Nuovamente ascoltata la voce dei cittadini lucani, ancora una volta efficaci le loro azioni di protesta.

E? di poche ore fa la notizia della sospensione del decreto che stabiliva il completamento dell’elettrodotto Matera-Santa Sofia, pubblicato il 26 febbraio scorso sulla Gazzetta ufficiale. Una nuova vittoria in pochi mesi per la Regione Basilicata e per i suoi cittadini, che hanno dimostrato ancora una volta una profonda sensibilità e attaccamento alla loro terra e alla difesa dei loro diritti, quello della salute in primo luogo.

E? nata, a mio parere, una nuova coscienza civica, una consapevole ed attenta partecipazione alla vita pubblica a difesa del bene comune, una forte solidarietà reciproca, che sembrava non esistesse. Un fenomeno positivo che nasconde però germi di profonda insofferenza e precarietà. La radicalizzazione della potresta, l?inasprimento del dissenso, sono il frutto e la conseguenza inevitabile del fallimento della nostra ormai senile e inefficiente dirigenza politica.

In pochi mesi, dopo Scanzano, si è assistito alla svendita o meglio allo stupro della nostra regione senza che i nostri amministratori si muovessero a nostra difesa. La loro negligenza, o meglio la loro incapacità, e non aggiungo altro, ha portato i cittadini a organizzarsi, ad autodeterminarsi in movimenti di pressione più che efficaci, scavalcando il principio della rappresentanza politica.

Per ben due volte sono stati i cittadini, che in zona Cesarini, per dirla in gergo calcistico, hanno evitato l?irreparabile; è stato loro il merito, di tutte quelle persone che con sacrifici fisici ed economici hanno difeso la loro terra. Proprio in questo fenomeno, deve essere letta la delegittimazione della classe politica, che dimostra la sua inadeguatezza professionale e il suo disinteresse per la cosa pubblica a favore di quelli personali: politici per status o fama, non per vocazione al servizio del cittadino. Su questo ragionino i nostri rappresentanti politici, su questo giudichino il loro operato e la loro attitudine al governo.

Direttamente dalla manifestazione....

Mi chiedo il perché si arrivi sempre a dei ?braccio di ferro? con le istituzioni, perché ci si rende conto al termine dei lavori, che l?opera era inopportuna o inadatta al contesto? Nel caso di Rapolla, chi conosceva il tracciato dell?elettrodotto perché non ha parlato, perché si permettono i lavori quando vi sono reali e risapute condizioni di pericolo per i cittadini? Chi sono i responsabili?

Chi ha sbagliato lo ammetta e abbandoni il suo incarico. Per due volte la fiducia dei cittadini è stata oltraggiata. Chiudo salutando e abbracciando i cittadini di Rapolla e tutti coloro che in questi mesi hanno strenuamente difeso il bene di tutti.

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