Il Palazzo del Governo, chiamato anche Palazzo della Provincia, fa da fondale alla grande piazza oggi intitolata a Mario Pagano, e in passato denominata largo dell?Intendenza, Piazza del Mercato, Piazza Prefettura. L?edificio e la piazza su cui si affaccia sono oggi il cuore del centro storico di Potenza. Negli ultimi due secoli, da quando la città ha assunto il ruolo di capoluogo della Basilicata, essi sono stati il principale scenario della vita civile e politica della regione.
L?aspetto attuale del palazzo è il frutto di numerosi interventi che, fin dal XIX secolo, ne hanno stravolto l?antica fisionomia. Originariamente, lo stabile costituiva l?ala occidentale del monastero dei padri Conventuali di S. Francesco. La storia del?edificio è, dunque, la storia dell?ampliamento del vecchio Convento, disposta a seguito dell?individuazione di Potenza come capitale della provincia di Basilicata, enunciata per decreto di Giuseppe Bonaparte l?8 agosto 1806. Dopo la soppressione dell?Ordine monastico (1807) e il trasferimento al Demanio dello Stato degli immobili di proprietà del Monastero (1809), nel 1810 vi si insediarono gli Uffici dell?Intendenza ed il Tribunale che trovarono finalmente una sede stabile, dopo essere stati collocati a Matera e nel Palazzo Loffredo a Potenza.
Alla ristrutturazione avvenuta nei primi decenni del 1800, per adeguare lo stabile alla nuova funzione, seguirono altri interventi di ampliamento, con conseguente prolungamento del fabbricato verso Ovest, sopraelevazione con costruzione del terzo piano, e collocazione delle due coppie di colonne ai lati del portone d?ingresso.
La storia del Palazzo è anche la storia dei terremoti che hanno colpito la città di Potenza. Il 1° febbraio 1826 una scossa provocò notevoli danni al complesso, che fu restaurato immediatamente già a partire dal 1827. In seguito, nell?inverno del 1833, uno scoscendimento del pendio retrostante rese chiara l?esigenza di lavori di contenimento del terreno. La facciata venne ristrutturata dopo una segnalazione del 24 maggio 1843 dell?Intendente Duca Benzo della Verdura ed i lavori di ripristino furono eseguiti tra il 1847 ed il 1859. Poi, ancora un violento terremoto, nella notte tra il 16 ed il 17 dicembre 1857 provocò gravi danni al Palazzo, che fu puntellato e sgomberato.
L?ennesima ricostruzione fu avviata tra il 1860 ed il 1863 con i lavori mai interrotti anche nel periodo degli avvenimenti rivoluzionari e del brigantaggio. Dopo il 1860 il Palazzo ospitò il primo Prefetto della Provincia di Basilicata e, come la piazza antistante, cambiò nome, diventando Palazzo della Prefettura. Intorno al 1920, un?ulteriore modifica interessò l?ala settentrionale dell?ex Convento, che ospitava il Tribunale e gli Uffici Giudiziari: l?ala fu ricostruita in posizione più arretrata dopo l?incendio del 1912, in modo da rendere accessibili il chiostro ed il giardino, originariamente inglobati nella costruzione. Altri interventi di sostanza per ristrutturare il Palazzo furono effettuati dopo il sisma del 1980. Il Palazzo recuperato venne inaugurato il 23 novembre 1983 dal Presidente della Repubblica Sandro Pertini.
Il portale di ingresso del Palazzo del Governo si apre su un prospetto a bugne. La facciata è scandita da lesene con capitello corinzio, che inquadrano le finestre ed i balconi del secondo piano, sormontati da un frontoncino rettangolare, e termina col timpano con l?orologio. Al suo interno è custodita una preziosa collezione di opere d?arte. I mobili ed i complementi d?arredo, di fine XVIII inizio XX secolo, sono in stile vario: Neoclassico, Impero, Luigi Filippo, Secondo Impero, Umbertino, Art Dèco, Liberty. Alcuni appartenevano ai palazzi signorili della città, altri furono acquistati sul mercato antiquario.
Le sale sono impreziosite da quadri di artisti meridionali del XIX e del XX secolo (Vincenzo Marinelli, Giuseppe Mona, Giacomo Di Chirico, Andrea Petroni, Cesare Colasuonno, Vincenzo la Creta). Negli ambienti di rappresentanza sono esposti alcuni reperti archeologici di proprietà del Museo Provinciale di Potenza che tracciano un excursus cronologico dal Paleolitico all?età romana, con un?ampia campionatura di ceramiche indigene, greche e magno greche, alcune delle quali provenienti da sequestri operati nel Metapontino dalla Guardia di Finanza.