Lo sport non è solo agonismo, sudore, fatica, sacrificio, sconfitta e vittoria. Queste cose appena elencate lo contraddistinguono, ma ha anche altre peculiarità. Sociologicamente parlando assume nella vita dei giovani un?importanza non indifferente, fa scoprire la nobiltà di alcuni valori come l?amicizia, l?altruismo, il senso di responsabilità come fattore determinante di una definitiva crescita e lo spirito di cooperazione al fine di raggiungere un obiettivo comune.

Il Comune di Rivello (PZ) in questo ?campo? si è mosso per primo. Era il 1938 quando fu realizzato una delle prime strutture sportive del Lagonegrese: un campo di calcio “rubato” ad un oliveto. Venivano disputate partite con squadre che non andavano oltre gli otto-nove giocatori. Nel tempo, la costruzione dello stadio Comunale la prima struttura rivellese ha perso un po? la sua identità. È diventato uno spazio comune, il cui utilizzo cambia a seconda delle esigenze che di volta in volta si ritengono primarie. Eccolo trasformarsi in un?area in cui i giostrai vi montano tutte le loro attrezzature ricreative, nelle feste religiose più importanti; trasformarsi, inaspettatamente in campo base, di circhi acquatici e non; divenire da un momento all?altro parcheggio. Ed è così che affiorano problemi di ogni genere che impediscono il regolare svolgimento di partite amichevoli e di tornei.

A questo punto, con la definitiva ed irrevocabile rinuncia del campetto inteso come tale, non si può fare a meno di rivolgere la nostra attenzione all’analisi degli altri impianti sportivi che dovrebbero (il condizionale è d?obbligo) colmare le inefficienze. In via santa Maria dei Fiori c?è un?intera area riservata alle attività sportive ed adiacenti a due grossi edifici: la Scuola Media e la Caserma dei Carabinieri che confina proprio con il campo di calcetto. Una inadeguata recinzione li divide.

E non sono soltanto queste le deficienze che danno all’occhio: porte completamente prive di reti che ad ogni sollecitazione rischiano di abbattersi sul portiere di turno; le recinzioni laterali si presentano completamente divelte e con i paletti di sostegno piegati. Lo scenario è inqietante, che unitamente al simile stato dei campetti da tennis a pochi metri crea strutture fatiscenti. Una trascuratezza che nasce dal più disprezzante menefreghismo.

E’ doveroso fare un altro passo indietro e dire che quest’area sportiva rivellese è stata realizzata nel 1990 al costo approssimativo di 250.000.000 delle vecchie lire. E’ triste vedere, oggi, il loro stato d?abbandono, comunque, raggiunto non improvvisamente (Non è corretto far ricadere tutte le colpe del passato sui nuovi Amministratori), ma è il risultato di una mentalità sciatta che nel corso degli anni ha trascurato forse volutamente quella che può essere anche una risorsa, oltre che uno spazio in cui i ragazzi possano incontrarsi e fare sport.

Obiettivamente aggiungo, che nella suddetta area, non è tutto in sfacelo: il disfattismo non è nella mia indole. Dopo un lungo periodo di chiusura che va dal 1990 al 2001, ha riaperto la tanto attesa piscina comunale (Unica Struttura, per giunta al coperto, del Lagonegrese) grazie al lavoro della precedente Amministrazione e di quella attuale. La piscina è stata costruita nel 1984. La sua realizzazione costò un miliardo di lire, una cifra notevole per i tempi, quindi, farla rimanere in disuso significava non utilizzare una risorsa non indifferente oltre che far ?marcire? un vero e proprio capitale della collettività. La sua riattivazione si è dovuta soprattutto con la gestione di una nuova società: ?Eurisco” di Vaglio di Basilicata (PZ). Il funzionamento di questa importantissima struttura è di vitale importanza per il nostro comune e basta affidarsi ad alcune cifre per fare chiarezza: sono circa 60 le presenze di appassionati al giorno.
Partiamo da questa positiva controtendenza per iniziare una rivitalizzazione dell?intera area. Può essere davvero un bel punto di partenza. Chiediamo, concludendo, spiragli positivi, al fine di dare dignità ad un’area che necessità di sport.

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