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Alla ricerca di nuovi significati

SAI COSA SIGNIFICA LA PAROLA DROGA?

Una domanda del genere indirizza spontaneamente i pensieri a creare immagini e significati legati a fenomeni d’apprendimento sociale, e cioè ci viene spontaneo rimandare a ciò che abbiamo imparato dai nostri genitori oppure a scuola. Le conoscenze apprese sono fatte di “esperienza selettiva” perché l’uomo non può riconoscere tutto, deve in qualche modo sintetizzare il più possibile per ricordarsi meglio quello che sta vivendo.

Etichettare” è sicuramente la prima strategia di sintesi che tende a dare unicità e riconoscibilità ai concetti, agli oggetti del nostro contesto sociale. Dobbiamo dare un significato, un contenuto a tutto ciò che convive con noi per poterne parlare, per fare in modo che chi ci ascolta capisca cosa stiamo trattando. Tutto questo discorso serve per farvi capire come anche l’utilizzo del significato droga sia un “fatto-sociale“, un fatto sintetizzato, pulito di elementi aggiuntivi per essere riconosciuto più facilmente.

Giocare con le parole è interessante ma scoprire nuovi significati delle stesse lo è ancora di più. Se la nonna dice: ” nipotino mio vai dal droghiere a comprarmi della noce moscata e del tè, non pensereste mai che la parola droghiere possa avere origine comune con la parola droga e tanto meno, mai pensereste che grattugiare della noce moscata sui maccheroni potrebbe essere interpretato come: “atto del drogare la pasta“. Un vero delirio quest’immagine. Bene o male oggi per droghe s’intendono le solite sostanze su cui si è tanto discusso oggi vi faccio notare come invece le droghe esistenti sulla “faccia della terra” siano molto di più.

La parola “droga” deriva dall’olandese droog “secco”, ed indicava le sostanze (hashish, tè etc.) che nel ‘500 venivano riposte in barili (vate) e trasportate dalle Indie olandesi in Europa per essere consumate. Dato che il viaggio era lungo, per essere conservate, venivano prima essiccate (perciò erano le “sostanze secche”). Il termine droga attualmente ha due significati: il primo è appunto spezia, infatti ancora oggi esistono le “drogherie”, cioè i negozi dei venditori di spezie; la seconda accezione è “farmaco”, proveniente dall’accezione della parola inglese “drug”. Il termine droga non è un termine scientifico ed è tecnicamente impreciso, e, come si capisce dall’origine del nome, designa sia le sostanze attualmente illegali (cannabis e oppio e loro derivati) e sia quelle legali (alcol, tabacco, caffè, pepe etc.). Pertanto parlare di “droga“, riferendosi alle sole sostanze oggi illegali è improprio.

Questa lunga parentesi è servita da spunto per provocare per attivare nuovi interessi, per stuzzicare i contrasti. Siamo in un mondo di contrari, di dicotomie assolute, siamo in un mondo dove ognuno la pensa come gli pare e agisce secondo la sua morale, siamo in un modo dove per non annoiarsi bisogna “azzuffarsi”. La politica italiana è un po’ come “giocare a chi tira più forte la corda dalla sua parte”, ma nel gioco delle parti c’è chi ha sempre le sue verità. Sul tema delle droghe se è vero che la marijuna fa male alla salute anche il caffè, il tè, le sigarette fanno male alla salute.

Se hanno manifestato in diecimila pochi giorni fa per le strade di Roma contro il ddl legge Fini di cui abbiamo già parlato, anche a Rivello (Pz) di recente è stato organizzato a un’interessante incontro-dibattito sulle tossicomanie giovanili. Ma perché non parlare di come recuperare la devianza sociale che porta l’uomo a viziarsi a drogarsi?

Le campane a suonare continuano ad essere sempre due, si genera un canone infinito ma la vittoria su un’unica armonia è quasi utopia. Il web è pieno di contenuti interessanti su cui confrontarsi per capire le esigenze che muovono i gruppi ad orientarsi verso una direzione pù che da un’altra. Il senso di ciò che meglio è peggio per l’uomo è sempre il singolo a deciderlo. Per il resto lascio ai lettori le ultime considerazioni.

 


Arrivano i vigili antidroga (01/03/2004)
Vigili antidroga a Potenza. Il sindaco Gaetano Fierro alla luce della brillante operazione dei carabinieri che ha portato a sgominare una banda specializzata nello spaccio di stupefacenti in città ha convocato per oggi pomeriggio presso la Sala dell’Arco del Palazzo di Città un incontro urgente con assessori e dirigenti competenti per valutare ogni possibile iniziativa utile. Il sindaco è orientato a un impiego più massiccio della polizia municipale nei pressi di scuole e locali pubblici della città per scongiurare il coinvolgimento di minori e non all’uso di droghe.

 

Maurizio Bolognetti, Segretario dei Radicali Lucani alla luce della notizia, in corsivo, appena riportata, è intervenuto in merito con alcune riflessioni.

POTENZA. IL SINDACO: VIGILI ANTIDROGA. RADICALI: LEGALIZZIAMO!!!

Al ricco e variegato armamentario della lotta antidroga, derivante dal fallimentare e plurisecolare approccio proibizionista, potrebbe aggiungersi un nuovo ?strumento?: il Vigile antidroga.

Questa figura, che rischia di entrare a far parte dell?immaginario collettivo, avrebbe il compito di sorvegliare scuole e locali pubblici per scongiurare e prevenire il consumo di droghe da parte dei minori. Preso atto delle nobili intenzioni che animano il nostro Sindaco, vorrei spingerlo a riflettere su alcuni punti:

a) La droga arriva anche fuori le scuole, grazie al regime proibizionista attualmente in vigore, che rende estremamente redditizio lo spaccio di sostanze stupefacenti. Come ho ripetuto fino alla nausea, il monopolio consegnato al crimine organizzato, ha dato a sostanze che potrebbero valere quanto i peperoni o le melenzane un enorme valore commerciale. Nella sola Italia il mercato ha un valore di 50000 miliardi delle vecchie lire;

b) Le war on drugs, la guerra alla droga, nonostante l?enorme dispendio di uomini e mezzi, fino ad oggi si è rivelata un totale fallimento. Tutti i tentativi che sono stati fatti nella storia dell?umanità di impedire il consumo di una qualche droga, si sono rivelati assolutamente fallimentari. Valga per tutti il proibizionismo sugli alcolici in vigore negli USA negli anni ?20 e fino all?inizio degli anni ?30;

c) Allo stato dell?arte, l?unico modo per impedire al narcotraffico di diffondere la sua merce e di offrirla anche ai minori, sarebbe la militarizzazione della città di Potenza; meglio ancora mettere alle calcagna di ogni minorenne della città un Vigile antidroga;

d) Già oggi qualsiasi minorenne può disporre di una droga legale e in libera vendita. L?alcol e i superalcolici, infatti, sono una droga. Voglio augurarmi, che il sindaco non intenda mandare i suoi vigili anche nelle case di ogni cittadino di Potenza, per verificare se e quando minori abbiano fatto uso di bevande alcoliche. Voglio augurarmi, che il Sindaco non intenda far pattugliare ogni ristorante, bar, supermercato, paninoteca, discoteca della città. Sarebbe inutile: una buona propaganda antidroga per Fierro, sulla scia delle war on drugs di Reagan, ma nulla di più. Forse, e dico forse, qualche spacciatore preso e subito rimpiazzato, qualche grammo sequestrato, l?eterno inutile inseguimento che si perpetua da quasi un secolo.

Caro Sindaco, la soluzione migliore per combattere il narcotraffico noi te la offriamo su un vassoio d?argento, questa soluzione si chiama legalizzazione, antiproibizionismo, politiche di riduzione del danno. Un approccio che contribuirebbe a far rientrare il problema nel suo alveo naturale. Oggi, come è di tutta evidenza, quello che è un problema socio-sanitario è stato trasformato in questione di ordine pubblico.

La repressione non serve, ma sicuramente è utile la prevenzione e l?informazione. Da questo punto di vista sarebbe decisamente più utile investire le migliaia di miliardi, che oggi spendiamo per mantenere in piedi l?armamentario della repressione, in campagne sanitarie, nella prevenzione, nel recupero(di chi ha necessità e di chi vuole), nell?informazione.

Caro Sindaco, il Proibizionismo è fallito e non ci sarà vigile urbano o cane antidroga in grado di fermare l?esercito di narcotrafficanti a cui abbiamo consegnato la gallina dalle uova d?oro.

Mi auguro che vorrai avviare con noi radicali una seria riflessione sul tema.

Un caro saluto.