Lo studio dell’emigrazione per ?famiglie e parentele? ci mostra il meccanismo basilare della migrazione, dato che seguendo le catene familiari, e la loro residenza paesana, si distinguono diversi zone da cui partono i primi impulsi delle catene d?emigrazione ruotesi. Le quali cominceranno a partire dal 1860 la loro gestazione del movimento di fuga che continuerà fino agli anni ’60 del XX secolo, essendo ancora l’emigrazione un fenomeno contemporaneo e caratteristico di questa società.
Esistono nel processo emigratorio di Ruoti quattro tappe diverse:
l. La prima tappa che parte dal 1860, con destino americano, appare dirigersi e stabilirsi soprattutto a New York, New Jersey, Boston e Chicago. Sappiamo dai dati dei giornali dell’emigrazione che New York crearono insieme ad altri lucani importanti quartieri etnici. Famiglie proveniente di Ruoti erano già stabilite nel Bronx agli inizi del XX secolo. Altri compaiono in Argentina nelle province di Buenos Aires, Mendoza e Corrientes.
2. Un secondo momento a partire dal 1890, dove compaiono professionisti con l’indicazione precisa dei loro destini d’emigrazione. In questo periodo aumenta l’emigrazione contadina dettagliatamente descritta nelle fonti, unitamente alle diverse mete americane. L ‘interruzione di questa corrente sarà segnata dalla prima Guerra Mondiale che frenerà la fuga, ristabilitasi poi durante il dopoguerra ed in seguito impedita dal Fascismo. Tra le mete scelte più frequentemente vi sono: Canadà (Montreal, Toronto); Argentina (Buenos Aires, Santa Fe, Corrientes); Brasile (Sao Paulo, Parahiba); Chile (Iquique); Haiti (Goave), ecc.
3. Un terzo periodo d’emigrazione di massa si avrà dal secondo dopoguerra; costituito da contadini piccoli proprietari e artigiani di scarsa o nulla capacità lavorativa. Riceveranno la spinta della critica situazione del dopoguerra e diminuiranno il loro flusso solo con il miracolo italiano dei primi anni ?60 che riorienterà l’emigrazione lucana ad altre regioni del nord italiano e dell’Europa. Si rafforzeranno durante questo periodo le catene d’emigrazione aperte dai loro paesani più di un secolo prima. I paesi di destinazione saranno: Argentina (Buenos Aires, Santa Fe); Canadà (Toronto, Montreal); Brasile (SanPaolo); Chile (Iquique); Belgio (con un quartiere etnico di ruotesi a Bruxelles); Svizzera, e il nord della penisola italiana con catene immigratorie a Torino, Milano ed Emilia Romagna.
4. L’ultima tappa è la più recente e ci parla di un processo d’emigrazione inverso dalla decade del ’80 fino ad oggi, in cui molte famiglie originarie dello spazio ecumenico ruotese ritornano al loro paese di nascita dopo aver trascorso decenni all’ estero .
Come abbiamo osservato la Lucania ed il nostro paese di Ruoti dopo il 1860 lascia di essere una terra assediata dai banditi-contadini per diventare una terra di emigranti, dove per prima volta nei canti d’amore comparirà il mare come ?frontiera? che separa i destini degli innanmorati che tenteranno comunque di unirsi grazie all’aiuto di regole magiche come la seguente:
“Stella da lontano ti guardo
e da vicino ti saluto.
In faccia ti vedo
ed in bocca ti sputo.
Stella, non farlo morire,
fa che deve tornare
e restare con me”
Canto che secondo il sapere popolare faceva effetto se era pronunciato “all’aperto sull’uscio di casa e guardando una stella”. La sua formula risultava efficace si era pronunciata da qualche ambasciatrice o anziana stregona che usando la sua abilità combinava matrimoni e fidanzamenti portando col mezzo della magia il messaggio d’amore là dove la persona amata si trovava. Anche se il posto era l’ America doveva fare lo stesso effetto, comunque riusciva a raggiungere qualsiasi persona del universo del “noi”, malgrado la esplosione del centro ecumenico che si concretizza con l’emigrazione. Dopo la quale si incomincia a smembrare e ristrutturare lo schema di potere che lo stesso brigantaggio aveva voluto combattere. Uno ideale che nessun emigrato si era proposto in maniera cosciente. A partire da questo osserviamo che ciò che unisce i briganti agli emigranti è che tutti e due, da posizioni antitetiche possono essere considerati come disertori del “sistema dell’universo ecumenico paesano”.