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Guida allo stage

In Europa e negli Stati Uniti è da anni un appuntamento fisso per quanti terminano la scuola o l?università.
Nel nostro paese invece è cosa assai più recente, eppure ha già riscosso un notevole successo sia tra i giovani che tra le aziende.

Lo stage, o tirocinio formativo e di orientamento come recita la legge italiana, è per molti giovani neo-diplomati e neo-laureati la porta d?ingresso principale al mondo del lavoro: un modo per mettersi alla prova e misurarsi con una realtà assai diversa dalle aule scolastiche ed universitarie.
Per le aziende è uno strumento prezioso ed economico per valutare sul campo le capacità e le attitudini dei giovani candidati prima dell?assunzione.

Le statistiche confermano questa convergenza di interessi: in Italia ben il 67% degli stage si è trasformato in un rapporto di lavoro vero e proprio, e il 35% dei tirocinanti è stato assunto dalla stessa azienda in cui ha svolto lo stage.

In questa breve guida passeremo in rassegna i caratteri essenziali di questo strumento alla luce delle norme che ne regolano il funzionamento dal 1997, anno di entrata in vigore della legge 196, meglio nota come “Pacchetto Treu”.

Ma cos’è uno stage? Lo stage è un periodo di pratica in azienda che costituisce un?occasione di conoscenza diretta del mondo del lavoro oltre che di acquisizione di una specifica professionalità. Lo stage non costituisce affatto un rapporto di lavoro vero e proprio, né determina alcun obbligo retributivo e contributivo da parte dell?azienda ospitante. Questo però non esclude la possibilità da parte delle aziende di prevedere delle forme di retribuzione sotto forma di rimborsi spese o borse di stage.

A chi è rivolto? Lo stage è rivolto a giovani che stiano svolgendo un periodo di formazione o che abbiano appena concluso il loro ciclo di studi. Per ciclo di studio si intende un qualsiasi percorso di formazione professionale, di scuola superiore o universitario.

Quanto dura? Il legislatore non ha imposto una durata minima ma si è limitato a stabilire la durata massima che può avere uno stage. Questa può variare dai 4 ai 12 mesi in funzione delle diverse tipologie di utenti. Il limite è portato a 24 mesi nel caso di tirocinanti portatori di handicap.

Chi lo organizza? La legge individua una serie di organismi pubblici e privati che svolgono il ruolo di enti promotori. Tra questi si annoverano: agenzie e centri per l?impiego, scuole, università, centri di formazione ed orientamento, comunità terapeutiche e cooperative sociali. Il compito dell’ente promotore è quello di organizzare e gestire le varie fasi dello stage e di sovrintendere all’attività effettivamente svolta dallo stagista nell’azienda.

In quali aziende si svolge lo stage? Non tutte le aziende possono ospitare gli stagisti, ma solo quelle che hanno sottoscritto una speciale convenzione con uno degli enti promotori di cui parlavamo prima. La convenzione stabilisce i diritti e i doveri che dovranno osservare tanto le aziende quanto gli stagisti. La legge fissa dei limiti sul numero di stage attivabili per singola azienda in funzione del numero di dipendenti assunti a tempo indeterminato.

E in caso di infortunio? Pur non essendo un rapporto di lavoro vero e proprio lo stagista gode di una regolare copertura assicurativa. Gli enti promotori, infatti, sono obbligati ad assicurare gli stagisti contro gli infortuni sul lavoro presso l?Inail. A questa va aggiunta l?assicurazione obbligatoria per la responsabilità civile che copre gli eventuali danni causati a terzi dagli stagisti nel corso dell’attività svolta in azienda.