[…continua]Sin da quando l’Eni ha svolto, tramite società contrattiste, le indagini geosismiche su buona parte del territorio lucano, abbiamo capito che tra le priorità delle compagnie petrolifere non rientrava certamente il rispetto della legge e delle popolazioni locali. I casi di violazione di leggi dello stato italiano e dell’Unione Europea sono numerosi e sono stati denunciati all’autorità giudiziaria che, finalmente, oggi riesce a trovare il tempo per indagare sui discutibili comportamenti di alcuni politici, uomini di affari e dirigenti Eni.
Sin dall’inizio siamo stati trattati come le multinazionali del petrolio, compresa Eni, trattano i popoli del terzo mondo. Ci hanno detto che per il bene della nazione dovevamo dare le nostre terre, dovevamo allontanare i nostri animali, dovevamo tagliare alberi e sacrificare i nostri fiumi. In nome del progresso dovevamo abbandonare l’idea di uno sviluppo turistico e sostenibile delle nostre valli e delle nostre montagne; dovevamo lasciar perdere la campagna e la nostra piccola economia fatta di piccoli antichi mestieri e di piccole tradizioni ed attendere il grande sviluppo, effetto della montagna di royalties che prima o poi sarebbe arrivata.
Nel frattempo avremmo potuto lavorare a qualche pozzo in via di perforazione ma a turno, per qualche mese ciascuno, part time. Naturalmente previa dichiarazione di servile fedeltà al sindaco, unico abilitato a far assumere qualcuno dalla compagnia.
Ai nostri figli, poi, è stato regalato il cappellino con il cane a sei zampe o hanno partecipato ad un concorso scolastico pagato dall’Eni su ambiente ed energia.
Se questa non è colonizzazione … !
Quel che deve scandalizzare, però, non è l’atteggiamento delle compagnie (che per loro natura devono far soldi) ma di quei lucani che, rivestendo cariche politiche e amministrative e, cosa ancora più indegna, con la scusa di voler migliorare le condizioni dei nostri paesi e di chi ci vive, hanno letteralmente consegnato alle compagnie petrolifere la terra e la dignità dei loro amministrati. Qualcuno lo ha fatto per sprovvedutezza o per obbedienza agli ordini di partito, altri lo hanno fatto per arricchirsi personalmente o per mantenersi strettamente attaccati al potere. Entrambi meritano disprezzo perché è grazie a loro se questa regione, nonostante il petrolio e le altre grandi ricchezze, continua inesorabilmente ad impoverirsi della componente umana. Grazie a questi meridionali nemici del Sud e della Lucania, i nostri paesi si spopolano, i nostri giovani continuano ad emigrare.
A che serviranno i miliardi delle royalties quando la Val d’Agri, la Val Camastra, la Valle del Sauro, ecc., saranno lande deserte e desolate? Probabilmente serviranno a far dimenticare al resto della regione che una parte importante di essa è stata “sacrificata” ed è servita a compensare i danni prodotti da una classe politica dimostratasi incapace di progettare un futuro serio e credibile, duraturo e sostenibile.
Per esempio Come il Parco Nazionale della Val D’Agri e del Lagonegrese. Istituito sin dal 1996, il Parco non viene perimetrato dalla Regione e, dunque, non può diventare operativo per la semplice e cruda ragione che le compagnie petrolifere non lo consentono. La presenza del Parco creerebbe loro non pochi problemi, a cominciare da quello del rispetto della legge.
L’Eni sta realizzando in Basilicata quello che non le è stato consentito in altre parti d’Italia (Paderno sull’Adda, Vallo di Diano, Veneto) perché amministratori che hanno a cuore la propria terra hanno avuto il coraggio di dire “no” a faccendieri, affaristi, amici di partito e grandi poteri economici. E’ singolare che proprio chi si proclama di sinistra, come il nostro presidente e la sua giunta, negli atti concreti di amministrazione e di gestione manifesta una politica apertamente ed indiscutibilmente di destra. Il favore riservato dal governatore lucano alle multinazionali del petrolio non è un caso isolato: il nostro litorale jonico rischia di essere soffocato da un mare di cemento grazie alle buone entrature che le multinazionali dei villaggi turistici godono presso la giunta regionale. C’è di che essere molto orgogliosi! [continua…]