LA SINDROME DI LAURENZ-ENI. Ha fatto la sua scelta il sindaco di Laurenzana, l?ha fatta da tempo. Ha impuntato i piedi, vuole a tutti i costi il suo pozzo, da dove poter guardare la luna. L?ha fatto come un fanciullo viziato che pretende il giochino e le caramelle; come una trivella che cerca il miglior giacimento da sfruttare; come un politicante che cerca la poltrona d?una vita. E? strana l?esistenza dalle nostre parti. Nel tempo non sono bastate le polemiche, le inchieste, i soprusi, le evidenze, gli interessi unidirezionali, i terreni espropriati, le strade imbrattate di petrolio come quella che vedete più sotto, i compromessi, le illusioni, le attività commerciali ridotte quasi al lastrico, la parvenza risicata di sviluppo, un turismo che non decolla da nessuna parte, i paesaggi sventrati, le acque inquinate, la chimera delle royalties.

Ha scelto un momento difficile il primo cittadino Rocco Martoccia, proprio quando l?acceso dibattito circa la realizzazione del Parco della Val d?Agri-Lagonegrese stava assumendo i connotati di cosa quasi già fatta. Sulle carte c?è tutta la perimetrazione, ma chi spinge a destra chi spinge a sinistra siamo costretti ad aspettare.

Come tutti sanno, il comune di Laurenzana ? per una buona parte del suo territorio ? è stato inserito nel Parco, su richiesta della stessa Amministrazione comunale. Nella medesima seduta consiliare – con Delibera n. 6/2001 ? è stato chiesto, però, di escludere dalla perimetrazione originaria il Monte Caperrino che, dalla fine degli anni Settanta, è interessato dal progetto ?Gorgoglione?, per lo sfruttamento delle risorse del sottosuolo.

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Si è innescato un duro incontro/scontro che vede da una parte il Governo, le compagnie petrolifere e il suddetto sindaco e dall?altro la Regione, gli Ambientalisti e non ultima la cittadinanza di Laurenzana, che seppur poco informata sulla necessità di annettersi interamente all?area Parco, non vede certo di buon occhi l?accanita propensione petrolifera del suo cittadino tra i cittadini.

Il buon Rocco Martoccia ha inflitto pesanti perplessità sulle modalità di perimetrazione del Parco. Ha detto che la Regione Basilicata, oltre a non aver rispettato la voce dei comuni, non ha chiaro, neanche, il progetto governativo ?Tempa Rossa?; e poi aggiunge, inoltre, che l?inserimento del Monte Caperrino non è fondamentale per creare il cosiddetto legame di terra con il Parco di Gallipoli Cognato. Non solo. Si prostra piacevolmente ai sentimentalismi: ??Il voler, caparbiamente, inserire il Monte Caperrino nel Parco significa voler mortificare un territorio che purtroppo, ed è triste dirlo, sulla coltivazione del petrolio ha puntato ai fini di un possibile sviluppo?? (stralcio di dichiarazione pubblicata sul ?La Gazzetta del Mezzogiorno? del 16 marzo 2004).

Consiglio al Sig. Martoccia di conservare bene la sua tristezza sulla condizione lucana e di far maggiore attenzione al termine ?possibile?, che lui stesso lega alla parola sviluppo. Apprezzo il suo essere pro-Parco, ma vorrei metterlo in guardia dicendogli che, così come è stato attento a carpire la necessità per la nostra regione e per l?area di cui lui è protagonista di uscire da uno stato di anomia cronico, allo stesso modo dovrebbe valutare l?incidenza delle estrazioni che da più di venti anni a questa parte hanno portato tutt?altro che sviluppo. Se la ricchezza petrolifera ? tanto decantata ? non è stata tale per tanti altri suoi colleghi che hanno fatto la stessa scelta, perché ora le cose dovrebbero cambiare? Si sente, forse, un predestinato? Un privilegiato? Un baciato dal Destino?

Con il senno di poi, ci sono molte cose non mi tornano. In questo acceso periodo di proteste interiori ci siamo riscoperti tutti ambientalisti, anche i politici più ?tosti? sono ambientalisti, la Regione Basilicata si dimostra improvvisamente ambientalista tanto da far passare in secondo piano l?attivismo tenace degli ambientalisti di vecchia data; finanche il Ministro Matteoli è ambientalista: no, lui no! Dopo il caso Scanzano Jonico, anche, il linguaggio ha assunto dei nuovi connotati: se c?è qualcosa che non va, improvvisamente, la ?scanziamo?: Scanziamo le Scorie da Scanzano, Scanziamo l?Elettrodotto da Rapolla, e provocatoriamente dico: ?Scanziamo le Trivelle?. Da quanto tempo si parlava di Rifiuti Tossici? E? vero o no che i tralicci dell?Elettrodotto non sono sorti all?improvviso! E allora? E? bastato che in campo scendesse la politica per alzare il polverone. Non ci sono scusanti: noi cittadini siamo la mano del loro consenso, quella che entra e esce dalle urne elettorali a suon di promesse.

Oggi, giustamente gioiamo per le vittorie riuscite, per aver detto al Governo di lasciare la presa, di abbandonare la nostra terra. Gioisco perché alcune dinamiche sono cambiate, perché in tantissimi ora sanno, non tutto, ma sanno; sono pronti a ripetere l?impresa, a combattere, a reagire alle violenze. Ma dico che dovevamo fare da tempo quello che abbiamo fatto. Non dare adito ad assurde pretese, non dovevamo venderci, non ci si doveva concedere. L?abuso e il sopruso delle compagnie petrolifere è storia vecchia ed oggi oltre a pagarne le conseguenze, ci prendiamo il lusso di sostenerle, invocarle, incentivarle. Salutando il Sindaco Martoccia (?che vorrei conoscere di persona?) gli chiedo ? visto che rientra nei suoi consensi – di organizzare una degna informazione sulla validità dell?area Parco, delle opportunità e di uno sviluppo ?altro?, ?rimettendo in gabbia le allodole dell?oro nero?.

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