La Chiesa Madre di San Nicola

La Chiesa Madre di S. Nicola Già nel IX secolo esisteva, dove sorge la Chiesa, la Cappella dei Principi Pinelli del Belmonte che fu ingrandita sotto Carlo d’Angiò quando Rivello fu dichiarata “Regia Città”. Fu costruita utilizzando gran parte del vecchio castello medievale, oggi completamente distrutto. Nel 1744 la chiesa subì variazioni dovute al crescente numero degli abitanti. E’ di stile romanico, a forma di croce, a tre navate. Il coro segue lo stesso stile della chiesa, e fu costruito da Francesco De Risi di Rivello nel 1825. A sinistra, entrando, c’è un altare con una balaustra di pietra rivellese. Sottostante la chiesa si trova la Cripta di S.Nicola, più antica della chiesa, pure a tre navate, abbellita da 34 colonne rustiche di pietra rivellese. Nella nicchia della Cripta si conserva una statua di S.Nicola di stile Bizantino con il volto dipinto nel colore della gente asiatica. Dalle volte delle tre navate pendevano, anticamente, dei lampadari di argento e oro, artisticamente cesellati da orafi rivellesi.

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Ma quando il generale Massena, che guidava le truppe napoleoniche verso Lauria, passò per Rivello, vi installò i cavalli, portandosi poi via le lampade e lasciando un vuoto sacrilego. La devozione dei fedeli le sostituì in seguito con altre di nessun valore. La cripta fu dichiarata Monumento nazionale dal Re Ferdinando II. Lateralmente alla cripta, della stessa lunghezza ed ampiezza, vi è un locale che serviva da sepoltura ai fedeli, mentre i sacerdoti, alla loro morte, vestiti dei Sacri Paramenti, venivano messi a sedere su di un muricciuolo che circondava la tomba comune posta sotto la Cappella del Sacro Cuore. I dignitari della Chiesa, invece, venivano seppelliti proprio nella chiesa in loculi adiacenti alle colonne.

All’interno della chiesa, sull’altare terminale della navata leterale sinistra, per chi guarda l’altare maggiore, si nota una Madonna del Rosario di buona fattura, di scuola napoletana, e nella navata laterale destra un Trittico del ‘300. Da circa quindici giorni, alla presenza del Vescovo, è stata riaperta al culto dopo circa dieci anni di lavori. La comunità rivellese ha visto donarsi, nuovamente, una delle chiese più belle.

La Chiesa di S. Maria del Poggio

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Chiesa di rito Greco fino al 1572, ha origini che risalgono a quelle della chiesa di S.Nicola con la quale fu sempre in lite per la supremazia e la priorità. Verso l’anno Mille fu costruita, sulla rocca della collina Poggio, la cappelletta di S.Giovanni che nel 1700 fu rimpiazzata dall’attuale chiesa.

Dietro l’altare maggiore vi è un polittico formato da sei quadri rinvenuti abbandonati nel coro. Le sei opere rappresentano: San Basilio, la Madonna del Poggio, San Pietro, San Paolo, Sant’Antonio e San Biagio. Il quadro che rappresentava la Madonna è stato trafugato. Su un lato della navata sinistra vi è un altare che risale al 1733 ed appartiene alla famiglia Megale. E’ scolpito in pietra speciale, simile al porfido rosso che, anni fa, si estraeva in una località vicino al paese, sotto la frazione Molingiuolo (forse San Brancato) ove esistono ora soltanto piccoli frammenti e pietre levigate, ma bianche. Importante è anche il battistero che risale al 1462.

Il Monastero di Sant’ Antonio da Padova

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Il Monastero di Sant’ Antonio da Padova è un antico convento francescano, fondato nel 1515 per volontà dei cittadini di Rivello e a seguito dell’autorizzazione del Pontefice Leone X con il breve “Exponi nobis”. Il convento di Sant’Antonio divenne ben presto un centro di cultura di prim’ordine per la ricca biblioteca che esso ospitava. Chiuso con il decreto napoleonico del 1807, fu ripristinato nel 1817. Nuovamente soppresso nel 1866, il convento fu abitato dai frati fino all’anno 1889, allorché per mancanza di frati e per la precarietà delle strutture architettoniche ogni attività ebbe termine.

Il convento si sviluppa attorno ad un chiostro quadrangolare il cui deambulatorio è illuminato da arcate a tutto sesto poggianti su colonnine. La facciata è formata da due archi di stile romanico, al centro dei quali c’è lo stemma di Rivello scolpito in pietra viva. Quasi all’estremità superiore della facciata si trova un grandissimo orologio solare (ora fuori uso) col quadrante quadrato di maiolica verde . La grande porta della chiesa è lavorata a mano: è formata da 28 cassettoni e in ognuno c’è una margherita in rilievo con foglie. Ai lati vi sono due leoni in pietra che furono donati dai Cappuccini del convento di Lauria. Nell’interno c’è un bellissimo coro ligneo di stile barocco, intagliato nel ‘600 da Girolamo di Stigliano, aiutato da una equipe di maestri intagliatori del paese, sotto ordinazione del priore Ilario da Montalbano. La ricchezza del coro è rappresentata da intagli che descrivono scene caratteristiche e personaggi del tempo. La scena iniziale indica l’incarico dato dal priore a l’ultima, posta all’estrema destra del complesso, rappresenta la consegna del lavoro.

Molte pitture importanti abbellivano le pareti del chiostro e del refettorio, ma alcune sono andate distrutte quando il convento è stato tramutato in Scuola media. E’ rimasto (anche perché è stato restaurato), un affresco dell’ultima cena, opera del 1534 attribuita al De Gregorio detto “il Pietrafesa”. Nel Settecento, il senso spaziale interno della Chiesa viene trasfigurato dall’aggiunta di sovrastrutture barocche in stucco, dalla chiusura delle arcate della navata laterale sinistra e dalla costruzione della volta a botte unghiata incannucciata della navata e della calotta del presbiterio. Il campanile collocato in aderenza alla parte sinistra della Chiesa è composto da tre ordini di celle campanarie a base quadrangolare e copertura a tetto a quattro falde. Alla sinistra del pronao sta una cappella quadrangolare, anch’essa con cupola emisferica a gradonature anulari. La decorazione pittorica, che in origine occupava tutte le superfici intorno al chiostro, come anche gli affreschi della chiesa e del refettorio, sono da attribuire a Giovanni Todisco di Abriola, che sotto l’affresco dell’ultima cena ha apposto la data del 1559; egli venne coadiuvato nella sua opera dal figlio Girolamo.

Nell’area orientale del chiostro erano raffigurate le Storie della vita di Cristo, di cui sopravvivono purtroppo soltanto frammenti; esse proseguivano nelle ali nord e ovest, e sono state recentemente restaurate a cura della Soprintendenza ai Beni Artistici e storici della Basilicata. La mano di Girolamo Todisco e della sua bottega è stata riconosciuta anche negli affreschi del pronao, dove sono rappresentate scene dell’Annunciazione e storie del ciclo francescano. In epoca barocca l’interno della chiesa venne decorato con stucchi; risale probabilmente allo stesso periodo il coro ligneo dell’abside nel quale sono raffigurate allegorie dei mestieri. All’interno della chiesa si conservano inoltre alcuni dipinti ad oli su tela, collocati al di sopra degli altari laterali; sono degni di nota una annunciazione del 1597, opera di Filippo Vitale, attribuita a Francesco Antonio Romano, pura risalente al XVI secolo.

Rivello, caratteristico paese adagiato su tre colline: la Motta, la Serra e il Poggio, è ricchissimo di luoghi di culto. Patrimonio che lo caratterizza come il centro abitato più bello della della Valle del Noce. Avremo tempo, sulle nostre pagine, di “raccontarle” tutte. Oggi abbiamo presentato le Chiese più importanti.


Per approfondimenti:
http://www.comune.rivello.pz.it

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