Nato nel 1821 a Senise (PZ) e rimasto ben presto orfano di padre, fu educato da uno zio arciprete. A 19 anni si trasferì dalla sua terra d?origine a Napoli per continuare i suoi studi. Voleva diventare medico ma all?improvviso capì di volersi realizzare professionalmente in un ambito diverso da quello della medicina: dedicarsi agli studi giuridici.
Si dedicò con profitto al diritto; nel 1945 completò i suoi studi e nel capoluogo lucano esercitò la professione di avvocato. Nella sua prima raccolta di poesie ?l?Arpa lucana? (1948) si respira un?aria risorgimentale. Il suo forte e radicato patriottismo lo coinvolse nel processo contro don Emilio Maffei, accusato di far parte della ?Giovine Italia?.Dopo un periodo di latitanza, si consegnò alle autorità, fu messo in carcere e, dopo poco tempo, ritornò tra la sua gente lucana.
?L?Arpa lucana? ha un?impostazione ?sui generis? in quanto vi si snoda un dialogo ideale tra il poeta e l?arpa, metafora di canto, di suoni e voci lucane. Essa, non riuscendo più a sopportare le miserie e la sofferenza della sua gente oppressa da secoli, si rifugia sui monti per non essere più trovata.L?arpa è simbolo di libertà, autonomia, di creatività ed originalità, di passioni e di emozioni.
Anche in assenza di suoni, però, la storia continua a comunicare. Anche i silenzi parlano! La poesia di Sole, essendo carica di forti emozioni e di spontaneità, a volte è ridondante ma la sovrabbondanza di termini si staglia su uno sfondo carico di autenticità ed espressività.Non troviamo formalismi ma versi liberi in cui si sente un?unica voce:quella del suo cuore.
Echi ottocenteschi non possono non essere rilevati, l?impronta manzoniana è forte, soprattutto ne ?La Guerra?:
?Dai monti, dai piani, dai mari venite,
figliuoli d?Italia; la guerra v?aspetta;
in sella montate:le lance brandite;
correte nei ranghi: gridate vendetta:
Coraggio, coraggio! La guerra è la vita;
la pace dei servi mai vita non fu:
l?Europa commossa fra l?armi v?invita:
vi scorra nei petti novella virtù?.
Nel carme ?Al Mar Jonio?, ripercorre il paesaggio della Magna Grecia, si sofferma su Metaponto e canta la grandezza della sua terra.
Richiama anche Pitagora e dinanzi a tanta grandezza, come si fa a non cantarla?
?Qui Pitagora eterno, allor che l?empio
pugnal cotoniate incontro al santo
cor la sua nuova carità gli mosse,
qui ramingò lunghi anni, e qui, sublime
per divino ardimento, i templi aperse
de? rinnovati studi?(?)
Si rincorrono, inoltre, scene eroiche (le imprese dei Romani, Normanni, Saraceni) e scene di miseria (la schiavitù della sua gente).
Suo unico obiettivo è quello di osannare per sempre la sua terra:
?Sepolcro eterno, o mia Lucania, è questo
ampio mar, che veleggio, a le tue prische
marittime città. Lucano anch?io
da questo mare ti contemplo e canto
terra lucana?.
Versi sonori, dunque, delineano i contorni di una regione tutta da scoprire e riflettono la sensibilità di luoghi antichi e ?nascosti?, carichi di simbologia e di memoria.