Amalia Grè
Emi 2003

Il cuore non tanto pallido di Amalia Grè

Amalia Grè (vero nome Amalia Grezio), molti l?anno già etichettata la nuova Mina Italiana e lei ringraziando risponde: ?Mi sento onorata di essere avvicinata a lei, sono cresciuta con le sue canzoni: fa parte di me, della mia storia. E’ nel mio DNA. Mina è stata una figura importante per me e la mia formazione musicale?. Scoperta per caso nel web dal Dj Alessio Bertallot nella sua trasmissione B-Side (radio Dee-jay), Amalia è balzata agli onori della cronaca musicale grazie ai due singoli ?Io cammino di notte da sola? e ?Cuore pallido?.

Lo scorso novembre ha pubblicato il suo album di esordio, intitolato semplicemente ?Amalia Grè?, tredici canzoni (undici originali più due cover) delle quali ha curato personalmente tutti gli arrangiamenti.

Parlando del suo ultimo lavoro la cantante ha detto: ?Siamo entrati in studio per registrare il disco lo scorso agosto, e lì ho scritto gli arrangiamenti delle canzoni. Alcuni pezzi sono abbastanza recenti e risalgono a pochi mesi fa, come per esempio ‘I need a crown’ e ‘Film a otto colori’: mentre, ‘Io cammino di notte da sola’, che è stato uno dei due pezzi che ho presentato al Premio Recanti, ha ormai sei anni?.

?Il disco è un disco di jazz, ma non in senso ‘stretto’?, aggiunge la cantante che ha curato anche l’ideazione grafica del CD, ?Credo che sia un lavoro più trasversale. L’ho concepito come una sorta di palazzo: all’ingresso, c’è la mia presentazione con i pezzi ‘Cuore pallido’ (secondo brano estratto dal lavoro) e ‘Io cammino di notte da sola’; ‘al primo piano’, con pezzi come ‘Sogno’, ‘Indaco’, si entra in una dimensione di musica solare, mediterranea e più libera; il secondo livello, rappresenta un momento più spirituale, riflessivo, anche musicalmente?.

A proposito delle due cover del disco, ?Estate? di Bruno Martino e ?Theme from Mahogany (Do you konw where you’re going to?)?, la Gré dice: ?Sono due brani che appartengono al mio passato e a cui sono molto legata: ‘Estate’, che ormai è diventato uno standard jazz, era la ‘mia’ canzone dell’estate: quella che cantavo nei club di New York, in italiano; mentre la seconda è una canzone, interpretata in origine da Diana Ross, che ho sentito per la prima volta a quattro anni, restandone colpita. Nel disco ho cercato di dare al brano una veste sonora più attuale?.

Un diploma in scenografia teatrale all?Accademia delle Belle Arti di Perugia, un?amore per la musica Jazz che l?ha portata a New York a studiare con nomi del panorama jazzistico internazionale come Betty Carter, Bobby McFerrin e Bob Dorough, una segnalazione come autrice di sceneggiatura e di musica per un corto presentato all’edizione 2002 del Premio ?Minimusical? (concorso per cortometraggi musicali indetto da Musica! di Repubblica e dalla casa di produzione Fandango), una collaborazione (tuttora in corso) come stilista di moda con una boutique newyorchese, un posto come finalista al Premio Recanati 2001 e per finire una figlia di sei anni, tutto questo ha un solo nome ?Amalia Grè?.

Erykah Badu
?WorldWide Underground? (Motown, 2003)

Il Mondo di Erykah Badu

?Worldwide Underground? è l?ultimo capolavoro di Erykah Badu, preannunciato come un Ep ma, alla resa dei conti, troppo lungo per essere considerato tale, conferma questa eccezionale artista come la realtà più bella della black music contemporanea. Il suo stile è difficilmente inquadrabile in una categoria particolare; si possono fare tutti i paragoni che si vogliono (hanno scomodato pure Billie Holiday, probabilmente a sproposito), ma l?essenza della musica di Erykah sfugge ad ogni facile etichettatura, come del resto apparve chiaro fin dall?uscita di ?Baduizm?.

E? un disco che propone delizie di ogni tipo. La prima è l?intro di ?World Keeps Turning? che conduce l?ascoltatore nel clima sensualissimo del secondo brano, un?autentica meraviglia intitolata ?Bump it?, che si apre con una vellutata melodia su uno sfondo armonico di eleganza rarissima, per poi proseguire tra vocalizzi straordinari per una durata totale di circa nove minuti di puro godimento della mente e dei sensi.

Se questa ora descritta è una delle punte dell?album, altrettanto si deve dire della tanto efficace quanto – almeno in apparenza – improvvisata (questo album sa spesso di improvvisazione, ma di quel tipo che solo i fuoriclasse sanno gestire) quarta traccia, ?I Want ?you?, che si apre con una musica minimale (quasi alla Laurie Anderson prima maniera) sia nell?accompagnamento strumentale sia nella parte vocale, che si arricchisce via via di prodezze regalate da una voce da brivido. Il brano sembra ?collassare? dopo 8 minuti per poi trasformarsi inopinatamente in uno stranissimo quanto affascinante dialogo tra tastiera elettronica e chitarra elettrica, sfumando definitivamente proprio quando la voce di Erykah è sul punto di cominciare da capo con una nuova ammaliante melodia appena accennata per una manciata di secondi.

Divertente quanto geniale è ?Danger?, con la sua particolare atmosfera ?noir?; più ?convenzionali? (aggettivo da intendere in modo molto relativo in questo contesto) ma tutti di altissimo profilo gli altri brani di questo album assolutamente adorabile. Un disco caldo e distaccato, ferocemente sensuale e finemente intellettuale allo stesso tempo, un vero gioiello.

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