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Lavello, sequestrata discarica di auto

A pochi giorni dagli avvenimenti legati alla vicenda Scanzano Jonico, con tutti gli strascichi che hanno tenuto un’intera regione con il fiato sospeso, appare di spiccata attualità riprendere con il nostro viaggio sul territorio della Basilicata dedicato alla raccolta ed allo smaltimento dei rifiuti. L’occasione, si fa per dire, viene dalla notizia di alcuni giorni fa del sequestro di uno scasso non autorizzato di autoveicoli nel territorio comunale di Lavello, a nord della provincia potentina.

L’operazione, condotta di concerto dai carabinieri della stazione di Lavello e dai vigili della locale polizia municipale, con l’ausilio degli agenti della polizia provinciale di Potenza, ha portato al sequestro penale di un’area di circa 4 mila metri quadri posta nell’immediata periferia di Lavello, a pochi passi dal cimitero comunale. Denunciato a piede libero un cittadino lavellese di 45 anni, G. V., che, secondo i primi accertamenti, avrebbe utilizzato l’area in questione come deposito abusivo di vecchie automobili e rottami di varia natura. Sul luogo, che versava in condizioni igieniche pericolosamente precarie, sono stati rinvenute diverse carcasse di autovetture che “l’illecito gestore” provvedeva periodicamente a demolire, oltre che ingenti quantitativi di oli esausti ed altri liquidi giudicati fortemente inquinanti. Del tutto ignorate, invece, le normative che prevedono il rispetto di regole ferree in campo di tutela dell’igiene pubblica e di salvaguardia dell’ambiente; da qui la denuncia per “utilizzo di area adibita a scasso non autorizzato” e per “inquinamento ambientale” per cui il cittadino di Lavello rischia ora pesanti ammende amministrative ma anche sanzioni di carattere penale. I sigilli posti dalle forze dell’ordine rimarranno fin quando non saranno ultimate tutte le operazioni necessarie alla bonifica del sito inquinato.

Quella della prevenzione e della repressione dei reati contro l’ambiente resta, dunque, una delle esigenze prioritarie per la nostra regione dove si conserva tuttora un patrimonio naturale dal pregio inestimabile, da salvaguardare ad ogni costo. Va infatti sottolineato che, nonostante la morsa di tre delle quattro regioni con il più alto indice “ecomafioso” d’Italia (Campania, Calabria e Puglia, la quarta è la Sicilia), la Basilicata è riuscita comunque a restare fuori da quelle che vengono comunemente considerate le “rotte” del traffico illecito dei rifiuti, risultando, come ricordava il Procuratore Generale della Corte d’Appello di Potenza, Vincenzo Tufano, nella sua relazione in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario 2003, “l’unica area del sud non in emergenza”.
In tal senso, oltre all’azione svolta quotidianamente dalle forze dell’ordine, ha giocato positivamente la prontezza con la quale si è provveduto ad istituire, già nel 1997, sia l’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente (ARPAB), sia l’Osservatorio su Ambiente e Legalità. Proprio quest’ultimo, infatti, ha rappresentato un importante momento di confronto e di cerniera tra i cittadini e le istituzioni, nonché tra le diverse istituzioni chiamate ad affrontare e gestire i problemi dell’impatto sul territorio delle diverse attività.

Un panorama generale senz’altro meno preoccupante rispetto a quanto registrato nelle altre regioni meridionali non deve, però, trarre in inganno. A cominciare dai cronici ritardi nell’avvio di un sistema funzionale di raccolta differenziata, passando per le oltre 30 discariche di diversa tipologia sparse sul territorio, sino ad arrivare alla “preoccupante” quantità di rifiuti pericolosi prodotti, molte sembrano ancora essere le tematiche degne di approfondimento. Va ricordato, inoltre, che la stessa conformazione del territorio, in gran parte sconnesso ed impervio, e la bassissima densità di popolazione fanno della Basilicata un luogo ideale per lo smaltimento illecito, rendendola particolarmente “appetibile” a quanti fanno del traffico di rifiuti un’ attività da cui trarre ingenti guadagni. Naturalmente i primi a rispettarla dovrebbero essere i suoi abitanti e questo, a giudicare dalle ultime notizie, non sempre accade.