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Le Memorie di una Brigantessa

Esclusiva

Dopo il successo di lettori di ?Un Brigante chiamato Libero?, il Professor Vincenzo Labanca ci regala un secondo lavoro che, sulla falsa riga del primo, traccia con esemplare chiarezza una delle pagine più interessanti della Storia Meridionale: il Brigantaggio. ?Le Memorie di una Brigantessa? ? questo il titolo del libro ? si legge in un solo giorno, riservandoti però, immagini per una vita; riesce a destare l?attenzione del lettore già dalle prime battute, a delineare con estrema semplicità un quadro storico tragicamente complicato e controverso, fatto di continui drammi, di capovolgimenti di fronte, di giustizie sommarie, di ingiustizie, di morti ammazzati, di speranze di libertà per un popolo che non è mai stato padrone di se stesso. Siamo di fronte ad un ?altra? storia romanzata, ?altra? per qualità, per impostazione, per autorevolezza e per il tentativo, perfettamente riuscito, di rivalutare il fenomeno brigantesco e l?annessa Questione meridionale. Una narrazione ? come spesso l?autore ci vuol far notare ? che scandisce i tempi non più dalla parte dei Vincitori, bensì dalla parte dei Vinti.

In questo contesto, a tratti romantico a tratti intimo, si snocciola la descrizione della protagonista, Serafina Ciminelli, compagna d?amore, di ideali e d?avventure del capo-brigante francavillese Antonio Franco. Ed è allora che la storia cede il passo al sentimento, ai ricordi, alle speranze. Ne scaturisce, nell?insieme, il profilo intatto della brigantessa e il ruolo storico assunto dalle drude (?le donne dei briganti?), non certo secondario. Serafina Ciminelli proprio per amore del suo brigante decise di seguirlo ovunque: nel suo pericoloso cammino, nelle sue imprese; si adattò al suo uomo, al suo modo di vivere, ai disagi e ai pericoli che per Antonio Franco crescevano di giorno in giorno. Il legame sviscerato di Serafina convinse anche suo fratello Fiore, appena quindicenne, ad aggregarsi alla banda e a prendere la via della macchia.

Il romanzo, comprendente un prologo ed un epilogo come nella migliore tradizione dei romanzi storici, non è privo di colpi di scena, di espressioni sospese, di ansie continue, di attimi quasi teatrali di silenzi e riflessioni, che ti danno il tempo di assaporare la linearità e la scorrevolezza della trama. La vicenda si apre quando un giovane studente lucano, Matteo, arrivato a Bologna, si imbatte per caso nel misterioso ritrovamento di un manoscritto, nascosto nel camino della casa dove risiede, appartenuta ad una certa Giulia Siepelunga. Incuriosito da quella scoperta, lo apre ed iniziando a leggere fa il suo primo incontro con Serafina Ciminelli. La brigantessa – condannata ad una tremenda reclusione di venti anni nel carcere di Potenza – divide la cella proprio con Giulia, anch?essa studentessa, approdata nell?estremo Sud per intraprendere una ricerca universitaria sul fenomeno del Brigantaggio: una tesi di laurea che le costò la galera.

Giulia, scoperto il passato di Serafina fa di tutto per rubarle i suoi segreti, raggiungendo il suo scopo. Inizia così il racconto-diario, ?somministrato? in piccole dosi di sentimenti e mai di sentimentalismi. Nell?insieme è un viaggio nel ricordo, nel pianto, in un rimembrar struggente, nella speranza sempre accesa della dolce e forte druda di ritrovare il figlio avuto da Antonio Franco. Desiderio che le destinò la sopravvivenza e finalmente la scarcerazione a pena scontata. E? un susseguirsi di luoghi familiari, di credenze, di paesaggi ovattati, di tradizioni perfettamente intarsiate in una Lucania magica. E? un viaggio dalla storia per la storia, narrata non più dall?esterno, ma dall?interno, dal suo esplodere interiore ed esperenziale. In alcuni momenti, i fatti raccontati da Serafina sembrano non coincidere con le conoscenze storiche di Giulia: l?ennesima dimostrazione di come tanti accadimenti – determinanti nella conoscenza della verità – sono stati taciuti dagli storiografi e, di riflesso, sui libri didattici.

?Le Memorie di una Brigantessa? pur non essendo la prosecuzione prevedibile di ?Un Brigante chiamato Libero? s?intreccia con esso per alcune similitudini da non sottovalutare. Tra i protagonisti di entrambi i lavori ci sono due giovani studenti universitari che, con esperienze e vissuti certamente diversi vengono a contatto con una stessa realtà, che li cambia, che li forma profondamente, tanto da coinvolgerli direttamente. Qui l?Autore lancia un messaggio preciso a noi figli dei figli dei figli: voltarci indietro e riscoprire, con senso critico, quello che siamo stati. Pietro Nicodemo divenne ?Libero? e anche Giulia, una volta uscita di carcere segue la sua Serafina fin quando?

…Ora tocca a te Lettore, continuare.

 



Brevi note biografiche dell’Autore

Vincenzo Labanca – Docente di Discipline Economiche alle Scuole Superiori – è nato a Rivello nel 1955 dove, ancora oggi, vive e lavora. Nel 2003 ha esordito nella Narrativa con “Un Brigante chiamato Libero”, anche se in passato ha già prodotto alcuni testi teatrali. Tra gli altri si ricordano: “Vita da Geometra” (1996), “LA LEGGE E’…uguale per tutti!” (1997), “Tre sono i Potenti, anzi Quattro” (1998).

 

 


Le Memorie di una Brigantessa” di Vincenzo Labanca
Pubblicato da Zaccara Editore, Lagonegro
Pagine: 333; Prezzo: 10,00 ? (i.i.)

 

 


 
In Copertina:
Le Memorie di una Brigantessa
Formato: Ovale; Tecnica Mista (28×38)
di Aldo Carlomagno

 

Se siete interessati ad acquistare una copia del libro potete contattare direttamente l’autore servendovi di questi recapiti:

Tel. 0973/46721
E-mail: vincenzo.labanca@libero.it