Il sistema universitario nazionale attraverso la filosofia controriformista del governo Berlusconi sta attraversando uno dei suoi periodi più oscuri.
Il ridisegno del ruolo dei ricercatori reso precario e simile ad un co.co.co dal decreto legge Moratti, i continui tagli alla formazione ed alla ricerca che anche quest?anno spezzano le ali all?alta formazione rende ancora più difficile il cammino e la crescita dei piccoli atenei come quello lucano.
E? necessario perciò mettere in campo una nuova strategia di crescita e di sviluppo culturale che stia in rete con il territorio. Naturalmente si tratta di favorire la costruzione di una rete territoriale per l?innovazione tra Università, Enti e Centri di Ricerca pubblici e privati, valorizzando l?eccellenze e le competenze in un processo di integrazione tra territori. La valorizzazione della ricerca deve costituire una risorsa sempre più significativa per il finanziamento dell?Università attraverso contratti di ricerca con Imprese, intese di parternariato, uffici di relazioni con il sistema produttivo, iniziative di incubazioni di giovani imprese tecnologiche e produzioni di beni e servizi innovativi. E? evidente che anche tutto ciò ha una ricaduta nel rapporto tra ateneo e territorio.
Pensiamo ad esempio cosa rappresenta l?Università, la presenza di una comunità accademica e scientifica, la presenza di una comunità studentesca al fine di innescare processi di innovazione produttiva, culturale ed istituzionale per un?area territoriale. Pensiamo a molti settori di interesse e di azione comune tra Università e comunità territoriali, per esempio la vivibilità urbana e la sostenibilità dello sviluppo locale, la tutela e la valorizzazione del patrimonio storico artistico, la valorizzazione dell?ambiente culturale e naturale, la progettazione del territorio e del paesaggio, la pianificazione urbanistica, la riconversione di grandi aree industriali ed ancora la salute dei cittadini, i servizi alla persona o i servizi pubblici locali al centro dell?attenzione in questi giorni; ed ancora la formazione del lavoro intellettuale, la mobilità dei ricercatori, la predisposizione di percorsi per l?educazione degli adulti. Insomma è necessario lavorare ad un effettivo completo interscambio eliminando la separatezza che talora ancora esiste tra Università e Società, è possibile lavorare ad un intreccio più proficuo dell?Università con le istituzioni culturali con il mondo del lavoro delle professioni con il tessuto produttivo.
Questa impostazione del resto è resa ancora più stringente e lo sarà sempre di più dal nuovo assetto costituzionale in senso federalista dello Stato con le specifiche competenze attribuite alle regioni nel campo della formazione della ricerca e dal rapporto diretto dell?Unione Europea con le regioni.