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Lavorare vendendo prodotti tipici lucani

Vendere prodotti tipici, ovvero, far conoscere e contribuire a diffondere i sapori di un’antica cultura contadina che ancora oggi si mantiene intatta nei paesi, nei territori e nei borghi che conservano i loro costumi e le loro espressioni. Tornano così a diffondersi le botteghe, piccoli negozi specializzati, che hanno nel sorriso, nella cordialità e nella genuinità dei prodotti la loro arma migliore.

E’ una sfida alla magnificenza della grande distribuzione, alla logica del “tutto subito” e della lotta al ribasso, a scapito della qualità s’intende. Difficoltà che sta affrontando anche Gianluca Rossi, il neo titolare della “bottega” inaugurata da poco a Lagonegro, in pieno centro storico. “Mi sono affacciato al settore dell’alimentazione di qualità – dice Rossi – iniziando a lavorare con un impresa sociale di Lauria che si occupava di vendita on line, tramite internet. Poi ho avuto l’opportunità di aprire questa bottega che mi consente di vendere i prodotti della mia terra e, col tempo, di diventare, un punto di riferimento per la valorizzazione della cultura enogastronomia lucana. Nella mia bottega, oltre alla vendita dei prodotti tipici, ci sarà anche la promozione di iniziative culturali e la realizzazione di percorsi tematici per valorizzazione della storia delle tradizioni lucane e della qualità della vita”.

Purtroppo però le risorse finanziarie atte a sostenere simili iniziative scarseggiano e le banche non rispondono certo alle esigenze delle piccole realtà imprenditoriali, magari senza grandi garanzie ed esperienza. I fatti nazionali hanno reso ancor molto più prudenti gli istituti di credito e gli unici che davvero ne escono penalizzati sono soprattutto i piccoli imprenditori. Nonostante questi punti vendita si propongano di divenire un importante punto di riferimento gastronomico sia per gli abitanti “locali”, sia nell’accoglienza dei visitatori casuali e “organizzati”, cioè, provenienti da flussi gestiti dai Tour operator, Agenzie Viaggi o Alberghi.

E’ necessaria, quindi, tanta determinazione e coerenza nelle decisioni più importanti. “Ho scelto – continua Rossi – di localizzare la bottega nel centro storico di Lagonegro poiché ho voluto tener conto della domanda di quel consumatore che pone tra i propri bisogni la ricerca e l’identificazione di una radice, di un’origine, di un legame con il passato. Spero, francamente, anche in un processo più ampio di rivalutazione dello stesso centro storico, un tempo fulcro dell’attività commerciale della cittadina ma oggi in via di abbandono”.

L’alimentazione di tipo tradizionale è sempre più un mezzo di socializzazione, un’occasione di valorizzazione della vita quotidiana, un impegno, insomma, contro l’impoverimento culturale dell’arte culinaria che determina l’omologazione gastronomica. Solo così può essere interpretata la nuova filosofia dello slow food, una filosofia del mangiare lento e razionale che sa coniugare nutrimento, conoscenza e divertimento.
I dati dicono che è in costante crescita, in Basilicata, l’agricoltura moderna e legata alla produzione di prodotti tipici e di qualità con una produzione interna lorda che si attesta intorno al 6-7 per cento del Pil, così come è elevato il tasso di occupazione, con circa 30.000 addetti.

Le produzioni che hanno un carattere di tipicità assumono un ruolo centrale nell’ambito dei processi di sviluppo sostenibili dei vasti territori marginali della nostra regione. Sostenerle significa alimentare interi cicli di produzione e, di conseguenza, reti di commercializzazione, quindi di persone che lavorano ogni giorno nella Basilicata per la Basilicata, difendendo e valorizzando tradizioni e culture.