LA STORIA DEI MILLE GIURAMENTI DI MASSIMO LANZETTA APPRODA ANCHE A PISTICCI
?Nel profondo del mare azzurro / passeggiano gruppi di pesci / di tanto in tanto passano navi / che vanno là e ritornano qua / mare chiaro e profondo / che confina con il cielo / mare sereno / sorvolato da uccelli / liberi e felici / è bello vedere lo spettacolo dell?alba / in mezzo al mare?.
Niente meglio di questi versi sintetizza il pathos e la sofferenza dell?autrice Marsida Shyti, l?immaginaria eroina ? creata dalla fantasia di Massimo Lanzetta ? di un?epopea moderna in cui i valori della libertà e della felicità sembrano essere lontani dalla maggioranza degli uomini. Lo spettro della guerra è l?anima di questa fuga verso la salvezza, una fuga inutile, abbarbicata ad una promessa che nessuna divinità potrà mai mantenere. E? forse in questa riflessione il senso profondo della ?Storia dei Mille giuramenti?, la rappresentazione organizzata per le classi elementari e medie dell?Istituto comprensivo Padre Pio da Pietrelcina.
La vicenda di Marsida, rappresentata a Pisticci dall?Associazione Teatro dei Sassi e realizzata con il supporto dei medici volontari facenti capo alla TOLBA di Matera, è stata inserita nello spettro di attività relative alle Funzioni strumentali Gestione e Continuità, Rapporti con il territorio e servizi per gli studenti. Abbiamo incontrato i ragazzi delle quinte elementari coinvolti nel progetto. Il dato trasparente, leggibile e chiaro sui loro volti è quello dell?entusiasmo, della motivazione alla novità, della riflessione. Nessuno è rimasto impassibile di fronte al dramma del popolo albanese costretto ad abbandonare le proprie case, la terra natia, per affrontare un viaggio verso una libertà che resterà comunque un miraggio. La storia ha per ognuno un significato diverso, legato a questo o quel momento scenografico, ad una luce, ad un oggetto. Così, ad esempio, accade per un barattolo colmo di terra albanese che i fuggiaschi portano con sé, un barattolo che simboleggia la vita stessa e la possibilità per gli esseri umani di trapiantarla come un piccolo albero affinché cresca altrove. La ricerca di un luogo dove la diversità significa pace e prosperità si intreccia in questa rappresentazione con la morte e con l?ombra cupa della guerra. I bagliori delle granate fanno da contraltare al baluginio azzurro delle onde del mare, un mare che è depositario di tutta la fiducia del gruppo di fuggitivi. Zattere e speranza trasportano oltre una moltitudine che nella sventura riesce ad essere un corpo unico, una entità indistinta eppure carica di speranza.
I bambini pisticcesi si sono dichiarati appagati dall?esperienza vissuta. Coltivare iniziative teatrali, ma di un teatro dei piccoli, un teatro che si concretizza in pochi significativi tratti e che utilizza pochi watt per veicolare tuttavia un grande messaggio è diventato un obbligo per chi svolge una difficile attività come quella dell?educatore. Un plauso vada allora ai docenti Paola Cornacchia, Donatella Rinaldi, Mario D?Alessandro, per come hanno saputo configurare questo progetto, inquadrandolo perfettamente nell?ambito della funzione continuità. Il lavoro realizzato è la dimostrazione di quanto proficua possa essere l?apertura al territorio e la diversificazione delle attività per una scuola che voglia dirsi moderna e ? come suol dirsi ? al passo con i tempi.
E’ un plauso a chi questa manifestazione teatrale ha ideato e realizzato, per il modo tutto particolare di integrare testi, musica arbresh, essenze orientali, prossemica, mimica, luci e forme. Di eccezionale fattura il ricorso a scampoli di narrazione e la particolare disposizione del pubblico in semicerchio, con il ricorso a fasi di coinvolgimento diretto degli spettatori. Un esperimento teatrale riuscito, a giudicare dal livello di soddisfazione espresso dai piccoli della Scuola Elementare di via Cantisano. Un racconto senza tempo che vuole insegnare ai bambini valori universali quali il rispetto dell?altro e dell?altrui cultura.