Sul tema della sanità locale oramai si sa che non fa più notizia, o, almeno, che non conviene se ne parli, vedi imminenti elezioni. Son passati i bei tempi in cui si organizzavano sit-in e accampamenti di protesta in prossimità dell’azienda sanitaria n.ro 3 al solo bisbiglio di una qualche diceria su probabili trasferimenti di personale o di competenze specifiche da un ospedale all’altro.
Altro mistero sembra avvolgere il nuovo grande ospedale unico del lagonegrese che dovrebbe, in teoria, sostituire quello attuale di Lagonegro. Il plesso dovrebbe sorgere nella zona alta del paese, in area già scelta dall’apposita commissione, poco sopra lo svincolo di Lagonegro Sud dell’A3 Salerno-Reggio Calabria. E’ da un po’ di tempo che non se ne parla più nei dibattiti politici, anzi, è caduta anche l’enfasi con cui si accennava all’argomento; per lo meno si è bruscamente interrotta ogni notizia che riguardi la vicenda. Proprio la mancanza di notizie in merito alimenta le più varie fantasie. L’ultima “chiacchiera” riguarderebbe l’Anas i cui programmi e progetti operativi prevedono grandi lavori dell’Autosole anche a Lagonegro: si dovrebbe addirittura spostare l’attuale ubicazione dello svincolo autostradale portandolo nella parte superiore. I lavori, insomma, del nuovo ospedale potrebbero intralciare quelli autostradali e, naturalmente, viceversa, e questo sarebbe il motivo del silenzio che è caduto sui lavori del nuovo complesso ospedaliero. La motivazione non è poi tanto singolare, ma siamo anche in piena campagna elettorale e non si può certo (non)credere ad ogni cosa.
Nel frattempo, però, sono già avvenuti i trasferimenti a Lauria, da Lagonegro, degli uffici, quindi, del personale, del Distretto Sanitario (Commissioni di invalidità, di igiene, alimenti e nutrizione, veterinaria, ecc…), in modo da completare la definizione di Distretto di secondo livello, di cui la stessa Lauria è sede.
Il riordino della rete ospedaliera dell’Azienda sanitaria locale n.3 Lagonegrese – Senisese, secondo la programmazione stabilita dal governo regionale, prevede l’Ospedale per acuti a Lagonegro, con la completa attuazione del Pronto soccorso attivo nel quadro del 118 regionale, l’ampliamento dell’Ospedale di Lauria con il completamento del padiglione per la riabilitazione e la lungo degenza, il potenziamento dell’Ospedale di Chiaromonte e, infine, il centro Inail a Maratea con tutti i reparti e servizi da attivare. Proprio i cittadini della cittadina tirrenica esprimono preoccupazione dalla fase di stallo in merito alla collocazione nella struttura ospedaliera di un centro di riabilitazione a carico dell’Inail, da qualche tempo promessa ma non ancora realizzata, dopo che è avvenuto un traumatico smantellamento dei reparti ospedalieri proprio in favore di Lagonegro.
Dicevamo dei bei tempi andati. Ricordate quando il coordinamento di tutte quelle attività riguardanti la salute delle persone veniva definita “unità” e non “azienda” sanitaria locale. Altri tempi. Si preferisce usare una terminologia di costume strettamente commerciale anche nel descrivere servizi pubblici per rammentare, a chi ne avesse bisogno, che nessuno regala alcunchè, anzi. Oggi, addirittura, i manager sanitari guadagnano decine di migliaia di euro anche da quanto fanno risparmiare allo Stato (quindi, a noi?!) nella gestione dei servizi; peccato, che il livello di efficienza non si basi, invece, da quante vite hanno contribuito a salvare o da quanti pazienti hanno preferito non emigrare in strutture dislocate in altre regioni. Altri parametri. Altri risultati.
Purtroppo, la mercificazione della salute è pari a quella dell’istruzione. Bisogna pagare, innanzitutto. Allorquando si pretende la garanzia del risultato (positivo, ovviamente). Il futuro, di certo, non sarà migliore, dato che, a livello nazionale, si strizza l’occhio al modello sanitario americano; la strada presa pare andare proprio da quella parte. Un consiglio: non ammalatevi.