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Giustino Fortunato sul Brigantaggio (2)

Il 18 ottobre 1880 in un congresso tenutosi a Bologna, il Fortunato pone il problema del rapporto Nord-Sud. Qualche mese prima, il 22 maggio 1880, nel programma presentato per la sua prima candidatura alla Camera dei Deputati, affronta con determinazione la difficile realtà del Mezzogiorno:

?Lacera e contusa (l?Italia), perché è sempre vero uno degli ultimi sagaci detti del conte di Cavour, ossia che armonizzare il nord con il sud della penisola è impresa più difficile che aver da fare con l?Austria e con la Chiesa; perché la nota caratteristica della nuova Italia è sempre quella di un paese di grande povertà naturale, con una popolazione soverchiamente abbondante; perché la miseria domina ne? ceti rurali, non più rassegnati, non più sommessi alla borghesia, o incosciente o curante solo dell?utile proprio, – e il carico delle imposte, non equamente ripartito, isterilisce per i meno agiati e le province più grame, che son le nostre, ogni fonte di risparmio?.

La realtà strutturale del Mezzogiorno italiano è molto complessa. Dal 1806 al 1815 l?esercito napoleonico arriva nel Regno di Napoli. Giuseppe Bonaparte e Gioacchino Murat apporteranno grandi cambiamenti politici, economici e sociali. Dall?abolizione della feudalità (decretata il 2 agosto 1906) non deriva alcun vantaggio per i contadini.Ai baroni sono cedute le quote dei feudi e i demani feudali che avrebbero dovuto creare la piccola e media proprietà contadina, vengono affidati ai proprietari borghesi, i quali rafforzano sempre più il loro potere locale. Il ?bracciante? così non diventerà mai agricoltore e da tale infima condizione avranno origine le lotte politiche e agrarie verificatesi nel corso dell?Ottocento,il cui effetto più devastante è rappresentato dal fenomeno del brigantaggio.

Ultimo rimedio disperato alla miseria contadina è l?emigrazione dalle campagne.Le regioni maggiormente interessate da tale fenomeno sono: la Basilicata, la Calabria, la Campania, l?Abruzzo ed il Molise. Sul contadino si scaricano sempre più gli effetti della struttura estensiva dell?agricoltura e il problema aumento demografico- risorse, è sempre più sentito.Nel giugno del 1886 in un discorso tenuto a Muro Lucano, il Fortunato dichiara ritenere falso il giudizio sulla progressiva decadenza dell? Italia e del Mezzogiorno in particolare dopo l?Unità. Al contrario, considerando la pesante eredità storica italiana, i passi compiuti sono stati notevoli. La crisi agraria tuttavia è il riflesso di numerosi errori compiuti e impone l?abbandono di misure parassitarie, quali l?aumento del dazio doganale sul grano, richiesto dalle società agricole lucane.

Lo storico lucano afferma: ? possiamo mettere del tutto in oblìo l?interesse dei lavoratori e non considerare i contadini, tuttora così estranei alla vita politica, rosi dalla miseria [?] che non di altro si cibano, tutto l?anno, se non di pane nero asciutto?? Il Fortunato fa notare costantemente che gli errori compiuti dal ceto dirigente liberale hanno prodotto la disgregazione del sistema politico e due nemici: socialisti e clericali muovono alla conquista del potere. Rifiutando i metodi repressivi, lo storico afferma la necessità di rinnovare i metodi di governo.

E? forte la sua denuncia del parlamentarismo e il rifiuto di ogni forma di regionalismo e di decentramento.la sua proposta politica, da molti è stata definita eccessivamente moralistica perché priva di scelte operative.Egli stesso la chiamerà ?bandiera del nulla?, ?Sì, meglio il nulla anzi che programmi farraginosi, destinati a gettar polvere negli occhi, a mostrar la luna nel pozzo?.

continua…