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Leonardo Sinisgalli: Scienza e Poesia

Tra gli anni Trenta e gli anni Cinquanta l?ermetismo italiano occupa un posto centrale nell?ambito della poesia metafisica europea. Gli ermetici esaltano l?essenzialità della parola e, ispirandosi ai simbolisti, intendono la poesia come esercizio assoluto di un linguaggio che non ha obiettivi ed intenti didattico-moralistici ma ricerca un?originaria purezza della parola.

Il letterato lucano, nato a Montemurro (Pz) nel 1908, dopo essersi laureato in ingegneria a Roma, è invitato da Enrico Fermi a frequentare il suo istituto di fisica ma ad un certo punto preferisce la poesia all?atomica: ?potevo trovarmi nel gruppo dei ragazzi che hanno aperto l?era atomica , preferii seguire i pittori ed i poeti e rinunciare allo studio dei neutroni lenti e della radioattività artificiale.? Sinisgalli si dibatte costantemente tra la passione per la scienza e l?amore per la poesia. Suo grande merito è quello di essere riuscito a conciliare la vocazione scientifica e quella letteraria. La sua poesia è fatta? di esistenza?.Nei suoi scritti ritroviamo il Sud con la sua storia, il suo spirito, i suoi problemi e le sue anomalie. Ogni luogo ricordato lascia in sé tracce indelebili. I suoi versi devono captare l?essenza delle cose, penetrarle ed attraversarle al fine di coglierne il senso più pieno e profondo.

In ogni scritto,[Nuovi Campi Elisi ( 1947), La vigna vecchia (1947- 1956), Il passero e il lebbroso (1926- 1970)], il poeta parla di sé, del suo modo di essere e, spesso, tornano i temi del ricordo, dell?infanzia, delle tradizioni, dei canti e delle magie lucane. Sinisgalli è da tutti ricordato come ?poeta dell?esistente? ma non dobbiamo dimenticare un importante aspetto della multiforme esperienza artistica del poeta-scienziato: il rapporto con il disegno e la pittura.In un primo momento egli subordina tutto, anche il disegno, alla poesia.Ad un tratto, però, il disegno prende il sopravvento. Progressivamente si va esaurendo la vena poetica; egli non si sente più poeta sino in fondo, ha bisogno di una sosta di riflessione perché deve ricreare segni diversi da quelli che egli traduce in parole e ritmi poetici.I disegni di Sinisgalli apparentemente nascono come uno sfogo della noia ma,in sostanza,nascondono quella ?parte segreta di se stesso? rimasta esclusa dai suoi versi. Egli comunque si augurava che un giorno qualcuno capace di leggere nei segni come si leggono i sogni , scoprisse la verità, la parte più profonda e nascosta nella sua anima.

Il poeta scopre che il disegno e la pittura gli danno ciò che la poesia non gli offre più: riempire il vuoto e vincere il tedio e l?angoscia.Tra disegno e poesia c?è una differenza sostanziale. Egli definisce la poesia ?cattiva compagna? poiché gli richiede una dedizione totale. Essa è una donna che non ama dividere il suo partner con altri, anzi esige una fedeltà totale, per cui non gli è possibile distrarsi né abbandonarla mai.Il disegno, invece, è una donna diversa poiché si accontenta di ?incontri saltuari? e tollera anche qualche ?scappatella?. Leonardo cioè dipinge, disegna e ogni tanto ritorna a comporre versi o si dedica ad altre attività. L?immagine gli consente di staccarsi dal concreto e sconfinare in un mondo ideale d?infinita libertà.

Non dimentichiamo dunque che sia la poesia che il disegno, in Sinisgalli, rispondono ad una esigenza ben precisa: giungere al cuore delle cose, in primis di se stesso, per cogliere lo spirito vivificatore che l?originalità del suo essere emana dal di dentro.