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Le stagioni incerte di Giagni

Continuando la nostra rassegna di poeti e scrittori lucani non si può non prendere in considerazione una personalità straordinariamente complessa: Giandomenico Giagni. Scrittore potentino, riservato ma nello stesso tempo socievole e aperto alle relazioni interpersonali, diversifica i suoi interessi culturali.

Lasciata la terra natale raggiunge Parigi e infine Dublino; nella singolare poesia ?Stagione incerta? ricorda il soggiorno in Irlanda, terra particolarissima.

?E? una stagione. L?ultima, la prima, forse una via di mezzo, non lo so.
Apriti Irlanda, sciogli i tuoi rancori.
A chi viene dal Sud l?unghia è calda
E caldo è il desiderio?
?

Lo scorrere del tempo rende sempre più forte e profondo il legame con la sua città natale.
?Il confine? è una raccolta di poesie in cui da un lato si presenta la condizione di chi vive lontano dagli affetti più cari, da una terra che nonostante la lontananza è vicinissima e dall?altro la possibilità di ritornare alle proprie radici solo tramite il sogno ed indimenticabili profumi, colori, odori e sapori. La lontananza è tanta ed il vuoto è incolmabile:

?Non c?è nulla che possa
raggiungerti stasera?
?

E? sufficiente però una minima sensazione a far rivivere immagini, a delineare i contorni netti di immagini lontane ma fortemente comunicative ed espressive:

?Un campano dalla porta sembra un urlo
e la voce dice che la notte è triste,
la notte è lunga
dice che manca l?acqua alla fornace, il fieno nel pagliaio,
dice che ogni passo d?uomo nella notte
fa il tonfo d?una vita perduta
?.

Momenti carichi d?emozioni si profilano dinanzi ai suoi occhi, è uno struggente correre del tempo: il ricordo della madre, del padre, l?odore del vino, rumori e suoni di una civiltà contadina che non ha tempo ma ha una storia, infiniti momenti nostalgicamente irrecuperabili.

Perché continuare a struggersi?
Ad un certo punto l?autore, inconsapevolmente, arresta il processo di autoscavo psicologico. Non manca neppure l?evocazione malinconica dell?amata e la triste consapevolezza di non rivederla. Ritroviamo ancora il tema della lontananza nella ?Ballata del ritorno?, in cui forti emozioni s?intrecciano in un?atmosfera di magia e di incanto. Uomo buono, operoso, preciso, onesto ed incapace di scendere a compromessi, in questo modo il neorealista Vasco Pratolini, definisce il nostro scrittore.

Elemento costantemente dominante nei suoi versi è la luna:

?Era il tempo della luna sui canneti?
?E? alta la luna di febbraio?
??alla deriva / l?uomo assassinato parla con la luna
?
Continui elogi, dunque, alle notti incantate dal chiaro di luna.

Perché nei suoi versi è ricorrente l?aspetto notturno?
Forse perché è l?unico momento della giornata in cui si riescono a cogliere voci che la rumorosità del giorno soffoca. La notte è invisibile,inafferrabile ma in essa si percepisce qualcosa di diverso; ciò che s?immerge in essa non è annientato, è indistinto ma continua ad esistere; tocca a noi dare un volto a forme semplicemente indefinite.