Nel corso degli anni ?70 fu constatata l?unicità del territorio lucano, la bellezza paesaggistica, la flora incontaminata e la fauna selvaggia, i boschi rigogliosi e le vette impervie e rocciose, le cime che disegnano figure quasi geometriche nel limpido cielo terso, ma anche l?aria pura e le nevicate abbondanti. Tali elementi sono diventati le argomentazioni vincenti per la tutela e la valorizzazione della zona compresa tra i paesini di Accettura, Calciano, Oliveto lucano, Castelmezzano e Pietrapertosa.
La Società Botanica Italiana iscrisse il predetto comprensorio nell?elenco delle aree meritevoli di tutela, il Consiglio Nazionale delle Ricerche stabilì che la superficie in esame era considerabile un biotipo da conservare, il Ministero del Bilancio e della Programmazione Economica, infine, sancì che la zona lucana aveva un pregio naturalistico. Nonostante tali lodi, il luogo non beneficiò di tutele specifiche da parte dei succitati organismi. Soltanto nel corso degli anni ?90 la Regione Basilicata acquistò la consapevolezza che l?area in esame offriva la possibilità per realizzare uno sviluppo economico alternativo, ma soprattutto che essa restava uno dei polmoni verdi dell?intero territorio, a distanza dagli agglomerati industriali di Pisticci-Ferrandina e Potenza-Tito. In tale contesto fu promulgata la Legge regionale n° 47 del 24/11/97, la quale istituì il parco naturale. La medesima norma ritenne necessario costituire anche un ente autonomo, con un presidente e un consiglio di amministrazione, in grado di gestire il Parco regionale, in modo da separare l?elemento politico da quello tecnico-gestionale.
La legge regionale del 47/97 costituisce il Parco Naturale di Gallipoli Cognato?Piccole Dolomiti Lucane al fine di:
1) Preservare le caratteristiche naturali, ambientali, paesaggistiche e storico-archeologiche del territorio;
2) Proteggere le specie animali e vegetali autoctone nell?area naturale, ricostruendo i loro habitat e reintroducendo quelle non più presenti o in via di estinzione;
3) Organizzare il territorio per la fruizione a fini culturali, scientifici, didattici, turistici e ricreativi, promuovendo iniziative atte a suscitare interessi verso gli ambienti naturali;
4) Favorire lo sviluppo di turismo rurale, agriturismo ed escursionismo, nonché visite didattiche e di svago;
5) Promuovere interventi di sviluppo compatibile economico, produttivo e sociale dell?area del parco con particolare riferimento alle attività agro-silvo-pastorali tradizionali e di agricoltura biologica.
Tali termini prettamente giuridici hanno un?attuazione pratica e concreta, che si traduce nella realizzazione di un territorio protetto di 27.027 ettari e di svariate attività volte a salvaguardare e promuovere una zona vergine da un punto di vista ambientale e paesaggistico. Successivamente furono realizzate opere in grado di collegare la tutela della zona con l?occupazione della manodopera locale e il conseguente sviluppo economico. Sono molteplici le iniziative tradotte in pratica. Basti pensare al giardino per la coltivazione di erbe officinali, l?impianto di apicoltura, l?allevamento di lepri italiche, la banca dati di risorse naturali e antropiche presenti nel territorio, l?area faunistica degli ungulati, il Centro di Educazione Ambientale?
Tale situazione mostra come le istituzioni investono nella tutela e nella valorizzazione degli ambienti naturali locali, in modo da puntare su nuove forme di sviluppo economico a vantaggio delle persone e degli habitat, realizzando una crescita sempre più concreta e continua.