L?Amore è quel sentimento che fa accelerare i battiti cardiaci, produce senso

di inappetenza, altera il ritmo circadiano, rendendo ?come direbbero gli

antichi? l?uomo più vicino a Dio. Per Platone, nel Convito, infatti, agli

albori della vita sulla Terra, gli uomini erano perfetti e avevano un corpo di

forma sferica. Tale aspetto fisico li rendeva invulnerabili e piuttosto simili

alle divinità. Zeus, quale padre degli dei, iniziò a temere l?umana potenza,

tanto da essere costretto ad attuare una soluzione estrema: dovette spaccare a

metà ogni essere-palla. La divisione produsse un senso di impotenza,

inadeguatezza e incompletezza negli uomini, i quali si sentirono esattamente a

metà. Lo scopo della vita di ogni uomo divenne, a parere del predetto filosofo

greco, la ricerca del proprio consorte nel mondo, al fine di raggiungere

quella pienezza fisica e spirituale, di cui la divinità gelosa e timorosa li

privò.

Fin dall?antichità l?Amore è un tema analizzato attraverso le opere degli

artisti, in quanto essi danno voce alla sfera sentimentale che accomuna ogni

essere umano. Gelsomina Perilli, si inserisce in tale schiera e, nel libro

intitolato Tra ombra e luce, dà una veste concreta alle proprie idee

attraverso le pagine di un breve testo. La Perilli esordisce descrivendo

l?universo mentale di una ragazza di ventiquattro anni, che non si ferma alla

superficialità e all?apparenza, ma cerca di andare in profondità fino a

esaminare l?anima e la sfera affettiva. La giovane propone delle riflessioni

relative all?Amore ideale, platonico e carnale; descrive il sentimento nella

sua concretezza e semplicità, nella sua quotidianità e universalità, in quanto

la sfera affettiva accomuna ogni persona. Ogni persona, infatti, avverte un

senso di mancanza, di vuoto interiore, colmabile per mezzo dell?Amore. Tale

sentimento rende gli individui meno egoisti e più pronti a uno spirito

sacrificale, meno soli e più attenti alle esigenze del partner.

L?amore potrebbe anche dissolversi e la Perilli lo ricorda. Quando il pathos

termina le sofferenze spirituali sono immani, ma al tempo stesso utili per la

crescita individuale, poiché l?essere umano impara soprattutto dal dolore e

dagli errori. L?autrice espone le proprie riflessioni sull?intervento divino o

casuale nella vita di ogni giorno e in particolar modo nella sfera affettiva.

Ella menziona, inoltre, il sentimento della gelosia, considerabile uno stato

d?animo patologico, che si insinua nella vita di coppia, producendo disagi,

sofferenze e disprezzo dell?altro, in quanto annulla la libertà del partner e

differenziato dallo stato genuino dell?area emotiva.

Il testo stilisticamente è composto mediante una fusione tra funzione emotiva

e funzione conativa (riprendendo i concetti del linguista R. Jackobson) dunque

espressione di sé e interlocuzione diretta con il lettore. Quest?ultimo è

continuamente interpellato, al fine di stimolare le menti alla riflessione. Lo

stile è semplice ed essenziale, a volte sono presenti piccole imprecisioni, ma

quel che conta è il contenuto, ossia la messa a nudo dell?anima che medita. Il

lettore, posto di fronte alle pagine di Tra ombra e luce, beneficia di spunti

di riflessione utili per la vita di ogni giorno, la stessa vita che racchiude

storie quotidiane e fondamentali come quella che sto per menzionare. Alma e

George erano due giovani alle prese con la crescita di un sentimento

rigoglioso. Vissero rose e viole, ma i fragili fiori appassirono, fino a

sgretolarsi tra le loro vite. Dalla luce passarono alle tenebre; fu morte e

rovina, dolore e senso di colpa. Sofferenza, all?inizio incompresa, poi

reciproca e fonte di vita. Dall?afflizione crebbe una nuova forza e

consapevolezza, perché ogni uomo è come una fenice, cade, ?muore? bruciato, ma

risorge dalle ceneri, dai resti, per diventare più splendente e raggiante di

prima. L?esperienza è maestra di vita, che permette all?uomo di migliorare e

imparare a essere, sé stesso in primis.

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