[…continua] La storia e gli eventi legati al centro oli di Viaggiano ci dovrebbero far riflettere.
Tutto il territorio di Viaggiano è stato letteralmente stravolto dalla presenza degli impianti dellEni. L’aria è irrespirabile, la colture tipiche e di pregio stanno morendo, le attività alberghiere e di ristorazione stanno chiudendo, il turismo non esiste più. E poi ci sono gli incidenti che si verificano con allarmante frequenza e che l’Eni cerca di nascondere o minimizzare con il rischio di accentuare gli effetti degli eventi inquinanti. Ormai Viaggiano non evoca più la sua Madonna Nera ma il nero del petrolio, che non è neanche suo. Di fronte a tutto questo, a Viggiano non si sta meglio di prima, non aumenta l’occupazione e la qualità della vita, anzi si continua ad emigrare, mentre assistiamo alle penose performances del sindaco che implora in ginocchio la sede della Fondazione Mattei.
Siamo assolutamente convinti dell’inutilità non soltanto della presente memoria ma anche della “audizione” odierna che rappresenta, per chi ha l’obbligo di svolgerla, una fastidiosa quanto inevitabile incombenza.
Inutile perché niente e nessuno in questa sede potrà modificare le decisioni già prese altrove nell’esclusivo interesse non già dei lucani ma delle multinazionali del petrolio e di una classe politica irresponsabile, inetta e conservatrice.
Tuttavia, consegniamo queste brevi e sintetiche considerazioni alla memoria collettiva di un popolo che sta vivendo l’ennesimo tradimento della sua storia e che vede minacciata la sua stessa sopravvivenza. Lo facciamo perché un giorno non si dica “tutti i lucani erano d’accordo”.
Vogliamo che la storia di questa piccola regione ricordi e tramandi che qualche lucano ha detto “Io non ci sto!”; che alcuni non hanno accettato la folle idea di consegnare la propria terra alle lobbies petrolifere e di compromettere in modo irreversibile il futuro dei propri figli.
Presidente Bubbico, amministratori regionali e comunali e tutti coloro che hanno condiviso la responsabilità di questa scellerata scelta non di progresso e di sviluppo ma di inquinamento e di distruzione: che Dio vi perdoni! Le generazioni che verranno non lo potranno fare.