Sulla base delle emergenze ambientali sopra esposte, gli autori propongono un intervento per la realizzazione di una zona di protezione delle seguenti aree:

1) Monte Coccovello, da quota 500 fino al pianoro sommitale (comuni di Maratea, Rivello, Trecchina). Le motivazioni per l?inclusione di quest?area sono molteplici e vanno dalla presenza di specie animali e vegetali di primissimo ordine (lupo, stella alpina), alle particolarissime morfologie carsiche, alla presenza di un sistema idrico sotterraneo di grande portata.

2) Area compresa fra il confine con la Regione Campania e le frazioni di S. Costantino e di Rotale (comune di Rivello). Anche in questo caso si suggerisce come limite inferiore l?isoipsa di quota 500. Oltre a garantire una fondamentale continuità geografica con il limitrofo Parco Nazionale del Cilento e con il costituendo Parco Nazionale della Val d?Agri e del Lagonegrese, l?inclusione di quest?area consentirebbe di tutelare l?importante presenza della lontra e di incentivare le attività agro-silvo-pastorali di tipo tradizionale che sussistono nell?area alle quote più basse.

3) La Serra (comune di Maratea). Si tratta di un piccolo massiccio in continuità geologica con il monte Coccovello, che scende con costoni e dirupi verso la baia di Acquafredda e con pendii acclivi verso la conca di Maratea. L?inserimento di questo massiccio è motivato dalla salvaguardia sia del sistema idrico sotterraneo Coccovello-Acquafredda, sia del particolare ambiente selvaggio che determina tanta parte del fascino della costiera marateota. Per quest?ultimo motivo, e data la totale assenza di antropizzazione del versante dirupato sovrastante Acquafredda e prospiciente il mare, è opportuno in questo settore abbassare il limite inferiore del Parco al di sotto del limite generale di 500 metri s.l.m.

4) Massiccio del Monte Crivo – Serra Capellera – Serra Pollino – Serra Murazzi (comuni di Maratea e Trecchina). In questo caso si andrebbero a salvaguardare le risorse idriche che vengono a giorno in valle del Noce, presso le contrade Parrutta e Piano dei Peri, e che alimentano un?ampia fascia del litorale tirrenico. Si tratta di un?area carsica appartenente ad una sequenza geologica diversa da quella del monte Coccovello, che riveste valenze paesaggistiche-geografiche diverse in dipendenza dall?esposizione: severa e dirupata verso Maratea e la frazione Brefaro, diventa assai articolata verso Trecchina, di cui costituisce notevole polmone verde. Da segnalare su questo versante l?emergenza del Santuario della Madonna del Soccorso, situato a quota 1099 sulla sommità della Serra Pollino, e luogo di una notevole devozione popolare. Infine il massiccio si presenta con altissime pareti rocciose verso la valle del Noce, costituendone, assieme alle prospicienti pendici del Monte Messina, tanta parte del fascino selvaggio ed un ottimo terreno per la didattica geologica e dell?evoluzione del territorio. Anche in quest?area viene ritenuto valido il limite inferiore di 500 metri di quota, che va a lambire l?abitato di Trecchina. In valle del Noce è possibile abbassare il limite fino all?innesto con il fondovalle (approssimativamente quota 300, ma si veda anche il punto successivo).

5) Massiccio del Monte Messina – Serra S. Filippo (comuni di Lauria e Trecchina). L?inserimento di quest?area, situata in sinistra idrografica della valle del Noce permetterebbe di tutelare, oltre ad un?importante colonia di istrici, anche un sistema idrico carsico in fase di studio e determinazione, che alimenta a sua volta le copiose risorse idriche della bassa valle del Noce. Al fine di mantenere una continuità con il resto dell?area tutelata, è auspicabile che anche il fondovalle del Noce (approssimativamente da un punto all?altezza dell?abitato di Trecchina fino almeno a sud di Piano dei Peri) venga incluso nelle aree protette, naturalmente con un livello di tutela che tenga conto dell?esistenza di aree urbanizzate e di attività produttive già stabilizzate. Va fatto notare che questa notevolissima gola è stata colonizzata solo in epoca molto recente, con l?apertura della strada di grande comunicazione Lagonegro – Praia a Mare. Ancora nel 1962, come risulta dalla cartografia dell?Istituto Geografico Militare, nessuna strada penetrava nella bassa valle del Noce.

Per quanto riguarda il livello di tutela, si suggeriscono i seguenti criteri:

A) imposizione di un elevato grado di protezione sulle parti sommitali dei massicci, a salvaguardia delle emergenze biologiche e dei paesaggi carsici; ad esempio viene ritenuta assai importante la tutela integrale del Monte Coccovello al di sopra dei 1000 metri di quota;

B) Nelle fasce più basse, definizione di una politica di utilizzazione delle risorse naturali presenti particolarmente attenta alla conservazione e all?incremento delle risorse stesse.

Quindi:

1) controllo rigorosissimo degli scarichi di rifiuti urbani, civili ed industriali, a salvaguardia delle importantissime risorse idriche carsiche, che costituiscono la fondamentale caratteristica dell?ambito sotterraneo relativo all?area in questione;

2) utilizzo accorto delle risorse forestali secondo rigidi criteri di mantenimento delle risorse stesse e di un loro incremento in qualità e in superficie;

3) salvaguardia ed incentivazione delle attività agro-silvo-pastorali di tipo tradizionale;

4) salvaguardia delle strutture dei centri urbani caratteristici presenti nell?area e delle attività culturali tradizionali;

5) incentivazione di forme di turismo eco-sensibile e di didattica ambientale.
Si ritiene che i criteri suesposti siano in ottimo accordo con i dettami del Piano Paesaggistico Territoriale per l?area in questione.

È necessario sottolineare l?esigenza che i criteri di tutela e salvaguardia non vadano a detrimento della normale attività di ricerca speleologica. Sarà perciò opportuno, all?atto della stesura del regolamento dell?area protetta, prevedere la possibilità di concedere motivare deroghe alle norme del regolamento stesso per attività di ricerca speleologica svolte in accordo con il Catasto Regionale delle Grotte e delle Aree Carsiche, sede periferica del Catasto Nazionale delle Grotte d?Italia della Società Speleologica Italiana.

Analogamente è molto opportuno che il Comitato Scientifico del Parco veda l?inclusione di un esperto di speleologia e carsismo nominato su indicazione della Società Speleologica Italiana.

Conclusioni

La realizzazione di un?area protetta quale quella sopra descritta, permetterebbe di ottenere diversi importanti risultati:

1. conservazione delle risorse idriche sotterranee e di notevoli emergenze naturalistiche;

2. realizzazione di un?area protetta adiacente alla conca marateota che, senza creare detrimento alle risorse turistiche già stabilizzate, ne costituirebbe invece un ulteriore elemento di attrattiva;

3. incentivazione di tipo economico per i comuni dell?interno, legata sia alla riqualificazione delle attività tradizionali, sia a fenomeni di didattica ambientale e di turismo a basso impatto legati alle numerose e diversificate particolarità naturali dell?area;

4. realizzazione di una sostanziale continuità di aree tutelate fra il Parco del Cilento, il Parco del Pollino, il costituendo Parco Nazionale della Val d?Agri e del Lagonegrese e la ventilata Riserva Marina di Maratea, senza detrimento particolare per le aree turistiche, i centri urbani o le aree agricole.

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