Grazie ad una delibera approvata mercoledì dalla Giunta Regionale di Basilicata, su proposta dell’Assessore all’Ambiente e Territorio, Erminio Restaino, sarà possibile avviare la prima fase del progetto che porterà alla bonifica di alcuni siti inquinati che si trovano sul territorio regionale. In particolare, con il provvedimento approvato si autorizza il Dipartimento Ambiente e Territorio a stipulare una convenzione con la società Agrobios e con l’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale in Basilicata (ARPAB), per disciplinare le attività di analisi del suolo nelle aree industriali di Tito e della Val Basento.
Definire l’esatta composizione del terreno nelle due aree individuate è il compito che è chiamata a svolgere la società Agrobios che, lavorando in stretto raccordo con l’Arpab, permetterà in tal modo di avviare le prime operazioni di bonifica. Per fare questo la regione ha previsto una spesa nell’ordine dei 328 mila euro, concedendo ai tecnici di Agrobios circa un mese di tempo per effettuare tutti i prelievi e le analisi di laboratorio del caso. I risultati così ottenuti saranno poi sottoposti al vaglio dell’Arpab, alla quale spetterà il compito di esprimersi circa la loro validità. Oltre a tale obiettivo si mira, con particolare attenzione, alla possibilità di mettere subito a disposizione delle imprese che lo richiederanno quelle porzioni di territorio che dovessero risultare utilizzabili perché non interessate da fenomeni di inquinamento. E’ quanto emerge dalle parole dello stesso Restaino che, in occasione di una recente conferenza di servizio tenutasi presso la sede del Ministero dell’Ambiente, ha affermato che la Regione Basilicata ha evidenziato “la necessità di procedere subito alla caratterizzazione dei suoli” sia per l’area di Tito che per quella della Val Basento, “per fare in modo che le aree dove non si riscontreranno alte concentrazioni di inquinanti possano essere prontamente restituite alle attività industriali“.
Sembra utile sottolineare che la scelta dell’area di Tito e del comprensorio della Val Basento non è frutto del caso ma piuttosto segue utili suggerimenti che sono giunti in materia. Lo stesso Ministero dell’Ambiente, infatti, le ha inserite entrambe nell’elenco delle aree di “interesse nazionale” da sottoporre ad “interventi di caratterizzazione, di messa in sicurezza, di bonifica e di ripristino ambientale“. Da qui il provvedimento approvato dalla giunta che, come spiega ancora lo stesso Restaino, “significa allo stesso tempo porre le basi per il concreto avvio della bonifica dei suoli inquinati, frutto di una stagione di politica industriale che vogliamo lasciarci definitivamente alle spalle per affermare invece pienamente l’idea di uno sviluppo sostenibile, basato su attività il cui impatto sia considerato compatibile con l’ambiente“.
Cercare dunque di porre rimedio agli errori del passato ed incentivare progetti che tutelino in maniera significativa il patrimonio ambientale della nostra regione, può e deve essere la strada da seguire se si vuole realizzare nel concreto un’alternativa ai classici modelli di sviluppo che, com’è noto, troppo spesso hanno finito con il produrre sterili “cattedrali nel deserto” o peggio ancora hanno innescato fenomeni di degrado difficilmente estirpabili. L’augurio è che provvedimenti di questo genere non vengano più solo dietro l’invito o la raccomandazione di altre istituzioni ma possano al contrario diventare, a breve, sintomo di una rinnovata e “salutare” inversione di tendenza.
(Foto: Uno scorcio di Tito)