Per un giusto incipit: ?Si riconosce il pericolo della concentrazione di tanto potere esecutivo in poche mani: poche persone decidono nel campo militare, politico, economico di tutti gli esseri viventi; gli attuali controlli sono apparenti e insufficienti; l?individuo sente sempre più che poteri a lui estranei decidono su tutto, senza tenere minimamente conto di ciò che lui voglia, anzi ingannandolo per creare un consenso pubblico fittizio mediante un enorme dispiegamento di ?mezzi di comunicazione di massa?, che sono la stampa, la televisione, la radio, il cinema? (Aldo Capitini, 1967).

?Scanzano alla Ribalta. La comunicazione di crisi: il ruolo e l’impegno dei mass-media?. E? questo il titolo del convegno svoltosi lo scorso 27 marzo 2004 a Scanzano Jonico. Alcune cose sconcertanti sono scaturite dall?incontro: LucaniaNet.it non fa parte dei mezzi di comunicazione di massa regionali riconosciuti; non è stata invitata alla manifestazione; sembra essere passato inosservato il nostro impegno, e quello di tutte le testate giornalistiche on-line, nelle vicende scanzanesi del novembre 2003; il web-giornalismo, nella nostra regione, non è conosciuto, non è capito, fa paura. Si preferisce finanziare progetti ?privati? ed aprirsi alle nuove tecnologie sborsando fior di quattrini, gli stessi che hanno alimentato BasilicataNet.it, insomma. Quello si che è un portale d?informazione certificato. Riconosciuto perché controllabile?noi no!

Il presente editoriale arriva dopo una lunga riflessione e dopo un botta e risposta acceso tra Francesco Perone e Luigi Scaglione, Presidente del Co.Re.Com di Basilicata (?potete leggere la loro discussione nell?articolo: ?Scanzano alla Ribalta: una domanda. Al convegno sull?informazione di crisi si è pensato bene di escluderci e screditare i professionisti del web. Timore reverenziale?). Sono personalmente esterrefatto per la nostra esclusione, perchè c?è il tentativo continuo di difendere delle posizioni predeterminate, perché c?è una volontà costruita di tener fuori da ogni logica e dinamica interna chi cerca di portare avanti un?informazione ?altra?. Sentori preoccupanti.

Ed ancor più preoccupanti risultano le parole profuse da Luigi Scaglione nella missiva inviataci. Quando leggo: ?Si tratta in sostanza di due piani diversi di analisi del fenomeno della comunicazione di crisi, che volutamente, il Corecom e l’Ordine dei Giornalisti, non hanno voluto confondere. Del resto, l’accezione di “media” è teoricamente legato alla capacità stessa degli strumenti di essere monitorata e valutata come accade ad esempio per i giornali certificati e per il Tgr di Basilicata?, sarei tentato di rispondere alla demagogia con la demagogia, ma a queste condizioni preferisco interrogarmi sul ruolo assunto, in tutto questo, dall?Ordine dei Giornalisti, dall?Assostampa e dal Co.re.com; dal loro compito garantista. In tutta sincerità non so cosa significa l?accezione di giornali certificati, né comprendo – nella loro idea distorta – il significato che viene attributo ai media. Si preferisce parlare di monitoraggio degli strumenti di comunicazione, nella migliore tradizione accentratrice di chi ha scelto l?arma del controllo a quella del confronto. Ogni media, dalla radio alla televisione, dai giornali cartacei alle testate on-line sono da considerarsi il messaggio, l?estensione di noi stessi, lo strumento della comunicazione. Quanto detto è valido sempre, anche per gli organi d?informazione, indipendentemente dal loro target, dalla loro natura, dalla loro fruizione, dal contesto nel quale operano.

A Scanzano Jonico si parlava di informazione di crisi. Quale occasione migliore – quindi – per introdurre nel contesto della stampa regionale gli operatori del web. Troppa superficialità nelle dichiarazioni che mettono in luce una scarsa conoscenza dell?origine delle reti. Nel 1969 ? in pieno clima di ?Guerra Fredda? ? il Pentagono creò la prima rete telematica denominata Arpanet, che le forze armate americane attivarono per lo studio di un sistema di comunicazioni flessibile e capillare, in grado di resistere e sopravvivere alla distruttività di un attacco nucleare nemico. Furono proprio gli albori di un?informazione di crisi. E allora?

Allora, si preferisce ancora una volta screditare l?operato altro, con frasi del tipo: ?Che il web debba avere un suo spazio, nessuno lo nega [?] ma l’iniziativa di Scanzano ha tutta un’altra finalità che riguarda l’analisi professionale dei giornalisti e dei loro strumenti di informazione in quel delicato momento per la nostra regione?. O ancora: ?Il popolo del web ha un’altra storia da raccontare, che affronteremo [?] anche analizzando la capacità di esprimersi dei cittadini e la professionalità, laddove esiste, degli operatori (giornalisti e non) che vi operano?.

Abbiamo si un?altra storia: unica, ma qui è messa, spudoratamente, in dubbio la professionalità di tutti quei giornalisti che operano sul web, di tutte quelle testate nazionali che hanno creato il loro supporto on-line e che ivi stanno trasferendo la loro professionalità ed esperienza. Non sono forse professionisti? Io, personalmente, non sono regolarmente iscritto all?Ordine dei Giornalisti? La nostra testata non è forse regolarmente registrata, o meglio ?certificata?? La Regione Basilicata non ha forse lanciato un certo Tg-Web? Vogliamo forse buttare le circa 22.000 firme raccolte contro il Decreto Condanna-Scanzano? Vogliamo forse adombrare l?operato dell?informazione on-line durante la ?story-scorie?; il moto spontaneo che ne è scaturito e la raccolta di informazioni in tempo reale?

Il convegno organizzato è – senza fraintendimenti alcuni – un attacco all?informazione libera; a quella informazione libera che si contrappone intelligentemente ai mass-media che sono parte integrante del sistema economico-finanziario; a quei centri di potere mediatico che forniscono sempre più informazioni in un senso favorevole all?ordine sociale costituito; a quegli strumenti di comunicazione che orientano l?Opinione Pubblica verso una perenne illusione, che ci distrae da tutto il resto. Un attacco deciso a quell?informazione libera fuori dalla rosa di quei mass-media che sono la voce dei ?padroni?, con l?intento di infondere in noi l?idea che questo è l?unico Sistema possibile.

La scelta cercata di non confondere due modi di fare informazione è stata un?ingiusta discriminazione e, per giunta, una condanna unidirezionale, mirata al nostro giornale. E non può essere altrimenti se consideriamo le dichiarazioni dell?assessore alle attività produttive e politiche dell?impresa, Carmine Nigro, che intervenendo in ?Scanzano alla Ribalta? ha animato la platea con gli ?eccezionali? numeri di BasilicataNet.it. Quindi il web centrava qualcosa!

Dimenticavo. Questa realtà inquietante della comunicazione politicamente riconosciuta sta distruggendo ogni forma di etica e deontologia professionale. L?informazione lucana ?certificata? è chiaramente in crisi e l?unico modo per rialzare la testa è aprirsi sinergicamente al nuovo che avanza. Invece, vogliono seppellirci, oscurarci, censurarci, condannarci, isolarci, screditarci, scanzarci. Urgono lezioni deontologiche. Non facciamo parte di un ordine precostituito. Non possono controllarci, assoggettarci. Siamo indipendenti.

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