Si è svolta nei giorni scorsi una visita di studio da parte di una delegazione di produttori, tecnici agricoli, rappresentanti delle organizzazioni olivicole e funzionari della Regione Sicilia che ha interessato numerose attività dislocate sul territorio della Basilicata. A fare gli onori di casa e a guidare la visita lungo gli itinerari prescelti Nicola Vignola, responsabile per la nostra regione del programma “Olio-Qualità”.
Nell’interesse del gruppo di ricercatori giunti dalla Sicilia vi era soprattutto la volontà di studiare e comprendere l’evoluzione del settore olivicolo in Basilicata che, specie negli ultimi anni e seguendo quello che può considerarsi il trend positivo registrato un po’ in tutta la penisola, nonostante le sue dimensioni ridotte sta affermandosi via via come realtà emergente nel panorama nazionale, grazie soprattutto alla capacità di offrire produzioni di ottima qualità. Per far questo i tecnici isolani sono stati guidati lungo un itinerario che li ha portati attraverso un gran numero di aziende agricole, frantoi e strutture specializzate nella coltivazione e nella trasformazione delle olive toccando, tra l’altro, zone come il Vulture-Melfese, le Colline Ferrandinesi e le Colline Lucane, nelle quali già da tempo è affermata la produzione di oli extravergini lucani di grande pregio. Una tappa ha interessato anche la zona del Metapontino dove è stata visitata la struttura di ricerca Metapontum Agrobios.
Secondo l’Assessore all’Agricoltura e Sviluppo Rurale, Donato Salvatore, la crescita, sia sotto l’aspetto qualitativo che sotto quello quantitativo, che ha interessato il settore olivicolo lucano negli ultimi anni è opera anche “dei programmi regionali, delle collaborazioni con istituzioni tecnico-scientifiche e con le associazioni dei produttori” che la Regione Basilicata ha saputo man mano proporre e sviluppare. Tra gli intenti della regione vi è infatti, sempre secondo Salvatore, quello “di rafforzare le proprie azioni nei settori della programmazione e della promozione, nella convinzione che una forte funzione propulsiva sia necessaria per far crescere un settore che in Italia desta sempre maggiore interesse“. A darne conferma sono le tendenze in atto nel settore dei consumi dove il “consumo verde” e la scelta di prodotti che fanno riferimento a metodi di produzione biologica o comunque con standard qualitativi particolarmente elevati sono ormai da considerarsi come prioritari.
Un’esperienza, quella maturata nei giorni scorsi, che ha rappresentato anche un utile strumento di confronto tra realtà e metodologie d’approccio tra loro differenti. In Sicilia, vale la pena ricordarlo, la coltivazione delle olive interessa una superficie di circa 180 mila ettari concentrata soprattutto nelle province di Trapani e Agrigento, dalla quale scaturisce la produzione di ben sei oli extravergine tutelati con marchi DOP (Denominazione di Origine Protetta). Colta dunque in pieno la possibilità derivante dalla presenza della delegazione siciliana di favorire uno scambio reciproco tra le due regioni sia sotto il profilo delle informazioni che sulle possibili politiche di marketing da adottare confermata, tra l’altro, dalle parole del Dirigente dell’Assessorato all’Agricoltura della Regione Sicilia, Pippo Ricciardo, che proprio in merito alla possibilità di esperienze comuni nell’ambito della programmazione e della promozione ha affermato che “su questi temi stiamo effettuando un confronto con le altre regioni del sud” nel cui quadro si situa la visita di studio effettuata in Basilicata.