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Lavoro-Petrolio, binomio incompatibile

L’articolo che segue è uno dei tanti approfondimenti critici che troveranno spazio nelle nostre pagine. E’ l’esempio di come Ambiente e Lavoro si intrecciano, molto spesso, in un cumulo di illusioni e distese di amarezza” (Pi.Do.)

QUANDO IL PETROLIO DISTRUGGE L?OCCUPAZIONE

TRE ESEMPI DI COME I PETROLIERI (ENI, TOTAL, ecc.), CON LA PREZIOSA COLLABORAZIONE DEI LORO AMICI DELLA GIUNTA REGIONALE E CON LA PREZZOLATA COMPLICITA? DI QUALCHE SINDACO, VIOLENTANO IL TERRITORIO E DISTRUGGONO LE POSSIBILITA? DI SOPRAVVIVENZA DI INTERE COMUNITA? FAMILIARI COSTRETTE A SUBIRE UNA DEPORTAZIONE LEGALIZZATA.

VAL D?AGRI

L?ENI SpA deve realizzare in località ?Querceto? in agro di Marsicovetere (Pz) un oleodotto per il collegamento dal pozzo ?Volturino 1? al pozzo ?Alli 2?. Per la costruzione dell?oleodotto sarà necessario uno sbancamento di oltre mq. 24.000 e in buona parte interessano i terreni dell?Azienda Agricola Il Querceto.

Il Querceto è la prima azienda agrituristica bio-ecologica di Basilicata, presente in tutte le guide nazionali ed internazionali del settore ed è all?interno del Parco Nazionale della Val d?Agri e del Lagonegrese (grazie all?Eni, il parco nazionale più virtuale d?Italia). Questa azienda dà lavoro a decine di persone, anche extracomunitare, ed utilizza solo prodotti dell?antica tradizione lucana.

L?oleodotto che intende realizzare l?ENI spaccherebbe in due l?azienda bio-ecologica e non bisogna essere scienziati per capire che un impianto industriale di quel genere segnerebbe la fine del Querceto. L?Eni ha mandato alla proprietaria una lettera con allegato un contratto di ?costituzione di servitù?. Nella comunicazione c?è scritto: – O firmi il contratto o ti espropriamo ? (quando si dice l?autonomia negoziale!).

VAL CAMASTRA

Siamo in località ?Madonna del Monte Saraceno? e ?Cugno del Salice?, nel comune di Calvello (Pz). Anche in questo caso l?ENI SpA deve realizzare degli oleodotti che collegano dei pozzi di petrolio ed anche in questo caso ?deve appropriarsi? di migliaia di metri quadri di terreno da sottrarre all?iniziativa economica privata.
Antonietta Di Tommaso, con i suoi figli ed i suoi nipoti, su quei terreni ha investito tutto ciò che aveva, riuscendo ad avere tutte le autorizzazioni amministrative per l?imbottigliamento e la commercializzazione di un?ottima acqua minerale che sgorga a 1300 metri s.l.m.

L?Eni, però, a dispetto delle iniziative imprenditoriali che non siano quelle della stessa multinazionale ed in spregio ad una infinità di vincoli normativi statali ed europei, ha intenzione (ha già iniziato a farlo!) di sventrare la montagna e di seppellire con il suo oleodotto non solo la sorgente d?acqua minerale ma anche una straordinaria opportunità di sviluppo e di occupazione legata alla nostra montagna.
Anche a questa signora, l?Eni ha mandato la solita lettera: – Se non mi cedi ?volontariamente? i terreni te li esproprierò.

VALLE DEL SAURO
Corleto Perticara (Pz). Località Tempa Rossa. Luigi Lombardi fa l?agricoltore e l?allevatore, gli stessi mestieri che hanno fatto suo padre, suo nonno ed il suo bisnonno. E così sua moglie, suo figlio e sua nuora. Per generazioni hanno strappato alla montagna sostentamento e reddito sufficiente a considerare accettabile e dignitosa la vita in una masseria di montagna.

Qualche anno fa, il sindaco di Corleto Perticara, sempre tra i primi nella gara a compiacere le società petrolifere e gli sponsor politici, decide di realizzare il P.I.P. (piano insediamenti produttivi) per destinarlo esclusivamente agli insediamenti petroliferi e, in particolare, alla costruzione di un centro oli.
Ma l?area deve essere abbastanza lontana dagli occhi dei corletani e non deve toccare i terreni dei molti amici del sindaco, perciò il PIP ed il Centro Oli Tempa Rossa saranno ubicati sui terreni di Luigi Lombardi, uno dei pochissimi veri allevatori ed agricoltori di Corleto Perticara. Naturalmente il Centro Oli necessita di infrastrutture, perciò la strada di accesso sarà realizzata sempre sui terreni di Lombardi.

L?azienda sarà messa in condizioni di non poter più svolgere l?attività sia perchè i terreni, che ne rappresentano la parte più importante, risulteranno frazionati e frammentati, sia perchè ? come insegna l?esperienza del Centro Oli di Viggiano ? a piante e a bestie, più che agli uomini, risultano insopportabili i miasmi di ENI SpA e di TOTAL ITALIA SpA, quest?ultima subentrata alla prima.

Sono tre casi emblematici di ordinaria prepotenza da parte di chi ha la consapevolezza di avere il sostegno di una classe politica completamente supina, per incapacità o per interesse, alle strategie delle multinazionali del petrolio, e di poter contare su una legislazione che, in virtù di un ormai inaccettabile concetto di ?interesse nazionale?, consente che siano schiacciati i più elementari diritti dei cittadini.
Questi tre casi hanno in comune la soppressione del naturale, fondamentale diritto al rispetto della vita che comprende il diritto di scegliere come gestire, programmare, organizzare la propria esistenza ed i propri beni.

Con atti di imperio adottati in favore delle compagnie petrolifere, senza alcuna comparazione degli interessi in gioco, senza alcuna considerazione degli interessi dei cittadini, vengono cancellati programmi ed investimenti, vengono spazzati via speranza e futuro di chi vuole rimanere e vivere sulla sua terra.
Tutto ciò vìola la Convenzione dei Diritti dell?Uomo e delle Libertà Fondamentali (art. 8) e gli articoli 2 e 4 della Costituzione Italiana, ma in questa terra di conquista, garanzia e principi fondamentali sono sospesi, subordinati ancora una volta ad un interesse superiore.

La domanda che viene da farsi è: perchè gli interessi delle compagnie petrolifere devono prevalere sugli interessi di quei cittadini delle Valli dell?Agri, del Camastra e del Sauro, a tal punto da non poter pretendere dalle prime (non che rinuncino ma) che modifichino parzialmente i loro progetti in modo da rispettare i progetti altrui?
E ancora: è giusto che gli interessi degli azionisti di Eni, Total e delle altre compagnie debbano essere prevalenti rispetto agli interessi anche di un solo agricoltore che vuol continuare a coltivare la sua terra, quella che lui ed i suoi avi hanno comprato, non espropriato?

C?è ancora una cosa che accomuna i lucani protagonisti dei tre casi simbolo: hanno deciso di ribellarsi, di difendersi, di resistere. Noi siamo con questa gente, noi siamo questa gente.

Sos Lucania
http://www.soslucania.org