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Discutendo oltre la Censura

Ho appena spento il televisore e una strana angoscia ha fecondato il mio animo. L?ultima immagine riflessa nel piccolo schermo in bianco e nero (…dalle mie parti la Tv a colori non è ancora arrivata perché desideriamo sapere qual è la vera realtà…) è quella del Presidente del Consiglio che, doppiamente impettito, è stato lì tutta la sera a spararle tanto grosse da averne pieni gli Oceani. Scorie televisive a parte, si è parlato, dulcis in fundo, di inflazione, di federalismo, di tasse, delle massaie spendaccione, della mamma, di comunisti, di stalinismo, di rispetto del contratto con gli (i)taliani, stipulato dal Capo del Mondo con noi umili sudditi.

Qualche flebile voce, nei pressi di uno sbadiglio, si è pronunciata sull?aumento degli scioperi e a quel punto il Cavaliere sembrava imitare il suo direttore Fede, che qualche giorno fa ha cercato invano di ricordare le mobilitazioni popolari contro i Governi di sinistra. Ce ne sono state, ce ne sono state (!).

?Che cosa??
Mi chiede un mio amico.
(Lo guardo).
?Ti riferivi alle mobilitazioni o ai Governi di Sinistra??
Ripete con insistenza.
?Non lo so?.
Eclisso.

D?altronde, ieri, nello stesso habitat del politicante, uno dei leader sinistroidi, Piero Fassino, farfugliava nozioni di politica internazionale, e vademecum del perfetto oppositore senza alternative concrete. Non voglio vestire i panni del disfattista a tutti i costi, ma credo che con i prossimi Esecutivi eletti, a qualsiasi correntone essi appartengano, ne vedremo delle belle.

Scusatemi, mi sono lasciato andare in un vomito d?inchiostro misto di rabbia e orgoglio critico mutando l?incipit del mio editoriale. Nello schema mentale originario mi ero prefissato di cominciare a scrivere citando sempre e solo, una frase del solito Cavaliere, che non ci ha pensato due volte a sottolineare la sua lunga assenza dagli schermi. Io non ironizzerei. Probabilmente si è auto-censurato. Insomma, siamo pari. In televisione non c?è lui (!?) e non ci sono nemmeno Biagi, Santoro, Luttazzi, Guzzanti, Dario Fo e Franca Rame.

?La censura a Berlusconi??.
Chiedono.
?E? conflitto d?interessi?.
Scherzano.
?E la censura ai Vostri danni??
Mi fanno notare con sarcasmo.
?E? prassi. Amara prassi?.
Eclisso.

Nella nostra regione, con un Governo di centro-sinistra il dazio che siamo costretti a pagare non è meno caro di quello che vige negli ambienti più alti dell?informazione e della televisione. Sono soliti gli sgambetti subiti dai giornali locali; dalla stampa che conta, tanto per intenderci. Non so quanto la stampa sia da considerarsi libera, eppure se si dà un?occhiata all?articolo 21 della nostra bistrattata Costituzione si legge: ?Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure. Si può procedere a sequestro soltanto per atto motivato dell’autorità giudiziaria nel caso di delitti, per i quali la legge sulla stampa espressamente lo autorizzi, o nel caso di violazione delle norme che la legge stessa prescriva per l’indicazione dei responsabili. In tali casi, quando vi sia assoluta urgenza e non sia possibile il tempestivo intervento dell’autorità giudiziaria, il sequestro della stampa periodica può essere eseguito da ufficiali di polizia giudiziaria, che devono immediatamente, e non mai oltre ventiquattro ore, fare denunzia all’autorità giudiziaria. Se questa non lo convalida nelle ventiquattro ore successive, il sequestro s’intende revocato e privo d’ogni effetto. La legge può stabilire, con norme di carattere generale, che siano resi noti i mezzi di finanziamento della stampa periodica. Sono vietate le pubblicazioni a stampa, gli spettacoli e tutte le altre manifestazioni contrarie al buon costume. La legge stabilisce provvedimenti adeguati a prevenire e a reprimere le violazioni?.

Eppure se si dà un?occhiata al primo punto della Carta dei Doveri del Giornalista si legge: ?Il giornalista deve rispettare, coltivare e difendere il diritto all’informazione di tutti i cittadini; per questo ricerca e diffonde ogni notizia o informazione che egli ritenga di pubblico interesse, nel rispetto della verità dei fatti e con la maggiore accuratezza possibile. Il giornalista ricerca e diffonde le notizie di pubblico interesse nonostante gli ostacoli che possono essere frapposti al suo lavoro. E’ un suo dovere compiere ogni sforzo per assicurare una dimensione pubblica alle notizie di interesse generale e per garantire al cittadino la conoscenza e il controllo degli atti pubblici. Il rispetto della persona, della sua dignità e del suo diritto alla riservatezza e’ dovere fondamentale di ogni giornalista. Il giornalista e’ responsabile del suo lavoro verso i cittadini. Eviterà comportamenti arroganti e favorirà il dialogo tra i media e il pubblico. Il risultato del lavoro che propone ai lettori deve essere sempre d’accordo con la sua coscienza. Il giornalista è tenuto ad osservare il segreto professionale e a non rivelare l’identità delle fonti che vogliono rimanere riservate?.

Eppure mi saltano per la testa alcuni episodi. LucaniaNet partecipa al Webbit dove rappresenta la regione e sui giornali mezzo trafiletto; LucaniaNet promuove un Progetto sulla valorizzazione delle risorse idriche lucane e sui giornali mezzo trafiletto; LucaniaNet vince il Premio ?Comunicare in Basilicata? indetto dal Co.Re.Com e sui giornali mezzo trafiletto anonimo…

?Dai, continua ad elencare!?.
Infieriscono.
(Silenzio)
?E? vero, l?anno scorso avete vinto il Premio del Co.Re.Com?.
Mi ricordano.
?E chi vi ha raccomandato!??.
Interviene un assessore provinciale.
(Silenzio).

Vi faccio notare una cosa. Senza presunzione posso affermare che probabilmente abbiamo i numeri giusti per poterci permettere di avere una certa rilevanza. Siamo il primo portale della Lucania, ma se provate ad andare sul sito ufficiale della Regione Basilicata (per chi no lo sapesse: http://www.regione.basilicata.it e/o www.basilicatanet.it !?) ed entrate nella pagina http://www.regione.basilicata.it/consiglio/corecom/default.htm non ci siamo, nonostante le nostre infinite sollecitazioni e segnalazioni.

?Non potete esserci?.
Mi rincuorano.
?E? perché mai??.
Borbotto innervosito.
?Perché voi parlate di petrolio e petrolio in Basilicata non ce n?è; parlate di discariche abusive e discariche abusive in Basilicata non ce ne sono; parlate di lavoro nero e lavoro nero in Basilicata non ce n?è; parlate di inefficienze sanitarie e inefficienze sanitarie in Basilicata non ce ne sono; parlate di emergenze ambientali e emergenze ambientali in Basilicata non ce ne sono; parlate di cave e cave in Basilicata non ce ne sono; parlate di scorie e in Basilicata di scorie non ce ne sono?.
Sdrammatizzano.
?Ma siamo liberi??.
Chiedo per rincuorarmi.
?Non siete liberi. Perché se ti censurano la vostra voce è smorzata sul nascere?.
Faccio finta di niente e accuso momentaneamente il colpo.