ELETTRODOTTO MATERA-SANTA SOFIA: RISCHI PER LA SALUTE E VALUTAZIONE D’ IMPATTO AMBIENTALE
Il 26/02/2004 è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n° 47, il decreto del Presidente della Repubblica del 13/02/2004 che autorizza il completamento dell’ elettrodotto Matera-Santa Sofia considerando solo una “piccola variante” la quale prevede il passaggio dei cavi ad alta tensione sul paese di Rapolla. Mentre la regione Basilicata ha subordinato la firma dell’ accordo, il sindaco della cittadina si è opposto nettamente a tale soluzione in quanto mette a rischio la salute degli abitanti oltre a pregiudicare l’ ambiente delle aree interessate. L’ allarme è stato immediatamente raccolto anche dai comuni limitrofi di Melfi e Barile e dopo una settimana di proteste si è abbandonata l’idea della “piccola variante” e abbracciata quella della “grande variante“.
La società Terna riconoscendo la fondatezza della preoccupazione dei cittadini ha deciso di apportare delle modifiche alla piccola variante ritenute ancora insufficienti per la salvaguardia della salute. E’ da premettere che l’ art. 1 dell’ Organizzazione Mondiale della Sanità definisce salute uno stato di benessere fisico, mentale e sociale dell’ individuo, mentre l’ articolo 32 della Costituzione Italiana tutela la salute sia come diritto fondamentale dell’ individuo che come interesse della collettività. Gli effetti causati dalla vicinanza ai campi elettromagnetici sono molteplici. Come evidenziano numerosi studi, oltre al rischio di patologie tumorali, leucemie infantili, indebolimento del sistema immunitario si possono contrarre altre forme di disturbo altrettanto gravi quali disturbi neurologici, circolatori, cefalee, affaticamento, irritabilità, disturbi al sonno, depressione, vertigini, vomito, variazioni della composizione del sangue e del battito cardiaco. Oltre al problema salute, una seconda questione riguarda gli aspetti relativi all’ impatto ambientale.
I cambiamenti apportati dalla costruzione di un nuovo elettrodotto tendono a compromettere gli equilibri naturali floro-faunistici soprattutto nei tratti boshivi alterando l’ impatto visivo del paesaggio. Per la valutazione di impatto ambientale in conseguenza alla costruzione di un elettodotto esistono almeno tre metodi fondamentali. Il primo (Ontario Hydro, 1983) valuta gli impatti causati da un opera specifica. In tal senso viene effettuata una procedura di contrasto tra le componenti del paesaggio e il progetto proposto (in questo caso si tratta di un elettrodotto di cui si vuole identificare un minore impatto ambientale). Definita la tipologia di paesaggio in base alla vegetazione e all’ uso del suolo si procede con una verifica delle aree particolarmente sensibili alle quali si stabilisce compatibilità nulla o scarsa col passaggio dei tralicci. Nel caso che il passaggio risulti inevitabile dovranno essere preparati piani che identificano in dettaglio gli impatti potenziali e le eventuali misure di mitigazione.
Il secondo metodo, messo a punto dal servizio forestale degli USA, si basa sulla capacità del paesaggio di assorbire visivamente l’ opera. In questo caso vanno considerate aree sensibili le stade in rapporto al traffico, insediamenti urbani e agricoli, parchi e aree ad uso pubblico, risorse naturali (vallate, foreste, colline, corsi d’ acqua, paludi, laghi). Identificate le aree sensibili per ciascun tracciato vengono privilegiate le tecniche e le metodologie di minore interferenza con l’ ambiente e quindi di minore impatto ambientale.
Un terzo metodo utilizzato è quello dell’ elettrodotto di Charpenay-St.Maurice (Elettricitè de France, 1980). Anche questo è un metodo finalizzato alla capacità di assorbimento visivo del paesaggio in seguito alla costruzione di un opera (nel nostro caso si tratta sempre di un elettrodotto). I paesaggi classificati come contrastanti, antichi, immutati, naturali e rari sono giudicati positivamente, gli altri del tipo monotoni, instabili artificiali o comuni sono giudicati negativamente. Esistono anche i paesaggi misti.
Le zone con un carattere altamente pittoresco e naturale non consentono l’ assorbimento della linea dei tralicci incongrua con la loro immagine.
Da alcune fonti si apprende che il tracciato dell’ elettrodotto si svolge per gran parte in territori agricoli, pedemontani e per qualche tratto si sviluppa sulle pendici del monte Vulture nonchè parallelamente alla S.S. Potenza-Melfi impegnando un paesaggio già insediato da altre infrastrutture o da nascenti parchi naturali. Ebbene che il governo e gli enti di competenza si impegnino per la risoluzione di tutte le carenze del progetto considerando tutte le parti di uno studio d’ impatto ambientale quali l’ analisi dettagliata del progetto, l’ analisi del paesaggio come ambiente “ospite”, la previsione degli effetti ambientali compresi i rischi per la salute e infine attuare le misure di mitigazione valutando tutte le possibili alternative compresa quelle di non procedere col progetto (“opzione zero“) o di limitarlo (“opzione minoma“).