ELETTRODOTTO MATERA-SANTA SOFIA: LEGISLAZIONE REGIONALE SUGLI ELETTRODOTTI E SVILUPPI FUTURI
Da diversi anni molti studi sugli effetti prodotti dai campi elettromagnetici a bassa frequenza (ELF) mirano a comprendere i possibili rapporti fra patologie varie e esposizione a lungo termine ai campi elettromagnetici. Purtoppo, a causa di mancanza di controlli continui e omogenei sul territorio nazionale, non è possibile affermare nulla di definitivo. Tuttavia il decreto legge 10/09/1998 n° 381, ai fini di tutelare la salute pubblica dai possibili effetti di esposizione indica che vengano progettate e realizzate tecniche e strumenti nonchè vengano adattati quelli già esistenti in modo da minimizzare i rischi per la popolazione esposta. Va precisato comunque che il quadro nornativo nazionale in materia è ancora incompleto soprattutto nei confronti dei principi fondamentali e delle competenze specifiche ai fini dellla salvaguardia dell’ ambiente, dei cittadini e dei lavoratori.
Da fonti ANPA 2000 si apprende che le regioni dotate di una legislazione specifica sugli elettrodotti e linee elettriche sono la Liguria, l’ Emilia Romagna, la Toscana, l’ Umbria, le Marche, l’ Abruzzo e la Calabria. In Basilicata la legislazione sembra piuttosto frammentaria e incompleta. L’ unica legge regionale è la 5/04/2000 n° 30 che regola esclusivamente gli impianti di telecomunicazione. Alla luce dell’ esperienza recente si auspica che i governatori della regione non si accontentino solo di aver ottenuto la “grande variante”, considerandola come una vittoria definitiva dopo una grande battaglia. Certamente è importante lo spostamento significativo dei tralicci dall’ abitato di Rapolla ma , in vista della costruzione dell’ elettrodotto la regione deve provvedere ad attrezzarsi di tecnologie adeguate, complete da assicurare nel tempo un rapporto ideale fra sorgenti elettromagnetiche -tutela ambiente- tutela salute dei cittadini.
A tal proposito la riduzione degli impatti negativi può avvenire realizzando una pianificazione basata sulla conoscenza del territorio in esame dopo aver effettuato accurati studi nonchè una continua attività di controllo prima della costruzione dell’ elettrodotto. Ebbene che la regione, prima della costruzione di questa importante opera provveda a formare personale altamente qualificato in campo di misure e rilevamenti geologici, geofisici, ma soprattutto personale competente a svolgere studi di valutazione impatto ambientale. Naturalmente la regione avrà bisogno della collaborazione di alcuni enti di ricerca scientifica quali ad esempio, le università, l’ ANPA o l’ ARPAB. A tal proposito va evidenziato che esistono ancora notevoli differenze fra le gli enti di ricerca di regioni del nord e quelli di regioni meridionali.
L’ ARPA Veneto, da diversi anni ha avviato un progetto denominato “Etere” dove ha affrontato in modo efficace i problemi relativi al controllo ambientale, al governo del territorio e al principio di ottimizzazione connesso all’ inquinamento elettromagnetico mettendo a punto una mappatura territoriale dei livelli di inquinamento da campi elettromagnetici presenti sul territorio dopo le verifiche di gruppi di esperti qualificati.
E’ auspicabile che l’ ARPA Basilicata attivi un vero e proprio progetto contro l’ inquinamento elettromagnetico, come lo è stato per l’ ARPA del Veneto, dell’ Emilia Romagna e della Tascana. Tale progetto dovrà approfondire i temi inerenti all’ inquinamento finalizzati al controllo e al monitoraggio del territorio per la tutela delle persone che stazionano o transitano nei pressi dei tralicci o dei varchi elettromagnetici di un elettrodotto.