L?Opinione Pubblica lucana, in queste ultime settimane, ha vissuto momenti di intensa Passione per le voci che imponevano la costruzione del sito unico nazionale per lo stoccaggio delle scorie nucleari nel nostro territorio. Questi allarmismi fondati e le incertezze ancora presenti hanno portato in secondo piano altre questioni ambientaliste determinanti per lo sviluppo della Lucania: le continue e criminose trivellazioni petrolifere.

Nemmeno la momentanea occupazione del Centro Oli di Viggiano, a dimostrazione che la protesta era organizzata su più fronti, ha permesso la ridiscussione degli accordi decennali che legano la Regione Basilicata alle Compagnie Petrolifere. Ed oggi, ci ritroviamo, con l?ennesima ferita al costato mai sanata e che continua a sanguinare oltre misura. Non penso che esista, in altre parti d?Europa, una situazione del genere, dove vengono perimetrati parchi politici che ospitano pozzi di petrolio. Si sfiora il paradosso.

Da un lato, si è cercato, più volte, di ingoiare il rospo dell?oro nero sapendo benissimo che il nostro sviluppo migliore possa passare attraverso altre forme. Dall?altro, non si pretende nemmeno di imporci un embargo petrolifero autonomo, ma la tutela dell?ambiente deve essere sostenuta con ogni mezzo. Per essa passa la valorizzazione del territorio. E? un nostro sacrosanto diritto pretendere il rispetto della terra, anche perché alla voce occupazione i risultati sono inesistenti. L?esempio lampante di abuso evidente e costante nel tempo è dato dalla decisione del Ministero dell?Ambiente di concedere l?autorizzazione alla Total-Elf di controllare un pozzo di esplorazione denominato Tempa D?Emma Nord 1 in località Poggio del Caco. Località situata nel bel mezzo del Parco di Gallipoli Cognato e delle Piccole Dolomiti Lucane e del controverso Parco della Val d?Agri-Lagonegrese.

A scendere in campo al fianco dei vivaci oppositori alle perforazioni sono stati i vescovi lucani, che oltre e fregiarsi di un appello non solo morale, sono preoccupati sui limiti di una crescita poco legata alla cultura, alle vocazioni territoriali, alle caratteristiche locali. Preoccupazione sacrosanta (?e mai termine così adatto poteva essere coniato?) quella della Chiesa, che intravede in azioni di questo tipo una seria minaccia, col rischio di imboccare una strada senza uscita nel pieno anonimato, dove l?infinita illusione del petrolio pone le basi verso un abbandono totale, una svendita promozionale di una regione in balia degli interessi economici. Serve un?altra risposta decisa di un popolo che rischia di covare in seno una serpe, che prima o poi ci tenterà offrendoci la mela avvelenata.

Di seguito, vi presentiamo il testo integrale di una lettera che l?Arcivescovo di Potenza, Monsignor Agostino Superbo ha inviato al Ministero dell?Ambiente e al Ministero delle Attività Produttive.

Egregio Signor Ministro, Le scrivo a nome dei Vescovi della provincia ecclesiastica di Basilicata.
Siamo informati da fonti competenti che, da parte del Ministero a Lei affidato, è prossima la decisione riguardante l?autorizzazione alla Total-Elf di un pozzo di esplorazione denominato Tempa D?Emma Nord 1 (Ten-I) in località Poggio del Caco, a quota 1349 m slm. Come Lei ben sa, tale struttura verrebbe a trovarsi tra il Parco regionale di Gallipoli Cognato e delle Piccole Dolomiti Lucane e l?istituendo Parco Nazionale della Val d?Agri. A nostro parere, la realizzazione del pozzo intaccherebbe, in maniera irreversibile e senza una vera necessità, uno dei luoghi più belli dal punto di vista paesaggistico. Inoltre, renderebbe inefficaci i numerosi investimenti attuati nel passato, tutti tendenti alla valorizzazione turistica di uno dei luoghi più belli della nostra Regione e di tutta l?Italia.

Noi Vescovi siamo già molto preoccupati per alcuni cambiamenti etico-sociali, tutti di segno negativo, verificatisi in Val d?Agri fin dall?inizio dell?attività estrattiva. Oggi desideriamo ed auspichiamo che non vengano ulteriormente disattese la vocazione e le caratteristiche proprie del nostro territorio, ricco di fede e di autentica umanità. Noi vescovi non abbiamo né competenza né autorità per suggerire soluzioni tecniche, ma abbiamo il dovere di esprimere il nostro parere, in appoggio a quanti amano e realizzano, in maniera veramente disinteressata, l?autentico progresso della Basilicata.
Le chiediamo, perciò, che l?autorizzazione sopra indicata non sia concessa. Signor Ministro, comprendiamo che la decisione che Lei sta per prendere non è facile. Sappiamo, però, che non Le mancano coraggio e senso di responsabilità; per questo motivo poniamo ogni fiducia nella Sua attenta considerazione alla richiesta sopra manifestata.

AugurandoLe un proficuo lavoro, Le auguro ogni bene e porgo rispettosi ossequi.

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