Da sempre si associa alla Basilicata l’immagine di una terra ancora “selvaggia”, dove il delicato rapporto tra uomo e ambiente ha trovato spesso forme di particolare integrazione ed in cui una “spiccata naturalità” del territorio sembra essere ancora un tratto distintivo. Proprio da questo deriva quell’attenzione particolare, spesso manifestata su queste pagine, a tutte quelle tematiche che incidono in maniera significativa su quest’ultimo. Sicuramente uno dei temi caldi per la nostra regione resta quello legato alla gestione ed allo smaltimento dei rifiuti, anche in considerazione del fatto che, più volte, ampie porzioni di territorio sono state “vittima” tanto di episodi di cattiva amministrazione, quanto di azioni illecite e criminali.
La Regione Basilicata ha regolato la materia attraverso la Legge Regionale n.6 del 2 febbraio 2001 “Disciplina delle attività di gestione dei rifiuti ed approvazione del relativo piano”, pubblicata sul BURB n.9 del 6 febbraio 2001. Attraverso tale strumento normativo, ed in attuazione del Decreto Legislativo n.22 del 5 febbraio 1997 (meglio noto come Decreto Ronchi), la regione “disciplina le attività di gestione dei rifiuti e detta norme in materia di messa in sicurezza e bonifica dei siti inquinati sostenendo tutte le iniziative volte alla riduzione della quantità e della pericolosità dei rifiuti mediante lo sviluppo di tecnologie pulite”. Strumento operativo è il Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti (approvato contestualmente alla legge) che oltre a “promuovere la riduzione della quantità, dei volumi e della pericolosità” degli stessi contiene, tra l’altro, al suo interno “la tipologia ed il complesso degli impianti e delle attività necessari” per il loro smaltimento. Tale piano è integrato dal Piano Regionale per la Bonifica dei Siti Inquinati (anch’esso approvato contestualmente) con il quale si individuano “i siti da bonificare con le caratteristiche generali degli inquinanti presenti” e “l’ordine di priorità degli interventi” basato sul criterio di Valutazione del Rischio elaborato dall’Agenzia Nazionale di Protezione Ambientale.
In attuazione dell’art.23 del Decreto Ronchi la regione ha istituito due Ambiti Territoriali Ottimali per la gestione unitaria dei rifiuti urbani (ATO), uno comprendente i comuni in provincia di Potenza, l’altro quelli in provincia di Matera. Viene così affidata alle Province, mediante l’approvazione di appositi Piani Provinciali, “l’individuazione di tutte le zone idonee alla localizzazione degli impianti di smaltimento e recupero dei rifiuti”.
I soggetti che intendono realizzare nuovi impianti sono tenuti a presentare apposita domanda alla Giunta Regionale “contenente, ove necessario, la richiesta di concessione edilizia corredata dal relativo progetto definitivo e dalla documentazione tecnica prevista dalle vigenti disposizioni in materia ambientale-paesaggistica, urbanistica, di sicurezza degli impianti e sui luoghi di lavoro”. A seguito di una particolare procedura di accertamento tecnico e di concertazione tra gli uffici regionali competenti, gli enti locali interessati ed i soggetti proponenti, la Giunta Regionale approva il progetto definitivo “su conforme parere obbligatorio dell’ARPAB”. L’approvazione sostituisce “ad ogni effetto” visti, pareri, autorizzazioni e concessioni di organi regionali, provinciali e comunali e, “ove occorra”, comporta “variante allo strumento urbanistico comunale e la dichiarazione di pubblica utilità, urgenza ed indifferibilità dei lavori”. L’esercizio, invece, delle operazioni di smaltimento e recupero è autorizzato dalla provincia competente e l’autorizzazione dura 5 anni.
Da segnalare, infine, che il Presidente della Giunta Regionale può emanare provvedimenti volti a sopperire a situazioni di necessità ed urgenza “anche indipendentemente dalle previsioni degli atti di programmazione vigenti”; può inoltre “individuare” impianti, esistenti ed autorizzati, o nuovi siti, in cui “disporre la diretta realizzazione di interventi per lo smaltimento ed il recupero dei rifiuti”.