La storia di Trecchina, come del resto quella di tutta la Basilicata, è tessuta dalle tradizioni, e quelle religiose risultano essere le più attuali: segno di una forte fede animata anche dalle numerose opere salvifiche della Madonna del Soccorso.
Così accadde che nel 1731 una frana, che stava per investire alcune abitazioni ed aveva spinti i fedeli ad uscire in processione con l’icona della Vergine sotto una pioggia copiosa, arrestò all’improvviso il suo movimento franoso.

Ogni anno il 21 Novenbre i fedeli, con la festa della “torcia” ricordano quel momento. Il 7 Settembre, ogni anno, i trecchinesi si recano al santuario sul Monte Santa Maria, per i festeggiamenti in onore della Madonna del Soccorso. L’8 Settembre la statua lignea viene solennemente riportata nella chiesa parrocchiale, dopo la celebrazione notturna nella cappella della Forraina, accompagnata da ceri votivi dalle forme più varie portate sul capo dai fedeli in segno di devozione, dai canti e dalle antiche musiche della zampogna.
Avremo modo di descrivere in modo più dettagliato questa importante festa, anche perché in questo anno ricorre il 75° dell’incoronazione.
Trecchina vanta nel suo passato un artigianato molto fiorente. Oggi sono pochi gli artigiani, e soprattutto di età avanzata, a dedicarsi alla lavorazione della pietra per la realizzazione di manufatti e oggetti in legno e ceramica.

Rari talenti sono rintracciabili anche nel campo artistico, l’impressionista Emilio Larocca è considerato, oggi, un valido maestro non solo in campo nazionale ma anche internazionale. Attraverso lo studio del dialetto è stato possibile, anche, recuperare frammenti del passato utili per la comprensione della storia del paese.
Leandro Orrico ha realizzato ha realizzato un vero e proprio “vocabolario” del dialetto trecchinese.
Molte sono le parole che hanno radice greca o latina ma soprattutto sono evidenti le tracce di provenienza galloitalica.
Il filologo tedesco Rohlfs, che ha scritto i primi saggi sul dialetto trecchinese, ha rintracciato in tale fenomeno l’ influenza dei Piemontesi.

A Trecchina, come alla Lucania tutta, non è sconosciuta l’emigrazione cominciata in strette navi che vedevano storie difficili affidare al vento sogni e speranze che miravano, un tempo, alle Americhe.
La popolazione trecchinese andò sempre più assottigliandosi. Aumentarono le partenze verso più paesi dell’Europa, animate dall’illusione diffusa dall’emigrazione di poter vivere di rendita, e ritornare poi nel proprio paese per far fruttare la terra incrementandola. Purtroppo l’emigrazione non è solo un triste ricordo sfumato con l’andata di molti verso il triangolo industriale settentrionale negli anni ’60, sono decine i giovani che una volta arrivati età abbandonano il paese natìo. Si parte con la speranza di trovare lavori più dignitosi e “fortunati” altrove, o si parte per intraprendere studi universitari così com’è accaduto a chi vi scrive.

E un anno intero si aspetta l’estate per ritornare a Trecchina, quando nel pieno del suo vigore ritrova molti dei suoi figli che la scorgono in silenzio nei lenti mutamenti. Ma Trecchina continua a vivere silente nel mondo intimo di ognuno, nel palpito di un umile calore umano trasfuso in parole e azioni lontane.

0 Comments

Leave a reply

©2024 Associazione Promozione Sociale Lucanianet.it - Discesa San Gerardo 23/25 85100 Potenza CF 96037550769 info@lucanianet.it