almeno, il tracciato proposto, attraverserebbe anche il centro abitato. A questo, l’Amministrazione comunale ha risposto, anche su sollecito dei cittadini, chiedendo alla società GRTN la demolizione di tale disegno. GRTN – Gestore della Rete di Trasmissione Nazionale – è una società per azioni, sorta nell’ambito della riorganizzazione del sistema elettrico. Le attività del GRTN riguardano la trasmissione di energia elettrica sulla rete ad alta ed altissima tensione, la cui gestione è stata affidata alla società in regime di concessione ed il dispacciamento, attività quest’ultima che coordina il funzionamento degli impianti di produzione, della rete di trasmissione nazionale e delle reti ad essa connesse e dei servizi ausiliari del sistema elettrico.

La risposta della GRTN non ha tardato a farsi attendere proponendo, a sua volta, un tracciato alternativo, una vecchia rete 220 KW – fuori dalla portata del centro abitato – riattivata per far fronte alle giuste perplessità della popolazione. Preoccupazioni che riemergono, ancora una volta, quando, successivamente, la società TERNA – proprietaria dell’elettrodotto – confermava al Comune di Lagonegro che non vi era ancora nessuna decisione, da parte di GRTN, di demolire i tralicci della discordia. A breve vi sarà ancora un altro incontro tra Amministrazione comunale e società per chiarire ulteriormente le rispettive posizioni. Si spera, nel bene dei cittadini.

Poiché nei tanti studi di settore realizzati vi sono state molte conferme di una stretta relazione tra esposizione ai campi magnetici e determinate patologie, è necessario applicare il principio di cautela, di natura precauzionale. In altre parole, bisognerebbe sempre assumere norme di sicurezza, limiti d’esposizione che mettano la società in condizione di tutelare in primo ruolo la salute dei bambini, quella degli uomini, l’ambiente e le biodiversità.

E’ molto importante che esistano mezzi di cautela istituzionali (leggi, ispezioni ordinarie e costanti presso le fonti..) che tutelino realmente i cittadini dall’elettrosmog, con dei valori di riferimento ispirati alla tutela reale della salute umana e dell’ambiente. C’è anche da dire come, la diffusione della telefonia radiomobile, le strutture della quale richiedono l’allestimento di una vera e propria rete di antenne emittenti su tutti i territori coperti dal servizio, stia comportando, anch’essa, un significativo incremento dell’esposizione a queste radiazioni, così come l’utilizzo sempre maggiore dell’elettricità e lo sviluppo di nuove tecnologie elettriche sottopongono una parte crescente della popolazione a elevati campi elettromagnetici.

Ma guai a togliere al popolo sempre più tele-elettro-dipendente il proprio cellulare o il PC… Addirittura, le nuove generazioni fanno un buon uso delle nuove tecnologie già in tenera età incoraggiati da quei saggi genitori che confondono la formazione con l’informazione. Si pretende, da una parte la tecnologia, quindi, il consumo, e dall’altra parte si chiede di non inquinare? Fino a quando la responsabilità di quello che ci circonda non è mai anche nostra?