La Direzione delle FAL rimarrà, a Potenza. Questo è quanto emerso alla fine di una lunga vicenda che ha coinvolto apparati sindacali e organi istituzionali. Il popolo lucano paga sempre più lo smembramento istituzionale e aziendale dalle proprie terre. Un azione che sembra inarrestabile e dagli effetti devastanti che non accenna a diminuire, anzi. Inevitabilmente, tutte le aziende – anche quelle pubbliche – pagano il dazio ai principi della competitività con la conseguente dismissione delle attività meno remunerative.

In questa ottica, le zone del sud Italia più povere, quindi, la Basilicata, sono colpite direttamente al centro delle proprie esigenze e dei propri diritti di cittadinanza. In particolare, anche l’azienda FAL aveva manifestato l’intenzione di sopprimere la direzione ubicata a Potenza. Ma questa volta è andata bene. O così pare. Infatti, Il piano di ristrutturazione – (termine molto in voga che solitamente sta a significare eliminare il “grasso in eccesso” del processo produttivo, ovvero, i lavoratori) – presentato dalle Ferrovie Appulo Lucane (Fal) non comporterà la perdita di posti di lavoro e, a quanto pare, neanche lo smantellamento delle strutture operative lucane. Questo, almeno, è quanto assicurato sia dal governatore della Regione Basilicata, Filippo Bubbico, sia dal presidente del Consiglio di amministrazione delle Fal, Alessandro Tamburrino, durante un incontro al quale hanno partecipato, tra gli altri, l’assessore alle Infrastrutture e Mobilita’, Giovanni Carelli, il dirigente generale del Dipartimento, Nello Vietro, e il consigliere di amministrazione delle Fal, Angelo Tataranno.

La posizione della CGIL in merito, prima della definitiva e positiva decisione dell’azienda di fare un passo indietro, è stata molto dura: “Quanto sta accadendo in questi giorni alle FAL – si legge in un comunicato – è il risultato di una assenza di strategia sul futuro di una azienda che non si sa ancora con precisione chi saranno i proprietari futuri constatato che ad oggi la Regione Basilicata ha accettato il trasferimento delle azioni con l’accordo sottoscritto con il Ministero, mentre la Puglia continua a nicchiare non accettando di fatto la quota pari al 45% perché vuole avere la maggioranza nelle FAL per continuare a gestire l’intera azienda che ha fino ad oggi, con la complicità del Ministero dei trasporti che nel frattempo continua ad avvallare scelte, in particolare sul versante degli investimenti, che stanno penalizzando la Basilicata. Continua il comunicato: “Si rende necessario a questo punto aprire una fase di vero confronto sulle linee guida del piano industriale.

Linee guida che devono essere date dalla proprietà e quindi anche dalla Regione Basilicata, non solo perché già azionista, ma anche perché le scelte sui servizi di trasporto pubblico spettano al massimo ente territoriale pur tenendo conto della interregionalità dell’ attività delle FAL. Nessun atto del C.d.A. può essere accettato, da nessuno, fuori da questa impostazione, e tutti, in Basilicata hanno il dovere di contrastare ipotesi che nuocciono al nostro territorio, penalizzano l’autonomia gestionale del servizio, pongono una ipoteca sul piano industriale, non sono rispettose di normali relazioni sindacali e mettono in discussione i diritti dei lavoratori. Alla Regione pertanto si chiede di dare continuità, attraverso la convocazione di un incontro urgente, su quanto si è discusso nell’incontro di dicembre con il C.d.A. delle FAL ed il sindacato fermo restando che nel frattempo nulla essere modificato a partire dal mantenimento della funzione separata di direzione che nulla ha a che vedere con le persone”. Godiamoci la vittoria dei lavoratori e di tutto il popolo lucano, almeno per questa volta.

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