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Michele Parrella, poeta della terra

Michele Parrella nasce a Laurenzana nel 1929 e muore a Roma nel 1996. Il padre,medico, vuole indirizzarlo agli studi di medicina ma la sua grande aspirazione è soltanto una: la scrittura. Trasferitosi a Roma si circonda di forti ed illustri personalità: Leonardo Sinisgalli, Renato Guttuso, Giulio Stolfi, Rocco Scotellaro, Mario Trufelli, Enrico Berlinguer, Paolo Bufalini, Ignazio Silone, Vito Riviello, Alberto Jacoviello.Nel 1954 pubblica ?Poesia e pietra di Lucania? e l?ultimo suo scritto compare nel 1994: ?La piazza degli uomini?. Alcun pensiero politico traspare dai suoi versi carichi di struggenti echi d?amore.

Nelle sue poesie, Michele, presenta la Basilicata come una terra da sanare, le cui piaghe difficilmente possono essere nascoste.

?Ti hanno avvolta in un manto nero
ma le tue piaghe non si possono nascondere.
Non ci sono veli né bende
per coprire i tuoi fianchi di ginestra
e il grembo scavato dalle frane??

Chiusa in una leggenda, tale terra, dilaniata da fiumi non ha confini. Tanti poeti hanno scritto versi cercando di abbellirla con frasi splendenti ma non ci sono né parole né ghirlande per racchiuderne il respiro, ?né balconi e chitarre per cantare le notti e i giorni?. Negli anni ?50 lo scrittore si trasferisce a Roma ma spera sempre di rivedere la propria terra,di ritornare a percorrere i luoghi di un tempo. ?Come un aquilone ho attraversato gli Alburni, il Tànagro, il Sele, gli acquedotti, il Tevere [?] E al mattino, simile a un aquilone dal filo infinito, ho sorvolato l?Europa, azzurra come il Volturino?. Forte è il suo legame con un suolo ormai assimilabile a una ?serva battuta e persa?.

?I poeti non ti possono alzare,
sono semenze gettate nella ruota che macina i pezzenti.
Lucania, teatro perso [?] solo i fanciulli restano a te,
i tuoi figli carcerati e persi;
la tua voce è dilaniata e persa?.

Sappiamo poco della vita privata di Michele Parrella ma in alcune sue poesie c?è il richiamo ad un?enigmatica donna. Incontri saltuari in un piccolo hotel ma chissà, forse carichi di emozioni; poche ma significative parole da parte di lei:

?alzandoti mi dicesti:
vedi, ho soltanto questo cappotto rosso,
queste scarpe, questa borsa,
e questa manciata di soldi
che stasera ho salvato? [?]

Forte è il desiderio della donna di andare via.

?Portami al Nord, mi dicesti,
portami dove nessuno può farmi del male.
Tu avevi già perdonato
l?ingordo compagno.
Era il tuo corpo nudo
uno scrigno d?oro.
Al mattino era freddo
in questa città di alberi e di chiese?.

(da ?Il cappotto rosso?)

Nella produzione poetica di Parrella, non possiamo non ricordare versi scritti nel 1975 e dedicati alla poetessa lucana Isabella di Morra.

??per te scrivo queste parole
sfortunata sorella
sorgente di poesia,
per amore uccisa
dai fratelli tuoi inorriditi
dalla sfrontata tua purezza??

(da ?Murale per Isabella Morra?, 1975)

Nel 1975 ancora da parte del poeta lucano un omaggio all? illustre ed insigne scrittore assassinato all?idroscalo di Ostia: Pier Paolo Pasolini.

?Ti hanno sfigurato
in un?Italia
che più non riconosci.
E massacrato nell?ambigua certezza
che il tuo corpo
per gli altri non avrà
altro giudice
che la furia dei tuoi
fratelli infelici.
Ora anche il tuo
rimpianto
è stato ucciso?.

(da ?Delitto all?idroscalo?, 2 novembre 1975)