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La vicenda-petrolio in Basilicata

Per non Dimenticare. Questo è il primo articolo – di una lunga serie – che andrà ad analizzare, passo dopo passo, l’accendersi della questione-Petrolio nella nostra regione. Oggi, soprattutto oggi, all’alba di nuove perforazioni, alla luce di nuovi contratti da decifrare e con la perimetrazione del controverso Parco della Val D’Agri-Lagonegrese da varare ci sembrava doveroso” (Pi.Do.).

Agli albori della storia lucana relativa all?oro nero furono numerosi gli individui, gli enti pubblici e privati, che resero note le loro posizioni in materia petrolifera. E? trascorso quasi un decennio da quando si discuteva sulla sorte dell?area lucana meridionale, ma il fluire del tempo ha tradotto teorie e parole immateriali in attuazione reale e concreta. Lo scenario in cui si inserivano tali dibattiti appariva quasi diretto a voler scoraggiare l?utilizzo di fonti energetiche nocive per i territori o gli usi di risorse in modo spregiudicato.

Basti pensare, per esempio, che la realizzazione di un pozzo per l?emungimento delle acque a uso irriguo, rendeva necessaria la presentazione di una corposa e costosa documentazione di tipo tecnico, nel rispetto della Legge 36/94. Analogamente per estrarre materiale dagli alvei fluviali erano essenziali autorizzazioni, il sottoponimento del progetto all?analisi denominata VIA (valutazione impatto ambientale); spesso tali pianificazioni non erano accettate e dal 1994 furono completamente sospese, in quanto creavano danni ambientali. Al contrario, per realizzare un pozzo petrolifero, nel 1996 il rigore era meno marcato, così come si evince dalla relazione redatta dal Gruppo di Concertazione per lo sviluppo delle attività socio-economiche, culturali e ambientali dei comuni del comprensorio della Val d?Agri.

Tale organismo prevedeva un modello di impiego delle risorse che si basasse sull?utilizzo del gas naturale, estratto per realizzare impianti basati sulla cogenerazione. Quest?ultima è definibile come la produzione combinata di calore ed energia elettrica, in modo da impiegare razionalmente fonti energetiche tradizionali (combustibili fossili) e innovative (biogas). Il processo consente di trasformare le fonti energetiche, in energia nobile, ossia meccanica ed elettrica, e in seguito in energia minore, cioè termica.

Il Gruppo di Concertazione era attento alle leggi vigenti, le quali sembravano essere indirizzate verso una vera e propria rivoluzione, mirata alla razionalizzazione degli usi energetici. La Legge 9/91, in particolar modo, è relativa all?attuazione dei nuovi piani energetici (centrali idroelettriche, elettrodotti, idrocarburi, geotermia); la Norma 10/91, inoltre, disciplina materie quali il risparmio energetico e lo sviluppo di fonti rinnovabili. Nel concreto il modello si sviluppo mirava a proporre forme di cooperazione tra tutti gli organismi presenti sul territorio lucano, al fine di pianificare uno sviluppo socio-economico partendo dal basso (bottom up) e non imponendolo dall?alto, calando scelte e decisioni dall?esterno del tessuto sociale (top down).

In tale contesto si inseriva anche l?utilizzo sostenibile delle risorse petrolifere, evitando distruzioni selvagge, ma garantendo uno sviluppo economico omogeneo e una crescita sociale duratura. I realizzatori del progetto miravano a sottrarre lo stesso dall?astrazione teorica. Sostennero, pertanto, la necessità di concretizzare modelli di sviluppo che traducessero in atto la cogenerazione energetica e incentivassero, in aggiunta, attività agricole e zootecniche, poi piccole o medie imprese artigianali di trasformazione dei beni, di marketing e di vendita, accompagnate da aziende di servizi, al fine di incentivare anche i flussi turistici.

Nel 1996 si cercò di individuare nuove tecnologie per produrre energia, nell?attuazione delle Leggi in vigore. Tra queste si fecero strada la cogenerazione, il teleriscaldamento, ossia la produzione e distribuzione di calore prodotto da centrali alimentate a gas o con altri combustibili. Ciò rendeva possibile il surriscaldamento dell?acqua e il successivo funzionamento degli impianti. Era ben accetto anche il ciclo combinato energetico, attraverso i parchi termoelettrici, per produrre o energia elettrica o fonti energetiche mediante processi di cogenerazione.

Al fine di differenziare la produzione di energia si iniziano a diversificare le modalità di produzione energetica e i combustibili utilizzati (gas, carbone od oli combustibili). In un periodo storico in cui fioriscono nuovi tipi di impieghi energetici, novelle tecnologie e piani di gestione delle risorse, l?uso dell?oro nero è ancora rilevante.

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