Il licenziamento del preparatore Alfano e quello strano vezzo di guidare alla cieca
I fatti
Quando sembrava che il Pisticci avesse trovato la quadratura del cerchio, così da intravedere un fine campionato tranquillo, sono saltati gli schemi in casa gialloblè. La società, infatti, ha deciso di licenziare in tronco ed in maniera inattesa il preparatore atletico Massimiliamo Alfano per mancanza di fondi con cui pagare gli stipendi del tecnico di Pietragalla.
Le prime reazioni provengono dallo spogliatoio pisticcese. La squadra, appresa la notizia poco prima di iniziare gli allenamenti del martedì, si è rifiutata di allenarsi un po? per solidarietà al professionista ed all?amico, un po? perché, a questo punto, chiede delle garanzie sui rimborsi fino al termine del campionato. Come dire: ?se è capitato ad Alfano, che sembrava un intoccabile, può capitare anche a noi. Magari fra qualche settimana, dopo aver messo in saccoccia qualche altro punticino – garanzia?. Prende le distanze dalla improvvisa decisione il vice presidente Rocco Giosa, che ha dichiarato di non essere stato informato della scelta. Giosa si dimette sconfessando ?una scelta non responsabile e non condivisa?.
E pensare che il Pisticci stava attraversando un buon momento. E? accaduto tutto in fretta, proprio quando (ironia della sorte), le cose sembravano andare per il verso giusto. Con la squadra che aveva vinto e convinto nell?ultima uscita, ipotecando la matematica permanenza in categoria e forse anche l?opportunità di raggiungere una piazza d?onore a fine torneo. Non sempre, però, i verdetti del campo collimano con i destini di una società sportiva. E con il senno di poi non si può negare che, fatta salva la buona volontà della cordata pisticcese che solo in estate aveva rilevato il pacchetto societario dal presidente De Biasi, la scelta di tuffarsi nel campionato di eccellenza si è rivelata avventata, improvvisata e priva della solidità economica sufficiente.
Tant?è vero che, nella riunione societaria di lunedì sera, le voci già diffuse dal presidente D?Angella, secondo le quali le casse del C.S. Pisticci erano in rosso, hanno trovato conferma. A quel punto la scelta di operare dei tagli partendo proprio dall?onorario del preparatore atletico. ?La squadra è ben attrezzata dal punto di vista atletico ?ha dichiarato D?Angella ? e non ha più bisogno di Alfano, né noi siamo più in condizioni di pagarlo?. Le decisioni drastiche, però, non sembrano fermarsi qui. Pare che nel futuro prossimo saranno interessati anche alcuni giocatori. Si fanno i nomi di Montemurro, Albano e Dibiase. Riguardo ai tre, tuttavia, D?Angella non conferma.
Presa coscienza delle notizie certe e di quelle sibilate, ma smentite (debolmente), quel che rimane del gruppo a disposizione di D?Ascanio ha deciso, ieri, di incrociare le braccia in attesa di chiarimenti e garanzie. L?atteggiamento non è stato condiviso dal numero uno gialloblè: ?sulle decisioni societarie ? ha tuonato D?Angella – la squadra non può interferire. Loro sono dilettanti e non percepiscono nulla. Siamo noi che decidiamo di dare qualcosa. Si chiedono garanzie? Ma se non le danno nemmeno in serie A. Posso solo dire che faremo di tutto per mantenere gli impegni assunti, ma bisogna aspettare, anche perché saldiamo di tasca nostra?.
Non l?ha presa bene il vice presidente Giosa, fuori regione per motivi di lavoro: ?Mi dimetto in questo istante ? ha dichiarato il contribuente potentino ? e non ho motivo di tornare sui miei passi. Alfano non si tocca. Dobbiamo ancora salvarci e poi si tratta di portare riconoscenza ad una persona che lavora bene. Si potevano trovare soluzioni intermedie, invece si è operata una scelta irresponsabile, presa a mia insaputa e dalla quale mi dissocio?.
L’opinione
A questo punto è legittimo chiedersi cosa sarebbe avvenuto se la società, durante l?attuale stagione, non avesse incassato le defezioni di alcuni giocatori che, gran colpo di fortuna per i magri bilanci, assorbivano una fetta consistente delle spese messe in conto alla voce stipendi. Il riferimento è ai vari Mastrangelo, Benedetto, Margoleo, Scarnato, Pizzolla. Come dire, il Pisticci ha avuto la fortuna di perderli, cogliendo l?occasione per risparmiare un bel gruzzoletto, ma alla fine anche questi sconti imprevisti ad inizio stagione (quando fu allestita una squadra sulla carta più forte dell?attuale) non sono stati sufficienti a far quadrare i conti ed a raggiungere una solidità economica sufficiente a non dissanguarsi per concludere degnamente il torneo.
La speranza al termine di questa analisi è che la stessa venga presa per quella che è: una osservazione dei fatti accaduti. La speranza è che la forza di una verità ragionata, magari poco piacevole, non venga male interpretata né turbi la sensibilità di qualche membro societario, cui, è bene dirlo, va tutta la nostra stima per aver deciso di intraprendere la via di un campionato di eccellenza, che non è cosa facile, visto che storicamente le fortune del calcio locale le hanno fatte i forestieri o i soldi piovuti per intercessione di sua maestà, la “Balena Bianca”.
Quando si fanno delle scelte, però, è bene fare due conti e verificare se l?avventura, decisa nella massima libertà e non certo dietro tortura, sia effettivamente fattibile. Di qui una domanda al presidente D?Angella, che ultimamente ha voluto sottolineare gli sforzi profusi (grazie mille di cuore) da tutti i soci, di tasca loro, per far fede agli impegni economici.
Se dopo soli sette mesi dalla libera scelta di intraprendere questo cammino ci si rende conto di non avere uno spicciolo, per quale motivo si è imboccata una strada impervia, che sta dando gli esiti di cui si prende atto e dalla quale si rischia di uscire con le ossa rotte, proprio come accaduto (fatte le dovute proporzioni) alla vecchia gestione?
Il presidente risponde con pacatezza: ?i nostri conti si basavano su un numero di abbonamenti superiore a quello raggiunto e su alcuni contributi esterni che invece non abbiamo percepito. Qualcosa, ad esempio, sapevamo di poter avere dall?imprenditore Nicola Benedetto, ma non se n’è fatto nulla?.
E così, probabilmente, il Pisticci scopre di patire due grosse mancanze in seno alla società: un ragioniere ed uno storiografo. Il primo sarebbe servito a ricordare che sono tanti anni che il numero degli abbonamenti venduti a Pisticci è sempre lo stesso e che, quindi, non c?è da lamentarsi di quelli conseguiti all?inizio di questo campionato, tra l?altro più costosi rispetto alla stagione precedente. Il secondo (lo storiografo), invece, avrebbe dato all?attuale dirigenza un consiglio, frutto dell?osservazione dei fatti accaduti negli ultimi anni. Essi insegnano che il signor Benedetto cento ne dice, ma poi solo una ne fa. Che con Pisticci non si era lasciato tanto bene. Che lo stesso ricordo hanno di lui i bernaldese quest?anno. E che forse era meglio non basare con certezza una previsione di entrata alla voce ?elemosina dal magnate delle tapparelle?.
Insomma a chi giova gonfiare le aspettative per poi dire a metà stagione che le cose non sono andate come previsto, se le previsioni erano palesemente sballate? Perché non si è fatto memoria del passato? Solo un anno prima De Biasi era definito ?pazzo? perché basò le entrate per cibare il suo faraonico team su aiuti dubbi, che poi in effetti non pervennero (e finì come finì). Ed allora? Abbiamo perso tutti la memoria? La storia non è più maestra di vita?
Il futuro
La bufera, intanto, soffia forte sul Michetti, mentre uno dei pochi professionisti al servizio della causa gialloblè deve capitolare, lasciando un lavoro svolto in maniera egregia e qualificata per due stagioni. Massimiliano Alfano era uno dei pochi che, nell?ipotesi remota di costruire un futuro per il calcio pisticcese, sarebbe stato in cima alla lista dei riconfermabili. Uno che ha lavorato a Pisticci per due anni con grande serietà e capacità, ottenendo dei risultati evidenti e dimostrando che anche nelle serie minori la preparazione atletica può fare la differenza.
Era il primo da riconfermare e l?ultimo da eliminare ed invece è accaduto il contrario. Di certo il panico del contingente non ha dato scelta alla dirigenza, indaffarata a trovare il modo di chiudere decentemente il torneo (si è detto anche che il siluramento di Alfano aiuterà a pagare tutti gli altri fino in fondo) e, probabilmente, farsi da parte subito dopo. Perché, se si fosse pensato al futuro, si sarebbe trovato il modo di tenere Alfano, anzi di ripartire proprio dalle sue qualità per affrontare un?altra stagione sportiva nel segno della modernità, professionalità ed efficienza. Ma tempo per progettare il futuro, evidentemente non ce n?è. E le parole di D?Angella, a tal proposito, sono eloquenti: ?si rischia la terza categoria?. Amen. Punto e a capo, come ogni anno, a Pisticci, di questi tempi.